Ma quale Livorno, Piombino vuole entrare nella provincia di Grosseto

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GROSSETO. Piombino vuole lasciare la Provincia di Livorno e spostarsi sotto a Grosseto. Ci aveva provato, invano, oltre 10 anni fa l’allora sindaco Gianni Anselmi. Era il maggio del 2013 e il consiglio comunale di Piombino deliberò, a larghissima maggioranza (un solo voto contrario e due astensioni), di avviare un percorso di transizione verso la Provincia di Grosseto, recependo la petizione presentata da oltre 6.000 cittadini nel dicembre 2012. Poi la cosa finì lì. 

Ora ci riprova Francesco Ferrari, sindaco dell’altra parte politica, ma con le stesse convinzioni sulla vicenda.

Perché Piombino e Grosseto condividono moltissimo. Hanno in comune il bellissimo golfo di Follonica, a Torre Mozza non c’è un muro. Hanno in comune la Diocesi, con sede a Massa Marittima, hanno in comune la raccolta dei rifiuti, Sei Toscana serve anche la Val di Cornia. E hanno in comune paesaggi, economia, dal turismo alla zona industriale di Scarlino che, di fatto, confina quasi con quella di Piombino.

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E lo scambio di lavoratori fra le due zone, pensiamo solo alle acciaierie o ad Unicoop Tirreno, è continuo.

E poi che diceva Dante Alighieri della Maremma? Basti pensare al lucus maremmano, richiamato dai suoi limiti estremi Cecina e Corneto:

“[…] noi ci mettemmo per un bosco/ che da neun sentiero era segnato./ Non fronda verde, ma di color fosco;/ non rami schietti, ma nodosi e ‘nvolti;/ non pomi v’eran, ma stecchi con tòsco:/ non han sì aspri sterpi né sì folti/ quelle fiere selvagge che ‘n odio hanno/ tra Cecina e Corneto i luoghi cólti”.

Senza dimenticare che Grosseto, avrebbe, in Piombino, il proprio porto collegato all’Aurelia. Con il completamento dell’ultimo pezzo di 398 e della Grosseto-Fano da Piombino le merci potrebbero arrivare sull’Adriatico in modo veloce. Insomma, il matrimonio sarebbe una scelta saggia per entrambi i promessi sposi.

Dall’altra parte a Piombino, tolto qualche dé che si sente ogni tanto, con Livorno hanno poco o niente in comune. Se qualcuno, la sera, esce dai confini, va a Follonica, non va verso nord. In tutta la città non c’è un club del Livorno calcio, qui si tifano i nerazzurri locali, oltre a Fiorentina, Juventus, Inter e Milan.

Il capoluogo attuale è sentito lontano, estraneo.

Parte l’iter amministrativo per staccarsi da Livorno e andare sotto Grosseto

È il sindaco Francesco Ferrari ad annunciare l’avvio imminente del procedimento amministrativo per portare Piombino dalla Provincia di Livorno a quella di Grosseto. Una scelta che sarà accompagnata da un percorso di dialogo e confronto con Istituzioni e cittadini.

«Da sempre – spiega il sindaco Francesco Ferrari – noi piombinesi ci sentiamo più affini al territorio grossetano che a quello livornese. Un po’ per la vicinanza geografica e le condizioni territoriali omogenee, un po’ per gli aspetti culturali che ci accomunano».

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«La somiglianza dei territori di Grosseto e Piombino, cominciando dalla continuità territoriale della maremma grossetana con quella livornese, ci hanno fatto sentire sempre più prossima l’area maremmana rispetto a quella di Livorno».

«La collocazione di Piombino nella Provincia di Livorno è più un confine burocratico che reale e crediamo che sia giunto il momento di superare questa forzatura e volgere lo sguardo verso un territorio con il quale condividiamo molto: siamo certi che Piombino abbia tanto da dare alla Maremma, come è vero che le opportunità per lo sviluppo di sinergie commerciali, agroalimentari e turistiche sono ampie e di grande prospettiva per tutti e due i territori».

«Piombino, da anni ormai, ha avviato un percorso virtuoso di sviluppo e profondo cambiamento: se vogliamo proseguire su questa strada dobbiamo avere il coraggio di modificare uno status quo che esiste solo perché ormai consolidato, trovando soluzioni diverse e più in linea con le nuove esigenze della città».

«Si tratta di un procedimento che già una decina di anni fa fu avviato e poco dopo interrotto: nei prossimi giorni approveremo una delibera di giunta che darà avvio al nuovo percorso, un primo atto formale che sarà seguito dalla discussione in consiglio comunale e da un confronto attivo con i cittadini».

Il consigliere regionale Ulmi: «Piombino è la porta a mare della Toscana del sud»

 «La proposta del sindaco di Piombino Francesco Ferrari di avviare l’iter per l’adesione alla provincia di Grosseto la trovo condivisibile, alla luce di un secolare legame socio economico tra l’Alta Maremma e la Val di Cornia, segnato anche dall’appartenenza alla stessa Diocesi. Già diversi anni fa sotto il sindaco Anselmi era stato avviato il percorso, poi fermato dalla Riforma Del Rio, sintomo che questa decisione può trovare consenso unanime nella società piombinese, ma, sono convinto, anche il sostegno di quella della provincia di Grosseto».

Così il consigliere regionale e capogruppo di Merito e Lealtà Andrea Ulmi all’annuncio del primo cittadino di Piombino.

«Piombino è la porta di accesso dal mare a tutta la Toscana meridionale e ad una parte dell’Umbria – afferma Ulmi – e il suo porto potrebbe trarre numerosi benefici, che aumenteranno con il completamento della Grosseto-Siena che creerà un collegamento veloce tra la costa e l’entroterra».

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«A livello turistico esiste una continuità con Follonica, Scarlino e Castiglione, dovuta all’affaccio di questi territori sul golfo di Follonica, ma penso anche ad uno sviluppo del manifatturiero che renderebbe ancora più uniti i due poli, quello siderurgico e quello chimico di Scarlino che hanno poi nel porto di Piombino il loro punto di riferimento».

Ulmi è certo che il passaggio di Piombino nella provincia di Grosseto possa recare vantaggi a entrambi i territori.

«Si tratta  di una grande opportunità da cogliere, tanto più se quanto proposto dal sindaco Ferrari si estendesse anche agli altri comuni limitrofi al territorio grossetano, Campiglia e Suvereto e all’Isola d’Elba. Le prospettive di sviluppo che questa scelta potrebbe portare con sé sono concrete. Per questo va affrontata con un dibattito serio e costruttivo da parte del mondo della politica, ma anche del tessuto socio-economico di entrambe le realtà».

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  • Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità.
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