Tra conferme delle tendenze giĆ osservate negli ultimi anni e fenomeni in forte crescita sotto la spinta dellāaccelerazione AI, il Security Barcamp di Milano ĆØ stata lāoccasione per tracciare lāattuale panorama e le previsioni per lāanno in corso
I numeri, ormai, sono sotto gli occhi di tutti. Da quei 3 trilioni di dollari stimati nel 2015, che tuttora suonano come una cifra monstre, oggi il valore globale del cybercrime si ĆØ impennato fino a superare i 10 trilioni: una crescita vertiginosa, che nellāultimo decennio lo ha portato a rivaleggiare ā in termini di peso ā con le piĆ¹ potenti economie del mondo. E che aumenta di pari passo con i progressi tecnologici e lāallargarsi delle potenziali superfici dāattacco. Ā«Abbiamo riscontrato un incremento in fenomeni come i ransomware, lāunderground trading e gli attacchi verso le cosƬ definite āfinanze decentralizzateāĀ», commenta Marco Balduzzi, Senior Threat Manager di Trend Micro.
Ā«Ma oltre alla crescita numerica, ciĆ² che cambia sono anche i target, i metodi e tanti altri fattori. Nel caso dei ransomware, ad esempio, non assistiamo piĆ¹ ad attacchi indiscriminati, ma le minacce sono piĆ¹ mirate e si concentrano soprattutto su dati sensibili, come possono essere quelli degli ospedali: il risultato ĆØ che i riscatti sono passati da una media di 200mila dollari a una di oltre 1,5 milioni. O per quanto riguarda il traffico sul dark web, che in una prima fase si concentrava soprattutto sul commercio di sostanze stupefacenti, oggi oltre il 50% dellāofferta ĆØ costituito da servizi di criminalitĆ digitale. E i cyber criminali, per evitare di venire tracciati, si spostano su nuovi network, come Telegram, che ā come ricorderete ā lo scorso anno finƬ al centro di uno scandalo culminato con lāarresto del fondatore Pavel DurovĀ».
Il ruolo dellāAI: Deepfakes e non solo
Inevitabilmente, le previsioni per il 2025 non possono non tenere conto della fortissima accelerazione che lāintelligenza artificiale sta imprimendo a tutta lāindustria: tanto piĆ¹ aumenteranno lāadozione e lāutilizzo di soluzioni AI, tanto piĆ¹ si espanderanno anche le potenziali vulnerabilitĆ sul lato utente. Ā«Lo strumento che abbiamo identificato come principale minaccia da monitorareĀ», spiega Alessio Agnello, Technical Director di Trend Micro Italia, Ā«ĆØ quello dei deepfakes. Con questo termine non ci riferiamo unicamente a elementi video/audio prodotti con lāuso dellāAI, ma a tutte quelle componenti create con il fine di raggirare le vittime impersonando un soggetto esistente, come puĆ² essere il caso di un LLM addestrato a riprodurre alla perfezione lo stile comunicativo di qualcuno. Il timore ĆØ che lo scenario verificatosi durante la corsa al cloud si stia ora riproponendo in modo speculare con lāAI Rush, con la sicurezza che si vede momentaneamente relegata a un livello di prioritĆ inferiore nellāagenda di molte aziende, con i rischi conseguentiĀ».
Non si tratta quindi solo di un tema di awareness, ma anche di governance: lāallineamento alla direttiva NIS 2, per cui lāAgenzia per la Cybersicurezza Nazionale sta spingendo in modo particolare, sarĆ uno dei punti chiave dellāanno in corso per tantissime imprese. Ā«LāItalia, per quanto possa arrancare nella PA o in molte PMI rispetto ai piĆ¹ virtuosi esempi in Europa, ĆØ comunque un paese fortemente digitalizzatoĀ», illustra Gianluca Galasso, Direttore del Servizio Operazioni CSIRT Italia ā ACN. Ā«Per questo non puĆ² permettersi di ignorare nĆ© il potenziale dellāAI, nĆ© le minacce esterne di natura geopolitica. Devāessere pronta a rispondere in modo sistematico e multidirezionaleĀ».
Awareness e approccio proattivo, anzichƩ reattivo
Ā«La formazione ĆØ fondamentaleĀ», aggiunge Ivan Monti, CISO di Ansaldo Energia, Ā«perchĆ© alla fine ciĆ² che emerge ĆØ che gli attacchi sfruttano le aperture lasciate tali dagli utenti, consapevoli o meno. Lāuso corretto e supervisionato dellāAI ci puĆ² aiutare tantissimo, nellāidentificare i cosiddetti falsi positivi ed evitare stop agli impianti che avrebbero ripercussioni molto complesseĀ». Ā«A meĀ», gli fa eco David Neumarker, CISO di Aruba S.p.a., Ā«ciĆ² che colpisce di piĆ¹ ĆØ questo numero: si stima che solo il 57% del personale sia in grado di riconoscere una minaccia. Occorre fare in modo che tutti abbiano a disposizione gli strumenti per difendersi, passando da processi piĆ¹ rigorosiĀ». Anche perchĆ© i pericoli restano vari e in continua evoluzione: si prevedono tendenze in crescita anche nelle ATP, nello sfruttamento di vulnerabilitĆ di memory management o container escape, nei ransomware, nellāinfo stealing e nel malvertising. Ā«Quello che dobbiamo sforzarci di mantenereĀ», conclude Alessandro Fontana, Country Manager di Trend Micro Italia, Ā«ĆØ un approccio etico, meno affine al modello multinazionale e piĆ¹ attento alla prossimitĆ territoriale, alla divulgazione volta a proteggere soprattutto i soggetti piĆ¹ deboli della nostra popolazioneĀ». Una prevenzione che passa anche da un cambio di approccio: meno reattivo, piĆ¹ proattivo. Che ā annuncia lāazienda, in chiusura ā potrebbe giĆ vedere la luce nei prossimi mesi con il lancio di un nuovo prodotto.
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