correrà più degli altri ed è (quasi) dazi-free

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«Tra intelligenza artificiale e tensioni commerciali, il cambio di narrazione nei boardroom di Wall Street è netto».

Quanto descritto da Gabriel Debach, analista di eToro, al risveglio dei mercati a febbraio fotografa bene lo choc di operatori navigati, analisti ed economisti che un po’ in tutto il mondo, non solo a Wall Street, hanno dovuto rimettere mano in fretta alla «narrazione», a prospettive e rischi, tenendo conto di una settimana segnata dall’affondo di DeepSeek e dalle minacce di Trump tradotte in fatti. Chi pensava in tempi più lunghi, ha dovuto misurare in fretta gli affetti a catena di tutto questo. Ma nella nebbia del rimescolamento delle carte, tra rischi e scenari, restano le opportunità da cogliere, anche a prescindere dall’effetto dazi e DeepSeek. Va guardato a quel pezzo di Asia che si trova in India, dicono da un po’ di tempo gli esperti di Paesi emergenti nell’ottica della giusta diversificazione del portafoglio.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Un pezzo di mondo sul quale non si sentiranno più di tanto i dazi di Trump (gli scambi commerciali pesano meno del 50% del Pil), ma che dovrebbe beneficiare del taglio dei tassi atteso da parte della Banca centrale, della maggior spesa del governo e della spinta demografica. «La crescita della popolazione, il manifatturiero in espansione e un credito sempre più accessibile rendono l’India l’unica capace di competere con la Cina per il ruolo di driver dell’economia globale», sentenzia Legal & General Investment Management. «L’economia indiana si trova in una fase d’oro, con una politica stabile, una forte classe imprenditoriale e un solido contesto macroeconomico», spiega Bhuvnesh Singh, gestore del fondo Comgest Growth India. Questo «potrebbe permettere al Paese di crescere più delle altre economie (al ritmo del 6,5%) e diventare la terza maggiore economia del mondo entro fine decennio». Del resto, «le situazioni patrimoniali solide di imprese e famiglie indicano un ciclo di consumi e capitale robusto. E l’ambizione crescente dei giovani porta all’affermarsi di nuovi modelli come la proliferazione dei pagamenti digitali, l’elevato consumo di dati mobili pro capite e una rapida espansione del quick commerce». Certo, per le azioni indiane restano i rischi derivanti dall’incertezza del contesto macroeconomico globale e dal rallentamento del Pil degli ultimi due trimestri. «Tuttavia, il nostro stile di investimento», sottolinea il gestore, «si concentra su società con forti vantaggi competitivi, in grado, di sostenere una crescita a doppia cifra nel lungo periodo anche in presenza di fluttuazioni economiche cicliche». Per Franklin Templeton, l’India dovrebbe mantenere comodamente la sua posizione di economia in più rapida crescita al mondo. Grazie anche a un incremento della popolazione di classe media e benestante che può addirittura triplicare. Di qui il traino di temi legati ai consumi, alla digitalizzazione e alla sanità. Sono quattro invece le aziende su cui punta in particolare per Comgest.

I TOP PICKS

A partire da Zomato, società di tecnologia di consumo leader di mercato nelle consegne di cibo a domicilio e nel quick commerce in India. Del resto, se il mercato del food delivery si è stabilizzato, con due soli operatori, fungendo da segmento stabile e generatore di flussi di cassa, il q-commerce sta registrando alti tassi di crescita: cattura quote di mercato da altri canali di distribuzione offrendo una maggiore convenienza. KEC International è invece una delle principali società di ingegneria e costruzioni in India. L’azienda è stata uno dei maggiori beneficiari di una robusta pipeline di investimenti in conto capitale per la trasmissione e la distribuzione (T&D) dall’India e dai Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo. «KEC genererà una crescita dei ricavi tra il 15% e il 19% nel medio termine», dicono gli esperti: «La crescita degli utili sarà nettamente più accentuata man mano che i margini miglioreranno e la leva finanziaria si ridurrà». E ancora, nella lista dei titoli preferiti c’è Oberoi Realty, sviluppatore leader nell’area della Grande Mumbai: ha lanciato il tanto atteso progetto Thane, i cui riscontri e la dinamica delle vendite hanno evidenziato solidità. I vasti asset di rendita della società sono stati completati e dovrebbero iniziare a generare una notevole liquidità nei prossimi trimestri. Infine, HDFC Bank, è la principale banca privata in India. Ha dovuto trovare un equilibrio tra crescita e margini dopo la fusione nel 2024, ma ora «le valutazioni appaiono ragionevoli, visto il potenziale di crescita a lungo termine attorno al 15% per la banca».

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