Nel 2018 avviene una svolta importante, perché la band trasforma la sua musica in uno strumento di sensibilizzazione su un tema molto forte, quello della “sicurezza sul lavoro”. Ne parliamo con “Bruco”, il frontman della band.
Perché, ad un certo punto del vostro percorso artistico, avvertite l’esigenza di sensibilizzare sul tema della “Sicurezza sul lavoro”?
Anche precedentemente, l’impegno sociale nella nostra musica non è mai mancato. Difatti, il nostro primo brano, si intitola “Guerra no”, in riferimento alla guerra nei Balcani. Nel 2018, avviene la svolta, stimolati da un nostro fan, responsabile della sicurezza nei luoghi di lavoro di una grande azienda, che ci chiede, di scrivere una canzone riguardante la tematica della “sicurezza sul lavoro”. Sulla scia del brano “Ancora vivere” e del video prodotto da Murdaca Film, che parla dell’utilizzo smodato del cellulare in auto o per strada, e grazie al supporto della Fondazione LHS e della Faraone Academy, è partita una serie di concerti, di confronti, di iniziative, che ci hanno fatto comprendere quanto potente sia la musica nel comunicare determinate tematiche. Già da musicisti, conoscevamo alcune situazioni di pericolo legate ai palchi non a norma, ma poi, abbiamo conosciuto tantissime altre situazioni e realtà, e in particolare persone, che nel silenzio, si prodigano per cercare di diffondere la “cultura della sicurezza”. Attraverso la musica si realizza un’introiezione di temi importanti, come la tutela della vita. Ed è proprio attraverso la musica che cerchiamo di sensibilizzare sul tema della “sicurezza sul lavoro”, che è una piaga per il nostro Paese, stando ai dati tremendi relativi all’anno scorso, dove sono stati 1000 i morti sul lavoro, dato, che speriamo possa scendere. Così è iniziato il nostro nuovo percorso artistico, che ci ha portati a scrivere il nuovo disco, dal titolo “Macte Animo!”, accompagnato non solo dai concerti, ma anche da interventi nelle scuole, dove abbiamo svolto la nostra opera di sensibilizzazione relativa alla sicurezza sul lavoro.
La vostra musica, in generale, e in particolare nel vostro ultimo lavoro discografico “Macte Animo!”, ha lo scopo, come abbiamo già sottolineato, di sensibilizzare in tema di “Sicurezza sul lavoro”. Secondo la vostra esperienza, l’opinione pubblica è sensibile a questo tema oppure no?
Si parla di “sicurezza sul lavoro” solo quando ci sono le tragedie. Qualche addetto ai lavori, ha ammesso che bisognerebbe parlare un po’ di più dell’argomento, per il resto si viaggia in una sorta di indifferenza. Secondo me, in primo luogo, servirebbe un’azione, a livello politico, e accanto a questa, bisognerebbe trovare, insieme agli strumenti a nostra disposizione, come la formazione, le norme, le sanzioni e i controlli (che dovrebbero essere maggiormente costruttivi), ulteriori strumenti, come gli strumenti di comunicazione non convenzionale, e cioè la musica, il teatro, il fumetto ecc. che possano aiutare a creare la “cultura della sicurezza”.
Parliamo della “copertina dell’album”, sulla quale è rappresentato un lavoratore, in particolare si tratta di un operaio edile, sollevato da “due mani giganti”. Cosa rappresentano, le mani che sollevano l’operaio?
La copertina ha una storia che è legata all’inizio di questo percorso dedicato alla salute e alla sicurezza sul lavoro. Tutto ha avuto inizio quando, la Faraone Academy, mi invita ad un evento, per presentare la canzone “Ancora vivere”. All’evento in questione erano state presentate delle opere d’arte, e io sono rimasto affascinato da una di queste, dall’ immagine, molto potente che era rappresentata, che è diventata la copertina dell’album. Le mani, che tengono l’operaio, raffigurate nella copertina, rappresentano la vita. La vita dell’operaio, che viene tutelata perché ha tutti i dispositivi di sicurezza necessari durante lo svolgimento del suo lavoro. Unire le forme d’arte, quelle visive come la copertina del disco e la musica, ci consente di rafforzare il nostro messaggio.
Perché avete intitolato il disco “Macte Animo”, e perché la scelta di un titolo in lingua latina?
“Macte Animo!” significa “coraggio!”. Essa è rappresentativa del mondo in cui viviamo, raccontato solo attraverso il digitale, in particolare attraverso i social network, che ci presentano una realtà falsata ed edulcorata. Noi, vogliamo richiamare l’attenzione sulla vita reale, fatta di momenti belli, ma anche difficili, che vanno affrontati con “coraggio”. Il coraggio, non solo inteso, come il “coraggio di affrontare la vita”, ma anche il “coraggio di cambiare” i propri comportamenti, ad esempio quelli che mettono a rischio la sicurezza della persona. La scelta del latino è legata alla mia formazione scolastica, dice “Bruco”, frontman della band, che ha frequentato il liceo scientifico. Il latino, continua ancora il cantante, è molto importante perché fa parte della nostra cultura e perché da esso deriva la nostra lingua.
Nei vostri 32 anni di carriera, quale tema avreste voluto cantare e non l’avete fatto?
Ho due grandi passioni, afferma “Bruco”, oltre ai fumetti e la musica. La prima per la Formula 1 (sono super tifoso della Ferrari), e la seconda per il Milan. Perciò, mi piacerebbe scrivere una canzone dedicata alla mia squadra del cuore e una dedicata alla Ferrari. A proposito di sport, nel disco c’è una canzone dedicata a Marco Pantani, grandissimo ciclista, scomparso prematuramente.
Se doveste definirvi, che “artisti” siete?
Siamo una band di “originale rock italiano”.
Avete in programma un tour?
In questo momento stiamo pianificando le date, partiremo sicuramente nel mese di marzo, ma non ancora abbiamo definito bene il tutto. Con una serie di tappe, ci auguriamo di replicare l’esperienza degli ultimi anni in giro per l’Italia, dove porteremo un nuovo spettacolo che contiene l’ultimo album.
Avete progetti futuri di cui volete parlare?
Tra i progetti futuri, abbiamo in programma di tornare in studio e continuare la scrittura di brani, oltre alla realizzazione di un EP per fine anno.
Qual è il brano più rappresentativo dell’album e come nasce?
Il brano più rappresentativo è “Con gli occhi aperti”, relativo sempre al tema della “sicurezza sul lavoro”. Racconta la storia di una persona, che in seguito ad un incidente sul lavoro, non riporta alcun danno, perché indossava nella maniera corretta i dispositivi di protezione individuale. Questo brano arriva da un’importante sollecitazione di una cara amica, Laura Volpe di Faraone Academy. Con lei abbiamo pensato di guardare al tema della “sicurezza sul lavoro” da una prospettiva legata ad un evento positivo e non tragico. In più, nel brano, ho riversato tutta la mia passione per l’hard rock e l’heavy metal ed è venuta fuori questa “bomba chitarristica” come arrangiamento.
Chi sono i componenti della band?
I fratelli Stefano e Mauro Guidi (rispettivamente alla batteria e al basso), Michele Coratella (chitarra), Gianfranco Zibetti (tastiere) e io, Marco Daniele Ferri “Bruco” (voce).
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