Daniele Filizola ha ingaggiato Marco Gallo, l’investigatore del caso Elisa Claps, che per due mesi ha cercato prove. Presentata una denuncia alla Procura della Repubblica e un ricorso al Consiglio di Stato
Ventisei abitanti di Torraca, piccolo centro del Basso Cilento, sono stati a loro insaputa «spiati» per circa due mesi da un investigatore privato. Marco Gallo, così si chiama l’emulo di Sherlock Holmes, noto per essere stato il consulente della famiglia di Elisa Claps, la ragazza di 16 anni scomparsa da Potenza nel 1993 e rinvenuta poi cadavere 17 anni dopo nel sottotetto di una chiesa del capoluogo lucano, ha passato al setaccio la vita e tutti gli spostamenti di queste persone, raccogliendo prove e testimonianze sul caso delle presunte residenze «fittizie» nel comune di Torraca in occasione delle recenti elezioni a sindaco dell’8 e 9 giugno scorso.
La denuncia
La vicenda è stata denunciata da Daniele Filizola che per due mandati, dal 2000 al 2010, ha indossato la fascia tricolore del piccolo centro cilentano. Anni particolarmente intensi e «luminosi» per i circa tremila abitanti di Torraca, segnati dal primato di essere la prima led city al mondo, con la prima piscina semiolimpionica autosostenibile. Alle ultime consultazioni elettorali Filizola, che attualmente è presidente e ad di Cogefeed, azienda attiva da oltre 10 anni nel settore della sostenibilità e dell’economia green, quotata in Borsa nel 2024, decide di tornare in campo e si ricandida a sindaco. Ma per soli 12 voti viene battuto nelle urne dal suo avversario.
Gli spostamenti di residenza
«Circa due mesi prima delle elezioni – racconta Filizola – i consiglieri di minoranza segnalano ufficialmente al sindaco, al segretario comunale e al responsabile dell’ufficio demografico e stato civile nonché di vigilanza che come per le due elezioni precedenti a ridosso del voto gruppi di persone vicinissime o riconducibili all’attuale maggioranza spostano e stanno spostando la residenza senza averne alcun requisito». È il cosiddetto fenomeno della transumanza di residenze, che poi vengono ritrasferite in comuni viciniori dopo le elezioni, «al fine – riprende l’ex primo cittadino – di condizionare il libero e democratico voto». Il detective Gallo produce una minuziosa perizia investigativa dalla quale risulta, anche attraverso la preziosa testimonianza di un postino, che i 26 residenti formalmente a Torraca in realtà dimorano altrove, in località limitrofe come Sapri, Villammare, Vibonati o addirittura molto lontane come Castel San Giorgio, a circa 140 chilometri da Torraca.
«Un gruppo organizzato»
«Non si tratta – scrive Gallo nella relazione conclusiva – di soggetti isolati che trasferiscono autonomamente la loro residenza ma, a quanto pare, di un gruppo di soggetti organizzati i quali trasferiscono scientemente, periodicamente e a piacimento, senza alcun controllo, la loro residenza nel comune di Torraca in occasione e in vista delle elezioni comunali, al fine di condizionarne il voto». Gallo riferisce anche, «per amore della verità», una frase che sente più volte pronunciare dai cittadini di Torraca, in occasione della sua visita investigativa in loco: «È un film che si ripete a cui bisogna avere il coraggio di dire basta, per dovere e per democrazia».
La denuncia in Procura
Filizola vuole vederci chiaro, anche perché «se passasse quest’aberrazione diventerebbe facilissimo condizionare e pilotare il voto nei paesi al di sotto dei 3000 abitanti dove alcune decine di preferenze spesso determinano il governo della comunità» e si attiva dal punto di vista penale e amministrativo. Sulla scrivania del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Lagonegro arriva un esposto-denuncia, a firma di tre consiglieri comunali di minoranza (Carmine Cardino, Domenico Bruno e Luca Lombardi), in cui vengono indicati i nomi di nove concittadini che «pur essendo formalmente residenti da poche settimane, di fatto non sono mai fisicamente in comune».
La richiesta di annullare le elezioni
Si tratta, è spiegato più avanti, «del trasferimento della loro residenza solo in prossimità delle elezioni comunali nel comune di Torraca per poi ritrasferirla poco dopo il voto condizionando di fatto l’esito delle elezioni comunali nel piccolo paese». Nel contempo il caso arriva anche al Tar che però rigetta il ricorso ritenendolo in parte infondato e in parte inammissibile. Ora la partita si gioca davanti al Consiglio di Stato. «Vorrei che qualcuno mi spiegasse una volta e per tutte – conclude Filizola – se questi comportamenti siano penalmente rilevanti. Se non lo sono, okay, abbiamo sbagliato. Ma se tutti gli atti risultassero affetti da nullità assoluta rilevabile anche d’ufficio questo basterebbe per annullare le elezioni comunali».
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