Invalidit� civile 2025, in scadenza i termini per l’invio del modello RED: ecco i redditi da dichiarare e quelli esclusi

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Le prestazioni assistenziali di invalidità civile sono prestazioni collegate al reddito. Le stesse vengono corrisposte nel caso in cui il soggetto beneficiario dimostri di non possedere un reddito superiore al limite previsto dalla legge. In particolare, per la concessione di tali prestazioni, la legge impone ai relativi destinatari di comunicare all’INPS la rispettiva situazione reddituale, qualora i medesimi non siano tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi all’Amministrazione finanziaria ovvero non la comunichino integralmente.

L’assegno mensile di invalidità, anche nel 2025, ha un importo variabile ed è erogato a coloro ai quali è stata riconosciuta una riduzione parziale della capacità lavorativa (dal 74% al 99%), purché questi abbiano un reddito non superiore alle soglie determinate dall’INPS. Il limite reddituale per le pensioni di invalidità è stabilito proprio per garantire che la prestazione assistenziale venga destinata a chi ha bisogno economico oltre a quello sanitario. In alcuni casi, come per l’indennità di accompagnamento, il requisito reddituale non è richiesto.
Gli importi dell’invalidità civile, in particolare, possono variare in base alla tipologia di prestazione (assegno mensile, pensione di invalidità, indennità di accompagnamento, ecc.) e alle percentuali di invalidità riconosciute.
Ogni anno i limiti reddituali e gli importi sono adeguati all’inflazione e comunicati dall’INPS. A tal proposito il Modello RED è il modulo che deve essere presentato all’INPS da chi percepisce prestazioni assistenziali per dichiarare i propri redditi. Il termine “RED” sta per “Redditi”; il modello serve per aggiornare la propria situazione economica, che viene utilizzata dall’INPS per verificare se si rientra nei limiti di reddito previsti per continuare a ricevere il trattamento economico.

In particolare, i redditi rilevanti per l’invalidità civile sono tutti i redditi soggetti a IRPEF, calcolati al netto degli oneri deducibili e al lordo delle ritenute fiscali. Gli oneri deducibili – sembra utile chiarire – sono le spese che riducono il reddito imponibile, come i contributi previdenziali, gli assegni di mantenimento per i figli, i contributi per il personale domestico e le donazioni a organizzazioni non governative. La sottrazione degli oneri deducibili serve a determinare il reddito che verrà preso in considerazione per stabilire se si ha diritto alla pensione di invalidità.

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Non tutti i tipi di reddito influiscono sul limite massimo consentito. Sono rilevanti nel calcolo:

  • redditi da lavoro dipendente e autonomo;
  • pensioni e assegni di mantenimento che non derivano dalla pensione di invalidità civile;
  • redditi da locazione di immobili, esclusa la casa di abitazione principale;
  • redditi da capitale (interessi bancari, dividendi, ecc.);
  • redditi da fabbricati, ad eccezione della prima casa.

Redditi non rilevanti per il calcolo sono invece:

  • l’importo della prestazione d’invalidità stessa;
  • le rendite INAIL;
  • le pensioni di guerra;
  • l’indennità di accompagnamento;
  • il reddito della casa di abitazione.


Alcuni redditi fondiari non devono essere indicati nel Modello Red. Non vanno inclusi i redditi derivanti da:

  • costruzioni rurali o porzioni di costruzioni utilizzate per abitazioni di persone che lavorano nei campi, custodiscono animali, o sorvegliano i lavoratori agricoli;
  • strutture rurali usate per il ricovero di animali, macchine agricole o per la protezione delle piante.

Inoltre, non sono considerati produttivi di reddito fondiario gli immobili usati per attività commerciali o quelli che servono come strumenti per l’esercizio di arti e professioni.
Per determinare i redditi rilevanti si considera l’anno solare in cui avviene la domanda di invalidità per il primo pagamento della pensione, e per gli anni successivi si utilizzano i redditi dell’anno precedente.
La scadenza per la presentazione del Modello RED viene fissata annualmente dall’INPS e, generalmente, cade entro il 31 marzo del secondo anno successivo a quello a cui si sono percepiti i redditi. Per esempio, la scadenza della Campagna RED 2024, che fa riferimento ai redditi conseguiti nel 2023, è fissata al 28 febbraio 2025 .
L’INPS non manda alcuna richiesta ai residenti in Italia; quindi, è responsabilità del pensionato verificare se ha l’obbligo di presentarlo, rivolgendosi all’INPS o a un patronato.

La mancata presentazione della dichiarazione della situazione reddituale può comportare, per i pensionati, la sospensione e la revoca delle prestazioni sino ad ora ottenute dall’INPS.
Si ricorda che non devono presentare il Modello RED quei pensionati che hanno già dichiarato tutti i propri redditi tramite il modello 730 o il modello Redditi. In questi casi, l’INPS acquisisce automaticamente le informazioni reddituali rilevanti dalle banche dati dell’Agenzia delle Entrate o da altre banche dati delle pubbliche amministrazioni. Quindi, se tutto è già stato comunicato, non serve fare la dichiarazione RED.





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