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ecco quanti giorni lavoreranno in ufficio i dipendenti della Pa


Addio al lavoro in ufficio per gli statali? Qualcuno si sta già domandando se con la settimana corta a parità di orario di lavoro e le nuove regole sullo smart working introdotte dal nuovo Ccnl delle Funzioni centrali, i dipendenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici, come l’Inps e l’Inail, continueranno a lavorare in presenza.

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Quest’anno debutterà nella Pa centrale la settimana corta, una formula che offrirà la possibilità ai dipendenti pubblici di spalmare su 4 giorni le 36 ore di lavoro settimanali. Nel calcolo si terrà conto anche delle ore lavorate in smart working. Risultato? Sommando il venerdì libero della settimana corta ai due giorni di lavoro agile a cui si ha diritto nella Pa quando si svolgono compiti che possono essere assolti a distanza, i giorni in cui sarà richiesta la presenza in ufficio potrebbero ridursi a due.

I lavoratori coinvolti

Ma la quota di giorni da trascorrere nella sede di lavoro potrebbe addirittura azzerarsi per alcune categorie di lavoratori. Grazie alle nuove regole sul lavoro agile fissate dal Ccnl 2022-2024 delle Funzioni centrali, per i dipendenti del comparto con gravi problemi di salute, i caregiver e i dipendenti fuori sede sarà più facile accedere allo smart working. Le amministrazioni pubbliche, in fase di contrattazione integrativa, ora possono decidere di concedere il lavoro agile al 100% ai dipendenti con bisogni particolari. I capi del personale, se le esigenze funzionali dell’amministrazione lo consentono, potranno dare più giorni di smart working anche agli statali che risiedono in una città diversa rispetto a quella della sede di lavoro. O utilizzare questa leva per convincere a restare quei dipendenti che ricoprono con successo una posizione strategica in seno all’amministrazione, ma che sono tentati dalle sirene del privato. 

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Flessibilità 

Insomma, la situazione cambierà da una Pa all’altra. Anche perché, come ci hanno insegnato gli anni dopo la pandemia, ci sono amministrazioni con esigenze che si adattano meglio al lavoro flessibile e altre, invece, dove quest’ultimo risulta incompatibile. All’Inps, all’Inail e in alcuni ministeri come il Mimit, per esempio, sono più numerosi i lavoratori che possono operare da remoto e organizzare il proprio lavoro con autonomia. Mentre in un ministero come quello delle Infrastrutture e dei Trasporti fare a meno del lavoro in presenza risulta decisamente più complesso. Quel che è certo, però, è che il lavoro in ufficio per gli statali è destinato a contrarsi nel prossimo futuro. 

Paletti 

Il Ccnl delle Funzioni centrali firmato in questi giorni da Aran e sindacati fissa a ogni modo dei paletti per evitare un uso improprio della settimana corta. Innanzitutto, non ci sarà nessun assalto alla diligenza: la possibilità di prendersi il venerdì libero fa chiaramente gola a molti statali, ma i lavoratori del pubblico non ne avranno diritto in automatico. Saranno le singole amministrazioni a stabilire se ci sono le condizioni per sperimentare questa formula e in che misura e in quali uffici della struttura. E poi i servizi resi a imprese e cittadini dovranno mantenere lo stesso livello di qualità nelle Pa che decideranno di intraprendere questa strada, altrimenti si tornerà al vecchio sistema. 

Le tempistiche

Per capire come si muoveranno le varie amministrazioni e quali sposeranno le innovazioni normative introdotte dal Ccnl delle Funzioni centrali bisognerà aspettare di leggere i prossimi Piao. Il Piao è il piano che ogni Pa deve redigere annualmente, indicando tra le altre cose la strategia di gestione del capitale umano e di sviluppo organizzativo. Secondo le previsioni dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano il numero dei dipendenti pubblici che lavorano da casa è comunque destinato a crescere nel 2025. L’anno scorso gli smart worker italiani sono stati in tutto 3,55 milioni e di questi uno su sette, cinquecentomila in tutto, lavorava per lo Stato. Gli smart worker pubblici, afferma sempre l’osservatorio, hanno lavorato da remoto in media 7 giorni alla settimana nel 2024. Quest’anno si prevede una crescita del +5% dei lavoratori agili, che salirebbero così a quota 3,75 milioni. A far evolvere le iniziative, in termini di persone coinvolte o di policy, saranno soprattutto le grandi imprese (35%) e le Pa (23%).

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