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Nella foto, una marmotta sulle Alpi nell’attualità. Un importante ritrovamento del 2022 ha rinvenuto una mummia di marmotta risalente a 6600 anni fa.

Ormai è sempre più frequente: la fusione dei ghiacciai alpini sta portando ogni anno a delle straordinarie scoperte. La scomparsa dei ghiacci fa infatti emergere reperti antichi, impronte. È successo recentemente con la scoperta di un ecosistema fossilizzato straordinario sulle Alpi lombarde.

In questo articolo vi parleremo invece della eccezionale scoperta fatta nell’estate del 2022, nel massiccio del Monte Rosa, sulla cresta che unisce il Lyskamm occidentale a quello orientale.

Una guida alpina ha infatti rinvenuto, quasi tre anni fa, una marmotta mummificata a una quota di circa 4200 metri, sulla cresta tra il Lyskamm occidentale e quello orientale. L’esemplare è vissuto circa 6.600 anni fa.

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La guida alpina Corrado Gaspard si è imbattuta nell’estate del 2022 in questo ritrovamento particolarmente curioso, per aspetto e conservazione. La piccola marmotta era adagiata su una roccia, in posizione raccolta, come a volersi proteggere o scaldare, rannicchiata sul fianco sinistro.

La mummia di marmotta, restituita dal ghiacciaio del Lyskamm nell’estate del 2022, è considerata il più antico reperto mummificato d’Italia e una scoperta di notevole interesse per la comunità scientifica. La datazione al radiocarbonio la colloca geologicamente nel Medio Olocene (circa 6.600 anni fa).

La marmotta più antica d’Italia

La mummia della piccola marmotta è oggi accolta, all’interno del Museo regionale di Scienze naturali nel castello di Saint-Pierre, in Val d’Aosta, in una teca super tecnologica dove potrà essere ospitata per i prossimi 500 anni.

È la prima volta che in Valle d’Aosta viene ritrovata una mummia naturale (ovvero un corpo in cui il processo di decomposizione ad opera di microrganismi è inibito da cause naturali).

Dalla data della scoperta, un team multidisciplinare di scienziati e studiosi ha lavorato al Marmot Mummy Project per ulteriori indagini sulla marmotta.

Marmot Mummy Project, primi risultati nel 2024

Il progetto “Marmot Mummy Project” della Regione autonoma Valle d’Aosta, ha riunito nel 2023 un’equipe di archeologi, biologi, genetisti, glaciologi, naturalisti e veterinari appartenenti a diverse istituzioni scientifiche, in primis il Museo di Scienze naturali Efisio Noussan e l’Istituto per lo studio delle mummie dell’Eurac, e le Università di Torino e Milano, la Fondazione Montagna Sicura, la Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Valle d’Aosta.

Al progetto hanno partecipato anche i ricercatori del Cnr-Isp, l’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche di Messina, che si sono interessati allo studio della vibrante comunità microbica che viveva nel suolo al di sotto della mummia.

I primi risultati degli studi compiuti sulla marmotta sono stati resi pubblici in una serie di eventi tenutisi la scorsa estate.

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Un importante reperto per capire meglio il nostro passato

Secondo Santa Tutino, il reperto ha un importante valore archeologico, storico e culturale per l’intera Valle d’Aosta in quanto la datazione lo colloca nel medesimo periodo dell’area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans e della necropoli di Vollein ed è quindi un ulteriore tassello della storia della Val d’Aosta.

Dal punto di vista scientifico, in Valle d’Aosta prima d’ora non era mai stata ritrovata una mummia naturale, questo rappresenta un unicum che apre le porte ad una serie di opportunità di ricerca scientifica.

Considerati gli effetti del cambiamento climatico sui ghiacciai e il loro scioglimento, nuove scoperte e nuovi reperti probabilmente verranno alla luce.

La mummia di marmotta potrebbe quindi non essere l’unico reperto ad emergere e questo permetterà l’avvio di nuovi filoni di ricerca, opportunità di collaborazione ed acquisire ulteriori competenze.

Dal punto di vista museale, infine, sarà possibile strutturare nuove attività promozionali, divulgative ed educative che permetteranno al Museo di rafforzare il suo rapporto con il territorio e di consolidare il suo ruolo di ente di ricerca e di divulgazione al servizio della collettività.

Per approfondire:

La marmotta del Lyskamm – Val d’Aosta –https://www.lovevda.it/it/banca-dati/8/in-evidenza/saint-pierre/la-marmotta-del-lyskamm-6-600-anni-e-non-sentirli/9020159

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