Sentenza CEDU sulla Terra dei fuochi, Torino Respira: “rafforza le iniziative giudiziarie per l’aria pulita”

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L’inazione viola il diritto alla vita. La sentenza che rafforza le iniziative giudiziarie del Comitato Torino Respira, a difesa dell’aria pulita e dei diritti dei cittadini e delle cittadine

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La mancanza di azioni contro l’inquinamento viola il diritto alla vita, afferma la Corte suprema europea per i diritti umani.

La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha emesso una sentenza storica nel caso Cannavacciuolo e altri contro Italia, stabilendo per la prima volta che la mancata gestione adeguata dell’inquinamento ambientale viola il diritto umano alla vita. Ciò include l’obbligo di informare le persone che vivono in aree interessate dall’inquinamento in modo che siano in grado di valutare i rischi per la loro vita e la loro salute.

La decisione è stata presa in seguito a un caso intentato da cittadini e cittadine italiane in risposta a fumi pericolosi e altri tipi di inquinamento derivanti da diffusi scarichi e incendi illegali di rifiuti nella regione Campania nella “Terra dei Fuochi”, che stavano avendo effetti devastanti sulla loro salute. La corte ha chiarito che l’incapacità del governo di affrontare adeguatamente questo problema, nonostante fosse causato da privati, ha posto lo Stato in violazione della legge sui diritti umani.

La sentenza dovrebbe avere ripercussioni sui casi esistenti e futuri in tutta Europa.

Malgorzata Kwiedacz-Palosz, avvocata per i diritti fondamentali di ClientEarth, organizzazione europea con cui il Comitato Torino Respira collabora, ha affermato: Questa sentenza conferma che i nostri diritti umani si basano su un ambiente sano, tra cui aria, acqua e suolo sani, e che spetta ai governi proteggere le persone dalle minacce ambientali alla vita, indipendentemente da chi le causi. Per la prima volta la Corte ha confermato che l’inquinamento ambientale può minacciare il diritto alla vita stessa, il che significa che i governi saranno valutati in modo più rigoroso, con meno spazio per la discrezionalità. Il diritto alla vita innesca forti obblighi di protezione, e obblighi con cui i governi devono impegnarsi in modo proattivo, diligente e tempestivo, perché la sua violazione può comportare danni irreversibili sulla salute e la vita stessa”.

Il principale epidemiologo, il dott. Fabrizio Bianchi, che ha presentato argomenti a sostegno del caso, ha affermato: Per anni, quasi 3 milioni di persone in questa regione hanno sofferto a causa dell’inquinamento tossico, un rischio noto per la loro salute almeno dagli anni ’80. Gli impatti sulla salute locale sono chiari: dai tassi elevati di cancro e malattie cardiovascolari ai disturbi digestivi e urinari. Abbiamo bisogno di vedere una bonifica immediata e la piena responsabilità assunta dallo Stato italiano per monitorare e mitigare la situazione”.

Nel 2019, ClientEarth aveva presentato argomentazioni a sostegno di uno dei numerosi casi, poi riuniti, sui quali la corte si è pronunciata ieri.

La sentenza rafforza la giurisprudenza ambientale della Corte europea dei diritti dell’uomo e avrà una forte influenza su tutti i casi sui diritti umani ascoltati nelle corti in Europa e nel resto del mondo, come la Causa di Chiara, che ClientEarth sta attualmente supportando, che vede una madre lottare per il riconoscimento del diritto del figlio a respirare aria pulita, anche ai sensi dell’articolo 2 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, la disposizione che la corte ha chiarito ieri.

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consulenti legali di Torino Respira, associazione che sostiene il caso della madre in Italia, commentano: “Un’importante pronuncia della Cedu a tutela del diritto della vita affermato dall’art. 2 della Convenzione, resa per censurare l’inerzia dello Stato Italiano nell’adozione di misure di contrasto dell’inquinamento ambientale e di tutela anche della qualità dell’aria messa in pericolo, nel caso esaminato della c.d. “Terra dei Fuochi”, dall’abusivo incenerimento di rifiuti pericolosi. Una sentenza che rafforza le iniziative anche giudiziarie assunte dal Comitato Torino Respira, a difesa dell’aria pulita e dei diritti dei cittadini e delle cittadine, e che fornisce un autorevole sostegno agli argomenti fatti valere nella causa civile promossa avanti al Tribunale di Torino a tutela del diritto alla salute di un bambino affetto da gravi malattie respiratorie a causa dell’esposizione a concentrazioni di inquinanti fuorilegge, in ragione dell’inadempimento della pubblica amministrazione nell’adottare misure adeguate a contenerle nei parametri normativi euro unitari e nazionali.



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