Ultrà, scontri Udinese-Venezia: daspo e fermi. Allerta per la partita allo stadio Penzo con la Roma

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Gloria Bertasi

Il questore firma 8 provvedimenti per 5 anni, un tifoso resta ai domiciliari, sette patteggiano

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Assalto al treno degli ultrà veneziani — con il blocco del convoglio, fumogeni, bastoni e cinghiate, cinque feriti, vetri rotti, ritardi nei collegamenti e un conto di un milione di euro di danni — la questura di Udine dispone otto daspo di cinque anni. Sette fermati, che dopo due notti di detenzione tornano liberi, hanno patteggiato pene fino a due anni. Solo uno — il tifoso dell’Udinese italo senegalese — resta a domiciliari. E ora Venezia si prepara ad accogliere, domenica alle 12.30, la Roma in un clima a rischio tensione: i romanisti sono gemellati con gli udinesi e c’è il timore che possano esplodere tafferugli. 

Il monitoraggio delle tifoserie

Al momento non sono previste misure eccezionali quale lo stop alla trasferta dei romani: «È in corso il monitoraggio delle tifoserie», sottolinea il prefetto di Venezia Darco Pellos. Va da sé che «saranno aumentate le misure di sicurezza, in considerazione anche delle caratteristiche della città», aggiunge. L’obiettivo è di non far avvicinare mai gli ultrà delle due squadre. Al solito, allo stadio Penzo di Sant’Elena, gli ospiti saranno trasferiti in vaporetto, anche chi arriva con mezzi privati (dal PalaExpo di Marghera con collegamento acqueo dedicato). «Sicuramente a metà settimana si farà il punto e in questura avremo un’altra riunione tecnica», anticipa il questore lagunare Gaetano Bonaccorso. In quella sede, saranno «vagliate le valutazioni dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive del ministero dell’Interno», precisa. Le misure previste oggi potrebbero dunque essere ulteriormente irrigidite. Inoltre, i biglietti per i tifosi della Roma non sono ancora acquistabili. «La modalità di vendita per il settore ospiti — si legge sul sito del Venezia Fc — sarà comunicata in seguito al Gos (l’organismo deputato a rilasciare il “nulla osta”, ndr)».




















































Le reazioni

L’attacco al convoglio che trasportava i sostenitori arancioneroverdi verso Venezia, è avvenuto alle 18.30 di sabato alla stazione di Basiliano, 14 chilometri da Udine, a poco più di un’ora dalla fine della partita. Fermato il treno (tre le carrozze per i tifosi, nelle altre c’erano viaggiatori normali) in una cinquantina sono partiti all’assalto, che stando alle ricostruzioni della questura sarebbe dovuto avvenire fuori dallo stadio. Un regolamento dei conti (i veneziani hanno esposto uno striscione reputato offensivo) tra tifoserie «nemiche» che già si erano scontrate di recente dopo un’amichevole a Portogruaro e avevano tentato il bis il 30 ottobre a Mogliano. Ma sabato i tifosi veneziani — 1.200 in trasferta, 300 sul treno speciale — sono subito stati allontanati dallo stadio. Ed è scattato il piano B degli udinesi, a Basiliano. Ferma la condanna del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: «Gravissimi incidenti ed episodi di violenza ad opera di sedicenti tifosi che, in realtà, sono soltanto teppisti in cerca di una scusa per creare disordini».

I patteggiamenti

Immediato l’intervento delle forze dell’ordine con l’arresto in flagranza di otto persone per cui lunedì è scattato il processo per direttissima in tribunale a Udine (giudice Matteo Carlisi). Le accuse: blocco ferroviario, rissa aggravata, resistenza a pubblico ufficiale, utilizzo di artifici pirotecnici e bastoni in occasione di manifestazioni sportive. Si tratta di cinque austriaci tifosi del Salisburgo e un bosniaco (detenuti per due giorni nelle celle di sicurezza della questura) e due italiani (uno di origine albanese, l’altro senegalese) ai domiciliari. Per tutti, la questura ha disposto il Daspo di cinque anni che per i due italiani impone anche l’obbligo di firma. In tribunale, il giudice ha convalidato l’arresto in carcere e ai domiciliari. Dopo la lettura della sentenza, gli avvocati Giovanni Adami e Francesco Sorrentino hanno avanzato la richiesta di patteggiamento per i loro sette assistiti (in accordo con il pm Andrea Gondolo). Il giudice ha dunque condannato, con sospensione condizionale della pena e scarcerazione, a due anni il cittadino bosniaco accusato di aver colpito con un pugno un agente, in borghese, della questura di Venezia. Un anno e dieci mesi per il cittadino albanese (ha colpito con una cintura gli ultrà veneziani) e un anno e otto mesi per gli altri cinque, tutti tifosi del Salisburgo arrivati sabato a dare man forte agli udinesi.

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