“Non voglio lasciarli alla speculazione”

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Piccolo dietrofront della Regione Lazio sulla trasformazione dei cinema chiusi a Roma. Dopo l’appello di Carlo Verdone, la lettera di un gruppo di attori e registi e la pressione delle forze d’opposizione alla Pisana, il governatore Francesco Rocca fa un passo verso chi chiede di mettere mano alla proposta di legge sulla semplificazione urbanistica. Decisivo l’incontro di martedì 4 febbraio con i rappresentanti dell’industria cinematografica, i produttori e gli esercenti del settore.

Il destino dei cinema chiusi a Roma

La proposta di legge, che verrà approvata a breve in consiglio regionale, influirà anche sulla trasformazione delle sale cinematografiche chiuse da almeno 15 anni. Al suo interno, infatti, è stato approvato un emendamento a firma Laura Corrotti (FdI) che amplia la percentuale di superficie trasformabile in attività commerciale, per agevolare la riapertura di sale inattive. Per una parte della società civile e della politica romana si tratterebbe di un assist alla speculazione immobiliare e alla desertificazione culturale dei quartieri. 

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L’apertura della Regione Lazio

Dopo giorni di polemiche, Rocca – insieme ai presidenti delle commissioni Urbanistica e Cultura Corrotti e Crea – ha incontrato in Regione una delegazione di rappresentanti del settore. Anica, Anec, i produttori Valsecchi e Lucisano, tutti hanno rappresentato la forte preoccupazione che la nuova legge possa significare la morte definitiva del settore. Rocca, però, si è mostrato ben disposto a rivederla: “Entro 15 giorni la Regione Lazio vuole arrivare a una proposta di legge condivisa sul cambio di destinazione d’uso per i cinema che hanno chiuso – ha detto dopo il meeting -.  Non c’era da parte nostra una volontà di penalizzare le sale o favorirne la chiusura. Ci sono sale chiuse dal 1990. Non l’abbiamo creato noi questo fenomeno”.

Rocca: “Non lasciamo spazio alla speculazione”

Insomma, il pressing asfissiante ha pagato. Tanto che Rocca si è sentito di condividere “la preoccupazione di non lasciare in mano alla speculazione le sale”. Recentemente un fondo straniero ha acquisito all’asta per 42 milioni di euro otto cinema a Roma, tutti provenienti dal fallimento di una delle società di Ferrero. Tra questi, l’Adriano a Prati. Una notizia che ha ulteriormente agitato le acque: “È ovvio che magari alcuni fondi possono avere una capacità finanziaria di tenere chiusi dei luoghi – ha aggiunto il governatore – perché magari liberati dai vincoli, possono poi ritornare sul mercato con un’altra finalità e con un valore decisamente superiore: questo è il tema che mi convince e su cui ovviamente stiamo lavorando per trovare il giusto punto di caduta”. 

L’idea di un piano regolatore

Rocca ha poi proposto una mappatura, necessaria per poi arrivare “a un piano regolatore, se ne è parlato all’incontro, anche se io credo poco ai piani regolatori perché in queste cose sarà sempre il mercato a regolare le iniziative economiche. Si è parlato anche di dare una premialità per spazi culturali, le librerie o caffetterie intese come luoghi di aggregazione e non solo distribuzione di cibo e bevande”. Rocca ha anche promesso di portare le difficoltà delle imprese cinematografiche all’attenzione del ministro della Cultura, Alessandro Giuli: “Gli rappresenterò alcune cose che sono state dette. Alcuni aspetti secondo me difficilmente possono essere conciliati, come quello richiesto al tavolo di mettere una prelazione per la vendita a chi già si occupa di cinema. Siamo in un Paese che ha come cardine la libertà di impresa”.

“Il Comune riaprisse i suoi cinema”

Non è mancata una stoccata al Pd, che con vari esponenti ha accusato il centrodestra di permettere la trasformazione “selvaggia” dei cinema: “Il Comune ha tre cinema chiusi, li riaprisse – conclude Rocca – sarebbe un bel segnale. Credo che il Comune nell’ambito del proprio quadro regolatorio possa dare degli incentivi. Se questa nostra iniziativa di cercare di fare un’operazione di recupero sveglia anche il Comune di Roma a riaprire i suoi 3 cinema avremo raggiunto un risultato. Vediamo se Foschi si andrà a incatenare sotto il Campidoglio fino a quando non riaprono questi tre cinema, lo accompagno e gli porto i panini”.

Imprese e produttori: “Apprezziamo volontà della Regione”

Soddisfatti i rappresentanti del settore dopo il faccia a faccia con Rocca: “Un segnale importante di attenzione da parte delle istituzioni nei confronti dell’intera filiera del cinema e dell’audiovisivo – hanno fatto sapere Gaetano Blandini, Giampaolo Letta, Luigi Lonigro, Federica Lucisano, Francesca Medolago Albani, in rappresentanza di Anica, Mario Lorini, Simone Gialdini, Leandro Pesci per Anec e Pietro Valsecchi -. La riunione, caratterizzata da un confronto concreto e costruttivo, ha permesso di definire una road map per affrontare le sfide attuali e per definire le prospettive future per la tutela e la valorizzazione delle sale cinematografiche di Roma e di tutto il Lazio. Apprezziamo la volontà della Regione nel preservare le sale esistenti e recuperare, soprattutto nelle periferie, quelle adibite ad altro uso, riconoscendone il ruolo centrale nella vita culturale e sociale del territorio”. Il prossimo appuntamento, per fine febbraio, sarà con una delegazione di “100 Autori”, l’associazione dell’autorialità cinetelevisiva. 

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Corrotti (FdI): “Bene il confronto, abbiamo chiarito obiettivi”

“Bene confronto sul futuro dei cinema insieme ai protagonisti del settore – ha commentato la consigliera di FdI Laura Corrotti – e chiarito l’obiettivo di recuperare le sale cinematografiche chiuse da anni, attraverso una inevitabile percentuale finalizzata al commerciale: questi luoghi, oggi abbandonati, sono vere e proprie ferite aperte per la città e dobbiamo impegnarci al loro recupero. Insieme al presidente Rocca porteremo avanti questo dialogo costruttivo anche nei prossimi giorni, permettendo così di mettere nero su bianco il frutto di questo tavolo: parliamo di un settore che si deve reinventare per stare al passo con i tempi e alcune modifiche normative diventano inevitabili”. 

Opposizioni: “Questione non sia meramente urbanistica”

“Apprezziamo il fatto che il presidente Rocca si sia finalmente deciso a incontrare le categorie coinvolte dopo che la sua Giunta ha legiferato senza tenere conto del loro parere sulla svendita di cinema e teatri in disuso – commentano dall’opposizione Eleonora Mattia e Sara Battisti del Pd, Claudio Marotta di Avs e Luciano Nobili di Italia Viva -. E’ esattamente quello che chiediamo da settimane. L’auspicio è che questo incontro sia solo il primo passo di un confronto che, come abbiamo chiesto sin dall’inizio, dev’essere portato in commissione Cultura, perché il destino di cinema e teatri, quali luoghi identitari e presidi culturali sul territorio, non può essere affrontato come una mera questione urbanistica”. 

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