Torino, l’indagine sui Mercatini e Cioccolatò: «Accordi sottobanco raggiunti con il Comune»

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di
Massimiliano Nerozzi

Gli inquirenti: il collaboratore di Carretta è il «gancio» di Ferrara

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L’incipit di un paragrafo, negli atti dell’inchiesta, porta gli accertamenti dentro l’amministrazione comunale: «Si riscontrano messaggi — scrivono i poliziotti della Sezione investigativa di Torino dello Sco — relativi al tentativo di farsi assegnare direttamente l’evento del Natale edizione 2023, dall’assessore Domenico Carretta (non indagato, ndr), per il tramite del suo collaboratore staffista, Giuseppe Libonati». Quest’ultimo indagato invece per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, in concorso con l’imprenditore Francesco Ferrara, il Re dei Mercatini (ora ai domiciliari), arrestato il 10 giugno scorso per presunte estorsioni e sequestri di persona, finalizzati a risolvere brutalmente questioni di lavoro e soldi.
 
Gli investigatori, coordinati dal pubblico ministero Manuela Pedrotta, tratteggiano un quadro tendente al cupo: «Dettagli significativi non lasciano dubbi sugli accordi sotto banco raggiunti con il Comune di Torino». Per dire, durante una chiacchierata (intercettata) tra Ferrara e un «pluripregiudicato», emergono «dettagli precisi che in seguito verranno effettivamente riportati sulla determina del Comune». Di più: «Appare evidente che il sodalizio di Ferrara, attraverso Libonati, abbia anche avuto in anteprima delibere di giunta non ancora pubblicate riguardanti la procedura del bando di gara».

Tra testimonianze e analisi dei cellulari, esce il racconto di una sfida per assicurarsi «l’assegnazione dell’evento di Natale» previsto in piazza Solferino per il Natale 2023, e che verrà poi esteso anche a un tratto di via Garibaldi. A un certo punto infatti, il gruppo di Ferrara pareva beffato, perché la kermesse era stata assegnata a un’altra società, lasciando di stucco tutti: «Libonati, palesemente indispettito, chiedeva chi fosse questo soggetto a cui Chiavarino (assessore al Commercio non indagato, ndr) aveva deciso di fare un affidamento diretto». Nella sostanza, tagliando fuori l’assessorato ai Grandi eventi. 




















































Del resto, «Libonati — secondo gli inquirenti — era il “gancio” di Ferrara in Comune», ed era stato «omaggiato con una macchinetta e una fornitura di caffè» per il suo bed and breakfast sul Lago Maggiore. E infatti, lo stesso collaboratore di Carretta sbotta al telefono: «Senti, io mi sono incazzato con quelli là del Commercio, per quella roba lì della delibera». Ne nascerà una discussione con Paola Virano, direttore generale all’assessorato al Commercio che una segretaria «definisce come colei che comanda tutto Palazzo Civico».

E in effetti, da un’intercettazione telefonica, «appariva evidente che Virano aveva organizzato e preventivato l’esito della procedura di affidamento dell’evento, prospettando finanziamenti per la copertura dei costi per l’organizzazione della fiera in piazza Solferino». Ma a favore della società concorrente di Ferrara, quella che finirà per rinunciare, per l’ostruzionismo dello stesso Ferrara: grazie al monopolio di fatto delle casette di legno da affittare e della pista di pattinaggio sul ghiaccio. E sullo sfondo di toni che parevano sembrare «minacciosi». 

Nel frattempo, «verranno corrisposti altri 5 mila euro al giornalista Luca Ferrua, per articoli pilotati». Morale, tutto sarà ribaltato, se il 30 ottobre 2023 «Ferrara incontra Chiavarino e Virano negli uffici dell’assessorato» e, alla fine, si mette al telefono: «Sono uscito dal Comune, ci hanno dato la disponibilità di piazza Solferino e via Garibaldi». Mica finita: «Appariva ancor più torbida la questione dell’aggiudicazione dell’evento di Natale» — chiosano gli agenti dello Sco — poiché «emergeva in maniera chiara ed evidente che Ferrara, il diretto interlocutore di Virano, di fatto non sarebbe comparso nella società che aveva depositato la manifestazione d’interesse». Toccherà ai soliti prestanome.

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5 febbraio 2025

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