Usa la Tac dell’ospedale per salvare la sua gatta: scatta l’indagine interna e la segnalazione in Procura

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Per salvare la sua gatta, precipitata dal settimo piano, nei giorni scorsi il primario della struttura semplice di Radiologia cardiovascolare e radiologia interventistica, Gianluca Fanelli, marito dell’onorevole Nicoletta Spelgatti, si è recato all’Ospedale Parini di Aosta, al di fuori degli orari di lavoro, e ha effettuato una tac all’animale, eseguendo poi un drenaggio al pneumotorace. Un intervento che ha permesso alla gatta di sopravvivere, ma che gli è costato un’indagine interna, dopo la denuncia presentata da un collega.

Fatti che il dottor Fanelli conferma e così ricostruisce nella lettera inviata alla Direzione generale, che qui pubblichiamo integralmente.

In risposta alla richiesta formulata, confermo la verità dei fatti affermati e specifico il perché di quanto accaduto.

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Uno dei miei cinque gatti, tutti, nel tempo, trovati per strada e salvati da condizioni estreme, è caduto dal tetto del condominio dove abito, a cui era acceduto dal terrazzo della mansarda, precipitando per sette piani e finendo sulla soletta di copertura del negozio del primo piano, con un volo complessivo, dunque, di ben sei piani.

Precipitandomi a cercarla, l’ho trovata in condizioni estreme ma ancora viva. Non si muoveva e respirava a malapena.

Portata dal veterinario, ad un primo esame sommario sono emerse fratture posteriori, distacco di almeno uno dei due polmoni con un sospetto pneumotorace e possibili lesioni degli organi interni: era tra la vita e la morte.

Di professione faccio il Radiologo interventista e sapevo di poterla salvare solo con un tempestivo intervento.

In un momento in cui le tre tac non erano in orario di servizio, dopo le 20:00 del giorno lunedì 27 gennaio, quando gli esami programmati per la giornata sono terminati e tutte le macchine diagnostiche sono in attesa di eseguire eventuali esami urgenti, verificato non vi fossero pazienti e, ovviamente, non in timbratura, ho deciso di verificare quali fossero le sue condizioni e cosa potessi eventualmente fare per salvarla.

Sono quindi andato a prendere la gatta, le ho fatto un esame radiologico di pochi secondi utilizzando una delle tre tac e, valutata così la gravità delle condizioni del pneumotorace, ho poi eseguito il drenaggio, permettendole finalmente e immediatamente di respirare: da quel momento la gatta ha ripreso a respirare e si è gradualmente ripresa. Questi i fatti.

Mi permetto di osservare che essere medico significa svolgere una missione, quella di dedicarsi completamente al servizio della vita. Lavoro ogni giorno a contatto con il dolore delle persone, in ambienti chiusi, senza finestre, come quello della sala operatoria, respirando e vivendo sulla mia pelle la sofferenza fisica, emotiva e mentale dei pazienti. La forza propulsiva che spinge a fare questo è proprio la vita che scorre negli occhi di chi si affida alle tue cure e la speranza che leggi in quegli occhi che ti chiedono di fare di tutto ciò che puoi per aiutare.

E questa vita scorre in ogni essere vivente.

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Se non avessi fatto tutto ciò che potevo, visto che faccio proprio il medico radiologo interventista che dunque è abituato a prendere decisioni immediate per salvare vite e la mia gatta fosse morta, non me lo sarei potuto mai perdonare, anche per i miei figli che la adorano.

Mi dispiace se tutto questo abbia comportato una violazione delle regole e mi dichiaro sin d’ora disponibile, laddove tale mia condotta avesse causato un danno economico di qualsiasi genere all’azienda, a farmi personalmente carico della sua integrale rifusione.

Aggiungo che mi dispiace se ho messo in difficoltà i vertici dell’ospedale, ma affermo anche che per me un ospedale è semplicemente una struttura burocratica, ma è soprattutto il luogo dove i miei colleghi ed io, viviamo la missione di aiutare coloro che soffrono.

E concludo ringraziando la mia gatta, che ha vinto la battaglia per la vita, che oggi sta bene, e che, quando la tengo tra le mie braccia e mi guarda negli occhi, mi trasmette quell’amore e gratitudine che mi riempiono il cuore, contribuendo ad alimentare quella forza che anima ogni giorno la voglia di andare a lavorare per fare del Bene.”

Ringrazio le tantissime persone che mi hanno sostenuto, una volta uscita la notizia, e in particolare l’equipe di radiologia interventista, guidata dal direttore della struttura complessa dottor Natrella, che anche ieri era con me a trattare un aneurisma cerebrale. 

Il Direttore generale dell’Usl Valle d’Aosta Massimo Uberti: “Pensavo fosse uno scherzo di cattivo gusto. Danno di immagine per l’azienda”

Massimo Uberti

“Sono senza parole”. Così il direttore dell’azienda Usl Massimo Uberti commenta quanto accaduto. “Mi hanno segnalato venerdì scorso quanto accaduto e ho pensato subito fosse uno scherzo di cattivo gusto – ricostruisce Uberti – Ho verificato tramite il direttore della struttura, che mi ha risposto inviandomi ieri la lettera, arrivata anche al giornale. Ho subito trasmesso alla Commissione di disciplina, composta da una commissione di tre persone esterne, che dovranno occuparsi delle eventuali contestazioni dopo aver compiuto le opportune verifiche.”

Amareggiato il direttore sanitario che, oltre “alla questione sulle procedure e sul portare un animale in un ospedale pubblico”, evidenzia “il danno di immagine in un momento in cui la sanità italiana e quella valdostana non godono di una bella reputazione”.

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La vicenda è finita sul tavolo della procura, come conferma l’Usl, che ha trasmesso in via Ollietti una segnalazione vista la presentazione  di “ipotesi di reato perseguibili d’ufficio”.

L’Assessore Carlo Marzi:  “E’ doveroso venga fatta piena chiarezza, accertando eventuali responsabilità”

Per un sorriso Carlo Marzi
Carlo Marzi

“Desidero innanzitutto ribadire la massima fiducia nella professionalità e nella dedizione di tutti gli operatori sanitari che ogni giorno lavorano con impegno per garantire i migliori servizi possibili alla Comunità valdostana. – così l’Assessore regionale alla Sanità commenta la vicenda –  Non si sottovalutano mai le ben note criticità della sanità pubblica, sia a livello nazionale sia regionale, e per questo siamo impegnati, tutti i giorni, a fare il meglio possibile, anche sostenendo costantemente il lavoro svolto all’interno delle nostre strutture sanitarie. Questo lavoro, oltre ad essere prezioso, è fondamentale e merita il riconoscimento per lo sforzo continuo con cui viene portato avanti, anche in situazioni di grande complessità”.

L’Assessore spiega però la necessità di fare “piena chiarezza su quanto accaduto, accertando eventuali responsabilità, al fine di garantire il rispetto delle regole e del corretto utilizzo delle risorse pubbliche. L’Azienda USL ha già avviato le opportune verifiche e, come previsto, sarà un organismo terzo a valutare il caso e ad adottare eventuali misure”.

L’auspicio di Marzi è che “episodi come questo non mettano in ombra l’operato quotidiano dei professionisti che lavorano nel mondo della sanità e che rappresentano un punto di riferimento per la comunità. La trasparenza e il rigore, nell’applicazione delle procedure, vanno di pari passo con il riconoscimento dell’impegno di tutti coloro che ogni giorno garantiscono assistenza e cura ai cittadini. Anche per questo motivo, auspico non si approfitti di questa occasione per eventuali strumentalizzazioni che sarebbero inopportune, sia perché la Sanità valdostana è un bene primario comune alla nostra Comunità, da tutelare sempre e comunque, sia perché il buonsenso politico deve avere come priorità l’attenzione al lavoro svolto tutti i giorni dai nostri operatori.”

Vda Aperta: “La strumentazione di un ospedale può essere usata per scopi privati?”

“Non è in discussione se sia giusto salvare una gatta o se il responsabile dell’irregolarità sia un primario dell’ospedale, marito della senatrice, ma semmai se la strumentazione di un ospedale possa essere usata per scopi privati e per introdurre esseri viventi che nemmeno possono accedere in ospedale, oggi un gatto, domani un cane e dopo domani un vitello”. Così Vda Aperta interviene sulla vicenda del medico aostano.

“In un sistema pubblico che funziona, le TAC dovrebbero essere garantite sollecitamente alle persone, mentre per gli animali si dovrebbe prevedere un adeguato sistema di veterinari pubblici per chi non può pagare le cure. Invece si cerca la strada più facile e continuiamo ad assistere ad una cattiva gestione della sanità pubblica, in cui ognuno fa come gli pare, perché, come ha detto l’Assessore a difesa di un altro caso imbarazzante, esiste il “diritto di sbagliare”, soprattutto se sei fuori servizio”.

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