DeepSeek, l’IA cinese che sfida la Silicon Valley e costa molto meno

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Carta di credito con fido

Procedura celere

 


DeepSeek è una notizia positiva, perché significa che non è necessario spendere tutti quei soldi. Parola di Donald Trump. Dopo aver mandato in fibrillazione i mercati (il colosso tecnologico statunitense Nvidia, leader mondiale dei chip, ha perso il 17 per cento polverizzando quasi 600 miliardi di dollari) il chatbot prodotto da una start-up cinese costringe il nuovo inquilino della Casa Bianca a fare i conti con uno scenario completamente nuovo nella sua perenne rivalità con Pechino: una lotta per il primato anche sul fronte dell’intelligenza artificiale.

E DeepSeek dalla sua parte ha costi nettamente inferiori di quelli che hanno dovuto sostenere le big tech della Silicon Valley per sviluppare sistemi simili. L’idea di una IA a basso prezzo potrebbe rivoluzionare le prospettive delle imprese di tutto il mondo e ridisegnare pesantemente i rapporti commerciali globali. Se fino all’altro ieri gli Stati Uniti potevano essere ancora convinti di avere in mano il monopolio tecnologico, l’approdo di DeepSeek al di fuori della Cina ha costretto a rivedere qualche certezza.

Che cos’è Deepseek

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

L’R1 di DeepSeek è un assistente di intelligenza artificiale prodotto da una start-up cinese che porta lo stesso nome. Dietro a questa c’è High-Flyer, un hedge fund fondato da un quarantunenne, Liang Wenfeng. A un primo sguardo l’R1 non si discosta per niente da ChatGpt, di OpenAI: un chatbot open-source a cui si possono porre delle domande, ricevendo delle risposte dirette in qualche frazione di secondo.

Risposte che non si limitano a dare un’informazione secca e diretta, ma che possono anche essere piuttosto lunghe e argomentate, arricchendosi nell’interazione a una velocità sorprendente. A volte anche superiore a quella di ChatGpt o a quella di Gemini, l’assistente di IA di Google. DeepSeek dispone anche della modalità DeepThink, un sistema che ha “capacità di ragionamento” e che riesce a spiegare uno dopo l’altro i passaggi fatti nell’elaborazione delle sue risposte. Una funzione utile, ad esempio, per risolvere problemi matematici o scientifici.

L’app già in vetta alle classifiche

Si può accedere scaricando l’app – che è presto arrivata in testa alle classifiche negli store di iPhone e Android, sia negli Stati Uniti che in Italia – oppure attraverso il sito, iscrivendosi al servizio con un indirizzo mail. L’interfaccia si presenta subito in inglese, ma è possibile cambiare la lingua e usare il sistema in italiano, ad esempio. Non solo: nella sua accelerata esponenziale, DeepSeek ha anche presentato una nuova funzione di IA capace di generare immagini.

Costi al minimo

Una delle questioni fondamentali di cui si discute da giorni riguarda i costi. Per sviluppare questo sistema, infatti, la start-up cinese avrebbe usato solo una piccola parte dei chip normalmente impiegati per i prodotti targati USA, riducendo non di poco gli sforzi a livello finanziario. Parliamo di circa 5,6 milioni di dollari contro gli oltre 100 milioni dei sistemi statunitensi. Per allenare il chatbot sarebbero bastati appena 2 mila chip.

Secondo il New York Times le big tech americane, per sviluppare i loro assistenti di IA, di solito usano dei super computer con 16 mila chip, se non di più. Una delle ultime iniziative di Joe Biden alla Casa Bianca ha interessato proprio l’export dei chip. La sua amministrazione ha infatti proposto una nuova cornice legislativa per limitare le esportazioni di chip avanzati, quelli prodotti ad esempio da Nvidia e utilizzati per sviluppare sistemi di IA. «Se fosse la Cina, e non gli Stati Uniti, a determinare il futuro dell’IA nel pianeta, penso che la posta in gioco sarebbe davvero alta», aveva commentato Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale di Biden. Il sorpasso cinese, però, forse era già avvenuto.

Lo “Sputnik moment” dell’Ia

Contabilità

Buste paga

 

Marc Andreessen, uno dei primi tecno-miliardari e una delle personalità più influenti della Silicon Valley, ha definito DeepSeek come lo «Sputnik moment» dell’IA, rievocando uno dei momenti chiave della Guerra fredda, quando la Russia mise in orbita il suo primo satellite, minando la superiorità statunitense nella corsa allo spazio. Per ora le incognite sul futuro sono tante. Certo, l’opportunità di sviluppare sofisticati sistemi di intelligenza artificiale a cifre finora considerate impossibili non sfugge a nessuno. E c’è chi crede che un po’ di sana competizione esterna non farà altro che affinare e migliorare il panorama tecnologico.

La censura e i dati

Ma di DeepSeek sono immediatamente chiare anche le ombre. A qualsiasi domanda sul governo cinese o sulla storia recente del Paese scatta l’autocensura: letteralmente, appaiono delle risposte che si cancellano da sole dopo pochi secondi e vengono sostituite da un generico «parliamo d’altro». Questo accade quando si pongono al chatbot delle domande sulle proteste di piazza Tienanmen, ad esempio, o sull’autonomia di Taiwan, o ancora sulla repressione delle minoranze, come gli uiguri. C’è poi anche la questione della massiccia quantità di dati raccolta dal sistema di IA e conservata in dei centri in Cina senza grandi possibilità di controllo da parte degli utenti. Problemi sul versante della privacy non sarebbero certo una novità per Pechino. E il Garante italiano ha già chiesto chiarimenti in merito: non resta che attendere le risposte. 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Prestito personale

Delibera veloce