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Intervista a tutto tondo al presidente di Ance Cosenza sul settore delle costruzioni
Lasciatoci alle spalle un anno in leggero calo dopo la bolla del superbonus, il settore delle costruzioni si appresta a vivere un anno ‘ricco’ come lavoro. Quali sono stati benefici della misura? La professione esercita appeal nei giovani? C’è carenza di manodopera? Ne abbiamo parlato con Giuseppe Galiano, presidente di Ance Cosenza.
Che anno è stato per il settore edile e che anno spera che possa essere il 2025?
Quello appena trascorso è un anno in leggero calo dopo la bolla del superbonus, in quanto le opere principali sono quelle del PNRR che comunque rimangono opere importanti, strategiche sotto tutti i punti di vista, soprattutto anche sotto quello della mole economica dei lavori. L’anno prossimo si andranno a completare le opere del PNRR, quindi dovrebbe essere un anno ancora ‘ricco’ come lavoro. Finito il super bonus poi l’Europa ha già programmato altri fondi, altri investimenti per integrare quelle opere che non sono state previste dal PNRR ma che servono ovviamente per una migliore fruizione delle opere che sono state realizzate che comunque rimarrebbero incomplete senza una perfetta armonia nell’ambiente dove sono realizzate.
Veniamo da un periodo d’oro legato al superbonus. Quali sono stati i benefici? Quali invece le ricadute dovute alle restrizioni da parte del Governo?
Il superbonus è stato una bolla, nel senso che è stato un intervento notevole. Diciamo che è stato mal gestito. Noi come Anci eravamo propensi e siamo stati suggeritori di limitare l’importo per annualità, nel senso che il governo poteva prevedere una spesa annua massima e le altre sarebbero slittate l’anno successivo, quindi lasciarlo strutturale, in itinere, perché non si trovavano personale, non si trovava apparecchiatura, non si trovavano macchinari, quindi c’era un aumento del Pil incredibile, una mole di lavoro eccezionale, però noi chiedevamo il controllo a tappeto su tutte le opere, il 100% delle opere, le imprese dovevano essere imprese qualificate, imprese storiche, non imprese nate purtroppo solo per superbonus. Nel periodo di superbonus sono nate 16.500 imprese, terminato il superbonus di queste il 95% si è cancellato immediatamente senza lasciar traccia nelle Camere di commercio. Se dovesse sollevarsi un problema su un edificio restaurato, i committenti, i condomini non avrebbero a chi farli valere, perché tra l’altro, la cosa assurda, non sono state presentate neanche le polizze fideiussorie a garanzia degli appalti.
Dal recente rapporto del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente è emerso che la nostra regione rispetto alle altre ha un consumo minore di suolo pubblico. Tra le province, però, quella di Cosenza e quella con il maggior consumo. Riqualificare gli immobili esistenti potrebbe essere una misura efficace.
Andrebbero riqualificati i fabbricati e le opere con un consumo di suolo zero, ove è possibile. Ove non è possibile vanno demolite per la sicurezza di chi utilizza quelle opere ricostruite. Ci sono tante opere che potrebbero essere ristrutturate e rimesse sul commercio per l’utilizzo, però non sempre i proprietari, quando parliamo di privato, hanno la possibilità economica di poter ristrutturare a proprie spese, soprattutto sotto l’aspetto di efficientamento energetico e sismico, quindi qui bisognerà che il governo trovi il modo di poter agevolare con mutui a tasso zero per poter permettere all’utenza privata di poter rigenerare le proprie abitazioni.
Cosa pensa della patente a punti?
La patente a punti è un fatto positivo perché obbliga anche le microimprese, le aziende artigiane, anche se in altri settori- non quelle dell’edilizia perché un artigiano in edilizia può fare ben poco, un uomo da solo in edilizia non può lavorare- però sono quelle frange dove molte volte c’è più lavoro nero. Anche loro dovranno adeguarsi alle leggi vigenti, alle leggi nazionali che spesso permettono l’emersione dal nero, che obbligano ad assumere le persone e a fargli fare dei corsi di formazione e informazione della sicurezza sui luoghi di lavoro, quindi è un fatto positivo. Tutto ciò che pone una concorrenza leale allo stesso livello noi la vediamo sempre in maniera positiva, perché siamo sicuri delle leggi italiane e chiediamo al governo sempre stabilità delle leggi, chiarezza delle leggi, in modo che tutti si possano uniformare e avere una concorrenza leale e uguale per tutti.
Qual è l’impatto dell’intelligenza artificiale nel settore?
L’impatto dell’intelligenza artificiale ancora non è molto ben chiaro, sicuramente ci saranno sotto i processi formativi di programmazione, degli eventi positivi in tal senso, come quelli del controllo e del disbrigo amministrativo delle pratiche, quindi ci sarà sicuramente un’accelerazione dei tempi. Sotto l’aspetto della costruzione vera e propria potrebbe portare sicuramente dei cicli più corti per tutta la filiera, quindi una consegna delle opere in anticipo rispetto ai tempi attuali.
La professione esercita appeal nei giovani? Che ruolo possono avere la scuola e i centri per l’impiego?
Il ruolo della scuola è importantissimo. Dobbiamo dialogare con le scuole, dobbiamo far sì che nelle scuole ci siano indirizzi come gli istituti tecnici professionali. Oggi è difficilissimo reperire sul mercato giovani geometri che svolgano l’attività di cantiere, sono diventate mosche bianche, questo è un grave handicap. A differenza ci sono molti ingegneri, gran parte dei quali purtroppo vanno via per trasferirsi al nord o all’estero addirittura. Dobbiamo far capire che oggi c’è bisogno dei giovani, soprattutto per l’uso delle nuove tecnologie Oggi non si costruisce più solo con la cazzuola e la pala, oggi ci sono i processi informatici per poter far avanzare le macchine, poterle programmare, farle lavorare, controllare, che sono di altissima specializzazione. Quindi serve non solo la manodopera, ma anche ingegneri e personale altamente specializzato per far sì che quella macchina faccia il proprio lavoro.
Parliamo di numeri: c’è carenza di manodopera?
C’è una grave carenza di manodopera, tant’è che si sta iniziando a pensare di formare personale extracomunitario per poterli immettere nel mercato di lavoro, perché purtroppo è un mestiere che attrae sempre meno le persone.
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