«La Striscia inabitabile per almeno 10-15 anni». E sull’Iran: se mi uccidono saranno annientati
Donald Trump ha dato l’onore a Benjamin Netanyahu di essere il primo capo di Stato a visitare alla Casa Bianca nel suo secondo mandato, per un incontro che potrebbe contribuire a definire la futura mappa del Medio Oriente.
L’obiettivo principale era discutere del futuro del cessate il fuoco a Gaza e del rilascio di tutti gli ostaggi israeliani. Un portavoce della Casa Bianca ha detto ai giornalisti che non si può permettere più che Hamas governi Gaza. Ma i due leader non sono necessariamente d’accordo sui tempi. Molti credono che Netanyahu voglia convincere Trump a non costringerlo a implementare subito la fase due dell’accordo, che prevede il cessate il fuoco permanente, lasciandogli più tempo per smantellare Hamas.
Trump e Netanyahu hanno in comune una grande ambizione: la normalizzazione dei rapporti tra Israele con l’Arabia saudita, ampliando gli Accordi di Abramo (raggiunti nel primo mandato di Trump con Emirati e Bahrein). Ciò richiede innanzitutto la fine della guerra a Gaza. E poi Riad pone come condizione la creazione di uno Stato palestinese. Gli alleati di estrema destra di Netanyahu si oppongono.
Trump vuole ricostruire Gaza attraverso un accordo con Emirati e sauditi. Il presidente evita di dire se appoggi o meno la soluzione dei due Stati. Ieri il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz, incontrando i giornalisti davanti alla Casa Bianca insieme all’inviato per il Medio Oriente Steve Witkoff, ha cercato di dare una lettura diversa delle recenti dichiarazioni del presidente sulla necessità di «ripulire» Gaza: «È un problema umanitario, significa renderla abitabile». «Ci sono trentamila bombe inesplose, edifici che rischiano di crollare in ogni momento, mancano i servizi, l’acqua corrente, il gas, Dio solo sa quali malattie ci sono», ha aggiunto Witkoff, che è appena stato nella Striscia e ha l’occhio dell’investitore immobiliare.
La sua stima (condivisa da Trump) è che ci vorranno almeno 10-15 anni: cinque solo per ripulire la superficie, gli altri per i rilievi sotterranei e la vera ricostruzione. «Credo che molti avessero tempistiche irrealistiche», ha aggiunto Waltz riferendosi ai 5 anni per la ricostruzione previsti nel piano dell’amministrazione Biden.
Questo riporta alla questione dei due milioni di palestinesi: dove andranno? Trump «considera disumano costringere le persone a vivere in un pezzo non abitabile di terra con ordigni inesplosi e macerie, perciò sta cercando soluzioni per aiutare la popolazione di Gaza ad avere vite normali, mentre la Striscia viene ricostruita». E ieri sera ha parlato esplicitamente di «trasferimento permanente dei palestinesi da Gaza».
Nonostante Giordania e Egitto abbiano escluso il trasferimento dei palestinesi, Waltz ha ribadito ieri che Trump «cerca soluzioni pratiche» con il re Abdullah in visita la prossima settimana e con il presidente Al Sisi. I palestinesi «non hanno scelta», ha detto Trump, proponendo di trovare loro «il giusto pezzo di terra e costruire dei bei luoghi. Amerebbero lasciare Gaza, se potessero». Witkoff incontrerà il premier del Qatar domani in Florida mentre Netanyahu manderà in Qatar una delegazione per definire «dettagli tecnici» dell’accordo. L’inviato di Trump ha spiegato che l’accordo presentato dall’amministrazione Biden «non era meraviglioso»: alcuni punti andranno rivisti.
Intanto Netanyahu porta a casa l’impegno della Casa Bianca a spingere il Congresso all’invio di 8 miliardi di dollari di armi. E i due leader hanno parlato di Iran: Trump — che ieri ha firmato un ordine esecutivo per ristabilire la «massima pressione» su Teheran — vuole ottenere un «suo» accordo sul nucleare, ma Netanyahu vorrebbe garanzie che, se la diplomazia fallisce, gli americani gli diano le armi per colpire gli impianti nucleari. Secondo Washington, un team di scienziati iraniani sta esplorando un modo più rapido per sviluppare un’arma atomica se la Guida suprema decidesse di accelerare, ma nel frattempo Teheran lancia segnali a Trump di voler negoziare. «Ho lasciato istruzioni», ha dichiarato ieri il presidente americano, «Se mi uccidono saranno annientati».
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