Morta a 15 anni per sospetta overdose, le ultime ore di Nora: amici e familiari contro una donna brasiliana

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di
Beatrice Branca

Verona, le testimonianze dei parenti: «Ha preso il treno delle 22 poi non l’abbiamo più sentita. È stata lei a venderla»

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«Nora era passata giovedì nel bar della stazione a prendere uno zainetto che aveva lasciato a casa di mia sorella Guendalina. Con lei c’era una donna brasiliana. Poi ha preso l’ultimo treno per San Bonifacio di sera attorno alle 22 e non l’abbiamo più vista». A parlare questa volta al telefono è la 19enne Essia, una delle due sorelle maggiori della 15enne italo-tunisina trovata morta lo scorso lunedì dai carabinieri in un appartamento Ater a San Bonifacio. Risponde al posto della madre che ormai non ha più la forza di parlare, che piange sconsolata e continua a chiedere giustizia per la morte della figlia. «Io avevo accesso al suo profilo Instagram e controllavo le sue chat – confessa la sorella -. Eravamo preoccupati per lei e almeno così riuscivamo a capire dove andava e con chi era. Di San Bonifacio però non ho trovato tracce. Temiamo che qualcuno le abbia fatto del male e non è giusto. Vogliamo che la verità venga fuori».

Le testimonianze

Sono ancora molti i nodi irrisolti in questo giallo. Non era la prima volta che Nora si allontanava dalla sua abitazione in città anche per più di 24 ore, senza rientrare quindi nemmeno per dormire. La madre sostiene di aver visto la figlia un’ultima volta domenica e che non fosse mai stata in quell’appartamento a San Bonifacio. Un’amica della 15enne racconta però una versione dei fatti ben diversa. «Io e Nora eravamo state in quella casa la settimana prima della sua morte – dice l’amica -. Lì avevamo partecipato a una festa con alcuni nostri conoscenti. Le avevo raccomandato però di non tornare più da sola in quell’appartamento». 




















































I timori

Pochi giorni prima che la 15enne andasse incontro al suo tragico destino a San Bonifacio le due si erano di nuovo sentite al telefono. «Nell’ultimo periodo girava spesso con una brasiliana che a me non piaceva – racconta l’amica -. Avevo invitato Nora a casa mia, ma lei voleva portare anche quella donna e io le ho detto di no. Temo che in quell’appartamento la brasiliana abbia venduto la mia amica agli spacciatori. Ho paura che l’abbiano drogata con il crac o l’eroina e che le abbiano fatto del male, dandole una botta in testa o stuprandola». Secondo il racconto dell’amica, quella donna sarebbe stata poi la prima a chiamare un loro conoscente, dicendo che la ragazzina era morta. «Ero preoccupata perché Nora stava frequentando persone molto più grandi di lei e che si approfittavano della sua giovane età – dice l’amica -. Un mio conoscente mi ha detto di aver visto l’ultima volta Nora alla stazione di San Bonifacio con i vestiti strappati».

Il fascicolo aperto in procura

L’ipotesi della procura è che Nora possa essere morta per overdose. C’è solo un nome iscritto per il momento nel registro degli indagati, quello di un uomo di origini nordafricane e senza fissa dimora che potrebbe aver venduto alla 15enne la dose fatale. Per il momento l’uomo non è ancora stato rintracciato e nei suoi confronti non è stata disposta nessuna misura cautelare. L’autopsia non ha rilevato segni particolari di violenza sul corpo della ragazzina, ma bisognerà attendere almeno due settimane per la relazione del medico legale Federica Bortolotti e soprattutto i risultati degli esami tossicologici che potrebbero eventualmente confermare la tesi della procura. L’inchiesta è coordinata dal pubblico ministero Carlo Boranga che ha aperto un fascicolo di indagine per morte come conseguenza di altro delitto.

Il ricordo di amici e parenti

Nora non andava a scuola ormai da due anni e aveva abbandonato gli studi prima di conseguire la licenza di terza media. A 12 anni era stata accolta nella Comunità di San Patrignano, centro di trattamento delle dipendenze a Coriano, in provincia di Rimini, ma era scappata. «Avevamo chiamato venerdì gli assistenti sociali per prendere un appuntamento per Nora – racconta la sorella Essia – e dovevamo vederci con loro l’11 febbraio. Non volevamo aspettare così tanto e lunedì volevo richiamare l’ufficio per chiedere se era possibile anticipare l’incontro, ma poi abbiamo ricevuto quella terribile telefonata dei carabinieri. Nora ormai era morta. Nessuno ci è venuto incontro e da soli non siamo riusciti a salvarla». Domenica, in stazione Porta Nuova, familiari e amici di Nora si sono ritrovati per ricordarla, assieme ad alcuni preti noti per il loro impegno contro la droga, tra cui don Antonio Coluccia. Lunedì è arrivato il nullaosta e i funerali dovrebbero essere celebrati mercoledì in città nella moschea in via Bencivenga Biondani. «Nora era una ragazza d’oro – dice l’amica -. Amava i bambini e spesso faceva la babysitter a quelli dei vicini. Voleva cambiare, tornare a studiare e costruirsi un futuro diverso, migliore, ma purtroppo non ha fatto in tempo. La morte l’ha chiamata troppo presto».

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