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VIENNA, 3 FEBBRAIO – All’ Onu di Vienna l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale UNIDO ha organizzato l’evento ”Who Pays? For the Implementation of Sustainability-Driven Regulations”.
Con le normative orientate alla sostenibilità sempre più adottate in vari paesi, le discussioni si sono concentrate sul loro impatto ambientale e sociale nelle catene di fornitura globali. L’evento si è concentrato sulla domanda urgente: chi sostiene i costi di implementazione? In un esempio di dialogo multilaterale, relatori e partecipanti hanno visto la partecipazione di rappresentanti del settore pubblico, privato e non profit, dei paesi produttori e consumatori e di tutti i livelli della catena di fornitura. Riunendosi, hanno discusso non solo delle sfide per rendere le catene di fornitura più sostenibili, ma hanno anche proposto soluzioni pratiche e lungimiranti per affrontarle.
Il direttore generale dell’UNIDO Gerd Müller ha sottolineato nel suo discorso di apertura che rendere le catene di fornitura globali più eque e sostenibili è una priorità per l’UNIDO. “Abbiamo bisogno di una globalizzazione equa. Lo sfruttamento delle persone e della natura deve finire. Abbiamo bisogno di una maggiore creazione di valore locale nei paesi in via di sviluppo, prezzi equi e, soprattutto, standard sociali e ambientali vincolanti e applicati. Per questo dobbiamo supportare i fornitori e i produttori più piccoli nei paesi in via di sviluppo nell’implementare le normative sulla sostenibilità della catena di fornitura”. E E ha continuato: “L’UNIDO è il vostro partner. Vi supportiamo nell’affrontare le sfide finanziarie delle normative sulla catena di fornitura e fornendo assistenza tecnica e programmi di rafforzamento delle capacità alle PMI. Lavorando insieme, possiamo creare un futuro in cui la sostenibilità sia un’opportunità di crescita e prosperità per tutti”.
L’ evento Who Pays è stata anche l’occasione per mettere in mostra il lavoro in corso dell’UNIDO sulle catene di fornitura sostenibili, evidenziando due nuovi progetti annunciati in collaborazione con Finlandia e Italia.
La prima iniziativa, parte del programma globale FairShare dell’UNIDO sulle catene di fornitura sostenibili, sfrutterà le partnership pubblico-private per affrontare le principali sfide ambientali e di sostenibilità sociale, come il reddito di sussistenza, lo sviluppo delle competenze e la circolarità nelle catene di fornitura. Finanziato dal governo finlandese, il progetto sarà implementato in collaborazione con tre partner finlandesi del settore privato, Fazer, Kone e Sitra, e coprirà Ecuador, India e Zambia.
Il progetto italiano si concentrerà sul miglioramento della resilienza climatica e della trasformazione nell’industria del caffè in Africa attraverso un approccio continentale alle sfide condivise del settore. In collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), la Commissione Europea (DG INTPA) e organizzazioni chiave come l’Organizzazione Internazionale del Caffè (ICO) e l’Organizzazione Interafricana del Caffè (IACO), l’UNIDO mira a migliorare la resilienza climatica nella produzione di caffè, rafforzare la lavorazione locale a valore aggiunto, supportare la conformità con le nuove normative, promuovere la ricerca all’avanguardia sulla produzione sostenibile del caffè e affrontare l’uguaglianza sociale all’interno della filiera del caffè.
Debora Lepre, Rappresentante permanente dell’Italia presso le Organizzazioni Internazionali a Vienna , ha sottolineato : “L’Italia e l’UNIDO hanno una lunga storia di cooperazione di successo in diversi settori. Questa iniziativa italiana sulla filiera del caffè è un esempio eccellente di cosa può fare un’efficace cooperazione multilaterale per costruire filiere internazionali più forti e sostenibili”.
L’iniziativa rientra nel Piano Mattei e mira nello specifico ad accrescere il valore e la qualità del caffè, con la creazione di filiere più sostenibili e resilienti, attraverso partenariati pubblico-privati e il coinvolgimento di aziende italiane leader nel settore.
I partecipanti hanno sottolineato che le normative obbligatorie sono essenziali per ridurre i danni causati da catene di fornitura non sostenibili, ma comportano sfide significative, in particolare per agricoltori, produttori e commercianti con risorse limitate. Supportare questi attori con risorse tecniche, finanziarie e umane è fondamentale e la responsabilità di coprire questi costi deve essere condivisa tra governi, acquirenti multinazionali e altri stakeholder.
Nelle osservazioni conclusive, Carlos Manuel Rodriguez,CEO e Presidente del Global Environment Facility ha affermato: “La questione ‘Chi paga?’ non è solo una questione finanziaria, è una questione di valori, priorità e della nostra responsabilità collettiva verso le generazioni future. Abbiamo tutti un ruolo da svolgere nella creazione di un futuro più sostenibile. Abbiamo la volontà e il know-how. Il momento di agire è ora, quindi diamoci da fare”.
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