Lnd Abruzzo è Viictoria Cross domani a Ortona a scuola contro le discriminazioni razziali con le “figurine della memoria” – Il Giornale di Chieti

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Per la fine di questa settimana che è iniziata lunedì con il Giorno della Memoria, la società ortonese di Seconda categoria è stata invitata dal Comitato abruzzese della Lega Nazionale Dilettanti a collaborare nell’ambito di un’iniziativa sociale. L’incontro di domani è volto a sensibilizzare, attraverso il calcio, «su quanto accaduto in un passato che sembra sempre più lontano, soprattutto tra i giovani, affinché non si perda la memoria sulla Shoah», spiega Dora Bendotti, referente del dipartimento sociale della Lnd abruzzese.
Nella scuola elementare “Matilde Serao” di San Giuseppe, Dora Bendotti e il Victoria Cross cattureranno l’attenzione dei piccoli studenti di tre classi quinte attraverso un fumetto che racconta l’irruzione dei soldati tedeschi durante l’allenamento di una squadra di calcio per deportare i calciatori ebrei o dissidenti, e con delle grandi figurine commemorative che ricordano le storie di personaggi di spicco del mondo del calcio (atleti, allenatori e dirigenti) che hanno perso la vita nei campi di sterminio, che si sono rifiutati di combattere al fianco dei nazisti o che hanno salvato vite umane sottraendole alla barbarie dell’epoca. Le “figurine della memoria” sono state presentate per la prima volta ieri (29 gennaio) al Teatro Rossini di Roma dalla Lnd Nazionale in collaborazione con Figurine Forever e Aned (Associazione Nazionale ex Deportati nei campi nazisti).
L’iniziativa è stata pensata a livello nazionale e Ortona, grazie al Victoria Cross, è l’unica città abruzzese che l’accoglie. «Non potevamo fare altro che rispondere presente», afferma il presidente della società, Giampiero Misci. «Per noi – aggiunge Misci – il ricordo e la memoria sono valori fondanti dato il nostro legame simbolico con chi ha combattuto per la liberazione di Ortona dal nazifascismo e siamo orgogliosi che si pensi a noi per eventi di questo tipo». La società ortonese, che compirà 10 anni a giugno, è molto più di una semplice realtà calcistica, avendo un legame diretto con la memoria storica della Battaglia di Ortona del dicembre 1943, una delle battaglie più dure combattute tra le forze alleate e l’esercito tedesco in Italia che valse alla città l’appellativo di “Stalingrado d’Italia”. Il nome, i colori sociali e lo stemma della società sono infatti un omaggio ai canadesi che hanno liberato Ortona dopo il cosiddetto “Natale di sangue”, e per questo la squadra è conosciuta e seguita anche nel paese nordamericano. Così ogni domenica il Victoria Cross – nome di un’alta e rara onorificenza militare che il generale canadese Paul Triquet ricevette proprio a Ortona – scende in campo con il biancorosso sul petto, come la bandiera del Canada, insieme a una foglia d’acero che emerge dalla cattedrale di san Tommaso Apostolo.
Non è la prima volta che la Lnd Abruzzo coinvolge la società del presidente Giampiero Misci in eventi legati al sociale. «Ci piace collaborare con loro perché hanno la giusta sensibilità – dice Dora Bendotti – e anche in questo caso abbiamo voluto coinvolgere il Victoria Cross perché entrare nelle scuole con una squadra di calcio per parlare di Shoah dalla prospettiva del nostro sport dà all’iniziativa un valore diverso e speciale».
Nell’immagine c’è la figurina di Renzo Cavallina, portiere, esordiente con la maglia del Parma nella stagione 1940/41 dove gioca fino alla stagione 1943, quando viene richiamato alle armi. Alla firma dell’armistizio l’8 settembre 1943, si rifiuta di essere aggregato alla Repubblica di Salò di Mussolini, come faranno diversi suoi compagni di sventura. Una scelta non semplice, dolorosa ma significativa. Catturato dalle truppe tedesche resta internato, fino alla liberazione, nello Stalag III D, campo di lavoro 884 a Berlin-Lichterfelde, tra indicibili sofferenze e privazioni. Al ritorno dalla prigionia prosegue la carriera calcistica nel Parma, stagioni 1945/46 e 1948/49, intervallata da un anno al Mantova, successivamente gioca tra C e Promozione fino a Faenza dove, nel 1955, ha inizio anche la sua carriera di allenatore. Tante sono, purtroppo, le storie che, come questa, meritano di essere raccontate per cementare la Memoria nelle future generazioni.



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