Summit per i bambini: diritto al gioco e alla pace, cura dalle ferite della guerra

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La protezione dei piĆ¹ piccoli da conflitti, lavoro minorile e devastazione ecologica al centro dei panel pomeridiani dell’evento nel Palazzo Apostolico. Benanti: necessarie “etichette” per gli spazi di svago online. Yousafzay: le parole gentili non sono sufficienti. Gore: la ā€œvolontĆ  politicaā€ ĆØ ā€œuna risorsa rinnovabileā€. Faltas: la tregua speranza di futuro per i giovani della Terra Santa

Edoardo Giribaldi e Isabella H. de Carvalho ā€“ CittĆ  del Vaticano

Il diritto al tempo libero, spazio di riflessione e creativitĆ  opposto all’imperante “cultura della fretta”, che etichetta i bambini come “oggetti” sotto la pressione di soddisfare “bisogni ed aspettative” che devono limitarsi al solo mondo adulto. Il diritto alla libertĆ  dal lavoro minorile, piaga che coinvolge piĆ¹ di 160 milioni di giovani, estendendosi anche agli spazi online, per la quale “le parole gentili” non sono piĆ¹ “sufficienti”. Il diritto – quello “fondamentale” – alla pace, protetti dalle conseguenze devastanti del cambiamento climatico che proprio sui piĆ¹ piccoli e “vulnerabili” rischia di abbatersi. Sotto questi auspici si sono svolti i panel pomeridiani del Summit internazionale sui Diritti dei bambini intitolato Amiamoli e proteggiamoli, tenutosi per tutto il giorno di oggi, 3 febbraio, nel Palazzo Apostolico Vaticano. I lavori dell’evento organizzato dal Pontificio Comitato per la Giornata Mondiale dei Bambini sono ripresi dopo una prima serie mattutina di tavole rotonde precedute dalle parole di Papa Francesco.

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Il diritto del bambino al tempo libero

La dimensione della spensieratezza e del gioco che, come affermava Francesco, fa crescere i piĆ¹ piccoli “nella creativitĆ  e nel lavoro insieme”, ĆØ stata al centro del panel sul diritto dei bambini al tempo libero. Un dono “preziosissimo”, come definito dal cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica di San Pietro, capace di favorire nei piĆ¹ piccoli la “consapevolezza della loro dignitĆ ”, venendo considerati “per sĆ© stessi e non come oggetti che devono soddisfare bisogni e aspettative, o prodotti del sistema economico utilitarista moderno”. Thomas Bach, presidente del Comitato Olimpico Internazionale, ha citato due iniziative promosse dall’ente che guidano lo sport come “forza di bene” per i piĆ¹ giovani. L’Olympic Values Education Programme, che integra le attivitĆ  atletiche nei curriculum scolastici di 60 milioni di bambini in oltre 60 Paesi, e l’Olympic Refuge Foundation, che porta lo sport nei campi profughi di tutto il mondo, a beneficio di circa 800.000 giovani.

Sulla natura “digitale” del tempo libero ha riflettuto padre Paolo Benanti, presidente della Commissione italiana sullā€™Intelligenza Artificiale per lā€™informazione. In un mondo dove il tempo medio trascorso davanti allo schermo dai giovani ĆØ di cinque ore al giorno, ĆØ necessario che tali spazi siano accompagnati da “etichette” che segnalino la presenza di algoritmi utilizzati per “profilare” gli utenti, gestendo la loro “attenzione” e le loro “emozioni”. Le zone di guerra trasformano le ore di svago dei bambini in una “lotta per la sopravvivenza”. ƈ quanto affermato da Marek Michalak, presidente dell’Order of the Smile premio internazionale assegnato dai minori stessi agli adulti che si sono distinti per l’impegno a favore dell’infanzia. Michalak ha inoltre evidenziato il contrasto tra la necessitĆ  di riscoprire momenti di svago e riflessione e la “cultura della fretta”, che spesso opprime i piĆ¹ piccoli con le responsabilitĆ  e le ambizioni tipiche del mondo adulto. Un tema ripreso da Qinghong Wang, presidente esecutivo e CEO dell’East-West Philanthropy Forum, piattaforma che unisce i “leader della caritĆ ” da Oriente ad Occidente. Wang ha illustrato i provvedimenti adottati dal governo cinese per tutelare il tempo libero dei bambini, tra cui il divieto di videogiochi online dalle 22 alle 08 e la limitazione dell’uso degli schermi a non piĆ¹ di un’ora al giorno per i minori di 16 anni.

L'intervento di padre Paolo Benanti

L’intervento di padre Paolo Benanti

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Il diritto del bambino a vivere libero dal lavoro minorile e dallo sfruttamento

Il secondo panel pomeridiano ha riguardato il diritto dei piĆ¹ piccoli a vivere liberi dal lavoro minorile. Una piaga con cui l’umanitĆ  ĆØ ancora colpevolmente chiamata a fare i conti, come denunciato dal Papa, nel secolo che al contempo “genera intelligenza artificiale e progetta esistenze multiplanetarie”.Ā Un concetto rilanciato dal cardinale Fabio Baggio, direttore generale del Centro di Alta Formazione Laudato si’, che ha introdotto gli interventi. Philippe Vanhuynegem, capo della sezione Principi e diritti fondamentali sul lavoro del Dipartimento Governance e Tripartitismo dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), ha virato sulla stretta attualitĆ , condividendo la testimonianza di Jean-FranƧois, 15enne congolese costretto ad estrarre il cobalto dalle miniere del suo Paese. Oggi, il lavoro minorile coinvolge circa 160 milioni di bambini. Tra le soluzioni proposte emergono la garanzia dell’istruzione per i piĆ¹ piccoli e una solida protezione sociale, affinchĆ© le famiglie in difficoltĆ  economica non siano costrette a far lavorare i propri figli. L’intervento di Dana Humaid, amministratore delegato dell’Interfaith Alliance for Safer Communities, ha esplorato il ruolo della tecnologia, mettendone in luce opportunitĆ  e insidie legate allo sfruttamento minorile. Tra le piaghe che colpiscono i bambini online spicca lo sfruttamento sessuale, che puĆ² riguardare persino vittime di appena tre mesi. “Basta un click”, ha sintetizzato Humaid, evidenziando “l’allarmante scala” del fenomeno: piĆ¹ della metĆ  dei diciottenni nel mondo ha subito una qualche forma di violenza online. “Una cicatrice profonda, che rimane per sempre. Non possiamo permettere che il profitto conti piĆ¹ della dignitĆ  dei giovani”.

A offrire una prospettiva concreta ĆØ stata anche suor Martha Pelloni, religiosa della CongregaciĆ³n de Carmelitas Misioneras Teresianas, che ha raccontato la realtĆ  dell’Argentina. Nel Paese, la povertĆ  strutturale ĆØ all’origine di violenze sempre piĆ¹ complesse. Sebbene esistano leggi a protezione dei bambini, “bisogna renderle vincolanti.” ā€œIl problema ĆØ che stiamo perdendo un senso di urgenza, c’ĆØ un serio deficit di responsabilitĆ  morale e di rendicontazione moraleā€, ha affermato Kailash Satyarthi, Premio Nobel per la Pace nel 2014, insieme alla giovane attivista pakistana Malala Yousafzay ā€œper la loro lotta contro la sopraffazione dei bambini” e per il loro accesso ā€œall’istruzione”. Satyarthi ha sottolineato che ā€œle parole gentili non sono sufficientiā€ e invece propone la ā€œcompassioneā€ come motore che genera ā€œun sincero impulso a prendere azioni urgenti.ā€ L’intervento di Salvatore Sciacchitano, presidente del Consiglio dellā€™Organizzazione Internazionale per l’Aviazione Civile (ICAO), ha affrontato il tema del traffico aereo come canale per la tratta di esseri umani, con un’attenzione particolare ai bambini. Per contrastare questa piaga, Sciacchitano ha evidenziato l’importanza di una “strategia globale” giĆ  in atto, finalizzata a formare gli equipaggi affinchĆ© siano in grado di riconoscere “comportamenti sospetti” riconducibili alla tratta e segnalarli tempestivamente ai punti di contatto competenti.

L'intervento di Kailash Satyarthi

L’intervento di Kailash Satyarthi

Proteggere i bambini dai conflitti armati e dalla devastazione ecologica

“Cosa cā€™entrano con la guerra i bambini, le famiglie? Sono le prime vittimeā€ ĆØ stata la domanda, sotto forma di denuncia, affiliata al panel dedicato alla protezione dei piĆ¹ piccoli dai conflitti e dai danni causati dal cambiamento climatico. In apertura, il cardinale Ɓngel FernĆ”ndez Artime, pro-prefetto del pro-prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita consacrata e le SocietĆ  di vita apostolica, ha offerto un dato: sono 300 mila i bambini coinvolti in gruppi e forze armate. Un “grido che sale a Dio accusa gli adulti che hanno messo le armi nelle loro piccole mani”, ha detto il porporato. Ahmed Naser Al-Raisi, presidente dell’Interpol, ha ricordato l’impegno dell’agenzia internazionale nella lotta contro i crimini a danno dei bambini e ha evidenziato come l’incontro in Vaticano fosse un’opportunitĆ  per ricordare che ā€œogni bambino, indipendentemente dal suo background, merita di crescere in un ambiente dove sia amato, protetto e abbia l’opportunitĆ  di prosperareā€.Ā 

Speranze per la Terra Santa

“La pace ĆØ il diritto principale dei bambini, hanno il diritto a conoscere il bene”. Questo lā€™accorato appello di padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa. Una terra tanto “benedetta” quanto “martoriata”, dove giovani palestinesi e israeliani affrontano sofferenze profonde, sia fisiche che spirituali. A mancare ĆØ tutto: cibo, cure, istruzione. “I piccoli della Terra Santa non vedono il loro futuro e perdono la speranza, ha sottolineato padre Faltas. Tuttavia, l’attuale tregua rappresenta uno spiraglio per il loro avvenire, un’opportunitĆ  affinchĆ© le strade si aprano per loro e affinchĆ© siano finalmente ascoltati mettendosi al loro livello, con gli occhi della veritĆ ”. Infine Al Gore, ex vice presidente degli Stati Uniti durante lā€™amministrazione Clinton e Premio Nobel per la Pace nel 2007 per il suo impegno nella lotta al riscaldamento globale, ha evidenziato – citando spesso lā€™enciclicaĀ Laudato siā€™Ā –Ā come la crisi ambientale ed ecologica ā€œcolpisce in modo sproporzionatoā€ i poveri e le persone in situazioni di vulnerabilitĆ .Ā Tuttavia ha ricordato che la ā€œvolontĆ  politicaā€ ĆØ ā€œuna risorsa rinnovabileā€ e che i governanti del mondo hanno ā€œil dovere di restituireā€ alle giovani generazioni ā€œla speranza nel futuroā€.

L'intervento di Al Gore

L’intervento di Al Gore

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