LECCE – Lo stato di salute dell’Us Lecce dal punto di vista finanziario è buono e lo era già prima della “straordinaria operazione” che ha portato Dorgu al Manchester United (30 milioni di euro più bonus). La cessione del 20enne danese, dunque, non deve essere vista come finalizzata al recupero delle “criticità pregresse”, ma come strumento di consolidamento complessivo della solidità economica e fonte di nuovi investimenti per l’area tecnica e per le varie esigenze del club, a partire dalle strutture di proprietà.
Il presidente del sodalizio giallorosso, Saverio Sticchi Damiani, ha aperto la conferenza stampa convocata per oggi con una lunga premessa sulla sostenibilità finanziaria del club. La sua introduzione è stata motivata dall’aderenza a quella trasparenza a cui ha sempre tenuto nel rapporto con la piazza, ma anche dalla volontà di chiarire alcuni aspetti che, per il loro tecnicismo, possono essere oggetto di equivoci o interpretazioni sbrigative.
I sogni dei tifosi, la logica aziendale
Uno dei fraintendimenti più diffusi, ha detto, è quello sull’uso dei ricavi per rinforzare l’organico. “Non spenderemo mai i soldi tanto per farlo, ma faremo sempre acquisti da Lecce. È giusto che il tifoso sogni di vedere il club crescere, ma questo può avvenire solo con un’azienda che genera ricavi”. In poche parole, operazioni ragionate e coerenti che rientrano nella strategia complessiva di gestione del club secondo una logica manageriale.
Il presidente ha quindi ricordato che il capitolo della storia giallorossa inziato oramai 11 anni addietro, è nato per un atto d’amore suo e degli altri soci nei confronti del territorio che non riesce a esprimere se non iniziative di supporto quasi simboliche (per le quali, comunque, ha espresso il suo ringraziamento): 27mila euro raccolti da Confindustria quando è stata sollecitata a promuovere tra gli associati pacchetti abbonamento aziendali, mentre alla Camera di Commercio era stato proposto uno sky-box per tutta la stagione a 50mila euro, ma non se ne è fatto nulla.
La strategia degli inglesi per avere Dorgu
La linea di condotta del Lecce rimarrà quindi la stessa anche dopo cessioni prestigiose: “Io non so come facciano ogni volta questi due signori accanto a me – Sticchi Damiani si volta verso Pantaleo Corvino e Stefano Trinchera -, ma loro prendono a due milioni calciatori che altri club comprano a otto. Anche dopo aver venduto Dorgu io continuerò a pretendere che si operi in questo modo”.
La trattativa con gli inglesi è stata oggetto di una ricostruzione: ribadita e confermata la premessa che la volontà del Lecce era quella di trattenere il ragazzo, il presidente ha mostrato la risposta scritta con la quale era stata respinta la prima proposta dello United, giunta via mail. Davanti a quel, cortese “no, grazie”, il Manchester United ha rilanciato con decisione, aumentando la sua offerta e lavorando in pressing anche sull’agente di Dorgu. Nel famoso incontro milanese, ciononostante, il Lecce ha cercato di tenere il punto, rendendosi disponibile al trasferimento ma a condizione di tenere il calciatore fino al termine del campionato.
A quel punto il club inglese ha chiaramente fatto capire al danese e al suo entourage che non ci sarebbe stato un arrivederci a giugno: o subito, o nulla. Così facendo l’equilibrio si è spostato dalla parte del Manchester: “Impuntarsi – ha chiosato Sticchi Damiani – sarebbe diventato stupido rispetto alle esigenze del club oltre che alle ambizioni di Dorgu”.
Non è tutto oro quel che luccica
Sticchi ha poi fatto un rapido conto economico delle campagne trasferimenti precedenti a quest’ultima, per un totale di 42 milioni di euro in uscita e 40 in entrata, ricordando che c’è una percentuale non trascurabile del ricavato delle cessioni che deve essere versato ad agenti, intermediari, direttori sportivi (molti hanno una parte variabile oltre a uno stipendio fisso) e, come sempre più spesso capita, anche ai club in cui il calciatore militava prima di passare al Lecce. Per Pongracic, per esempio, nelle casse del club sono finiti “solo” 10 milioni di euro, mentre per Gendrey poco più di 6 e questo perché il francese era stato preso a costo zero (riservando un cospicuo bonus alla successiva cessione che il Lecce avrebbe prima o poi fatto).
Sticchi Damiani ha spiegato che un chiarimento definitivo sull’aspetto economico è necessario tra club e tifosi per evitare fratture che nel passato sono state dolorose: “I Semeraro, pur perdendoci 100 milioni di euro, sono stati tacciati di mettersi i soldi in tasca”. Il numero uno del club di via Costadura ha quindi auspicato la condivisione di una prospettiva nuova: “Questa stagione va goduta, ci mancano 15, 16 punti per realizzare il nostro sogno e ce li dobbiamo prendere tutti insieme: a Parma la squadra ha fatto una gran partita, ma il nostro pubblico ha inciso tanto”.
Il presidente ha concluso il suo preludio sottolineando, in risposta a una domanda, la necessità di introdurre nel calcio italiano il tetto al monte ingaggi, che non dovrebbe essere superiore al 60 percento dei ricavi: “Così vediamo, ad armi pari, chi è più bravo”.
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