Consacrati: ricchezza della Chiesa di Lecce. Seccia: manifestazione dell’azione dello Spirito

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La Giornata della vita consacrata, che ricade nella Festa della Presentazione di Gesú al Tempio, è una celebrazione istituita dalla Chiesa Cattolica per onorare e riconoscere il contributo prezioso dei religiosi e delle religiose che hanno consacrato la loro vita a Dio attraverso i voti di povertà, castità e obbedienza.

 

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Quella vissuta a Lecce domenica scorsa in cattedrale, è stata preceduta da un incontro testimonianza sulla bellezza della vita consacrata e di due testimonianze di religiosi che hanno emesso i voti solenni. L’aula liturgica ha accolto un centinaio tra consacrati e consacrate, compresi le rappresentanti degli istituti secolari e alcuni membri dell’Ordo virginum. Un’assemblea ricca dell’unica finalità che è proprio quella di dare testimonianza della molteplicità dei carismi all’interno della nostra Chiesa diocesana.

Presenti all’incontro oltre ai due arcivescovi, Michele Seccia e Angelo Raffaele Panzetta, anche Padre Carmine Madalese, vicario episcopale per la vita consacrata, mons. Cristoforo Palmieri vescovo emerito della diocesi di Rrëshen, religioso della Congregazione della Missione e madre Giulia Cavallo segretaria Usmi.

Prima della riflessione, il vicario ha voluto porgere il suo indirizzo di saluto a tutti i consacrati e consacrate presenti, dicendo “quanta grazia si concentra per tutti noi, in questa luminosa festa della Presentazione di Gesù al Tempio! Anzitutto, perché stiamo vivendo l’Anno Giubilare: tempo in cui attingere dal Signore la grazia del more, per noi e per le nostre comunità. Si: il nuovo non è frutto dei nostri sforzi, per quanto nobili possano essere. Il nuovo è sempre e unicamente dono dall’alto, dono di Dio. A noi spetta un compito forse meno impegnativo di quanto crediamo: lasciare spazio al Signore perché possa agire liberamente, nelle nostre vite personali e nelle nostre comunità.” Successivamente ha voluto far presentare all’arcivescovo coadiutore mons. Angelo Raffaele Panzetta le diverse congregazioni, invitando una rappresentante a prenderne la parola.

Con la recita del Vespro e dopo un canto introduttivo eseguito dalle Suore Discepole di Gesu Eucaristico, la meditazione dell’arcivescovo Seccia è stata centrata sulla “manifestazione dell’azione dello Spirito” dove il presule ha voluto ricordare che “la vita consacrata è quasi un verbo, come per dire, prendo coscienza di ciò che ho scelto, di ciò che sto facendo, di ciò che propongo di fare. È una responsabilità grande che abbiamo perché quanto più radicata e radicale è la nostra vocazione tanto più dobbiamo avvertire l’attrazione dell’azione dello Spirito Santo nella nostra vita reale e quotidiana.” E conclude “lo ripeto quasi ogni anno, ma è questo il valore aggiunto della Giornata di santificazione per la vita consacrata, ovvero non dobbiamo perdere mai di vista quel momento nel quale – e grazie al quale – abbiamo sentito una chiamata speciale che ci deve poter dire e far dire Signore grazie veramente tu mi hai scelto e io non ho sbagliato indirizzo nella scelta”.

Poi è seguito il tempo delle testimonianze. A iniziare è stata Suor Maria Guadalupe Salas Jaime della Congregazione delle Figlie S.S. Vergine Immacolata di Lourdes che ha voluto condividere il suo ricordo della chiamata, dicendo “da piccola non ero vicino alla chiesa, io la chiesa non la frequentavo per niente. La mia vocazione è nata guardando un film dove la protagonista era una suora. Un pomeriggio mi trovavo tranquillamente a casa mia sotto un albero che riposavo. Quando una bambina venne a dirmi che c’erano delle suore che mi cercavano. Che ho fatto? Mi sono alzata e sono andata dalla mia migliore amica e le ho detto mi stanno chiamando le suore mi invitano a un incontro mi vuoi accompagnare? Lei mi disse no, se vuoi andare tu vacci ma non ti accompagno. Fu l’incontro più bello della mia vita perché lì ho conosciuto una suora che mi ha trasmesso una gioia immensa quando sono tornata a casa dissi a mia mamma io voglio diventare suora, perché in quell’incontro ho sentito forte questa chiamata”.

Dopo di lei, è stato Fra Pierpaolo Romanello ofm che lo scorso 16 settembre ha compiuto la sua professione perpetua nell’ordine dei Frati minori, che ha voluto condividere una riflessione personale sulla bellezza della vita consacrata e di come lo invita a guardare oltre al di là delle stelle. Lo fa citando un versetto del Vangelo di Matteo al capitolo 6, “perché là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore. Questo versetto ha illuminato il mio discernimento facendomi comprendere che il vero tesoro, sicurezza del mondo, è dono totale di sé e ho imparato cosa significa amare come Cristo ci ha amati”.

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Al termine delle testimonianze, mons. Seccia ha consegnato a Suor Leticia Alvarez Peralta e Suor Maria Guadalupe Salas Jaime  – entrambe figlie della Congregazione delle Figlie S.S. Vergine Immacolata di Lourdes – la pergamena commemorativa per il XXV° anniversario di consacrazione religiosa.

La benedizione delle candele, caratteristica della festa liturgica della Presentazione al tempio del Signore, svoltasi nella navata laterale presso l’altare della natività della cattedrale, ha aperto la Santa Messa, che è stata concelebrata dall’arcivescovo coadiutore, insieme al vicario episcopale per la vita consacrata, il parroco della cattedrale, i presbiteri, i frati comboniani, salesiani e da alcuni frati, insieme anche ad alcuni altri sacerdoti diocesani. Insieme al presule tutti sono andati “incontro al Signore” nella celebrazione dell’Eucarestia. Momento particolarmente significativo è stato il rinnovo dei voti da parte di tutti i consacrati e le consacrate presenti cui si è unito il vescovo come padre e pastore. Prima della benedizione finale, le Salesiane dei Sacri Cuori hanno voluto offrire un tradizionale ballo di ringraziamento.

La Giornata Mondiale della vita consacrata non è stato solo un momento di preghiera solenne, ma un’occasione per riflettere sulla chiamata alla vita consacrata e per promuovere una maggiore consapevolezza nella comunità cattolica e oltre. Coloro che abbracciano la vita consacrata non sono solo testimoni della gioia e della grazia divina, ma incarnano anche la testimonianza della comunione.

Racconto per immagini di Arturo Caprioli



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