Olio venduto come extra vergine ma non lo è: la denuncia dalla Francia per Carapelli che ora deve pagare oltre 230 mila euro

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di
Vincenzo Brunelli

Ancora guai per la Carapelli Firenze spa (che dal 2006 appartiene al gruppo spagnolo Deoleo Global) per una partita di olio venduto in Francia nel 2017 come«extra vergine». La sentenza:«Il prodotto è irregolare»

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Circa 700 quintali di olio venduto ai francesi come extravergine d’oliva ma era olio semplice. Sotto accusa Carapelli che adesso, ha stabilito il Tribunale di Firenze, dovrà pagare una penale di oltre 230 mila euro

Il giudice ha infatti confermato la sanzione del ministero delle politiche agricole nei confronti della Carapelli Firenze spa (che dal 2006 appartiene al gruppo spagnolo  Deoleo Global). La sentenza di primo grado, a firma del giudice Susanna Zanda del Tribunale fiorentino, è stata depositata lo scorso 30 gennaio e ha rigettato il ricorso della nota società contro l’ingiunzione ministeriale da 230 mila euro, condannandola anche a 14 mila euro di spese legali. 




















































Il regolamento Ue ai fini della classificazione dell’olio extravergine di oliva pretende il rispetto di alcuni parametri che gli ispettori ministeriali nel novembre del 2017 non avevano riscontrato, su segnalazione delle autorità francesi. Da questo accertamento era venuta fuori la sanzione del ministero impugnata da Carapelli. 

Nel caso specifico per le autorità francesi «la presenza del difetto di rancido» aveva poi portato alla segnalazione alle autorità italiane e il ministero aveva inviato gli ispettori in azienda per prelevare alcune bottiglie dello stesso lotto spedite in Francia al fine di farle analizzare. Per il ministero, stando al resoconto processuale, «l’olio in questione, sottoposto ad analisi, è risultato irregolare»

La Carapelli, all’interno di un procedimento molto tecnico basato su prove di laboratorio, si era difesa contestando i risultati e anche le normative da applicare. Ma per i giudici fiorentini le analisi effettuate nel laboratorio di Perugia del ministero della politiche agricole, non hanno fatto altro che confermare quanto già rilevato dalle analisi svolte in territorio francese, dando risultati che «con assoluta verosimiglianza, non sono dipesi da fattori contingenti, connessi ad una cattiva conservazione che abbiano potuto influire sui campioni prelevati dai funzionari ministeriali, bensì dalle caratteristiche intrinseche proprie dell’intero lotto di olio risultato quindi irregolare». 

I parametri fissati dall’Ue sull’olio extravergine d’oliva non sarebbero stati dunque rispettati dalla Carapelli per questo lotto inviato in Francia. In altre parole sia in base alla percezione sensoriale, all’assaggio, sia in base all’analisi organolettica l’olio era irregolare e non poteva essere messo in commercio come olio extravergine ma solo come semplice olio di oliva vergine. Queste le decisioni dei giudici fiorentini al termine del primo grado di giudizio.

I precedenti

Già nel 2010, in uno studio condotto da ricercatori dell’università della California “Davis olive center”, l’olio extravergine di oliva di Carapelli era stato identificato come erroneamente etichettato olio extra vergine di oliva. 

Nel 2016 poi, un anno prima dell’ispezione ministeriale sollecitata dalle autorità francesi, l’Antitrust aveva multato con una sanzione da 300 mila euro la Carapelli Firenze spa per pubblicità ingannevole e pratica commerciale scorretta, per un caso – sempre simile a quello che ha visto coinvolta la Francia – sollevato da un’associazione di consumatori. Al termine delle indagini l’Antitrust aveva condannato la società spagnola Deoleo Global (proprietaria dal 2006 della Carapelli Firenze spa, in quanto azionista di maggioranza) a pagare una multa di 300 mila euro, per avere venduto bottiglie di olio extravergine «Bertolli gentile, Sasso classico e Carapelli il Frantolio» che in realtà contenevano semplice olio vergine di oliva. 

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Per l’autorità garante della concorrenza e del mercato: «I risultati delle analisi, effettuate il 10 agosto 2015 e il 9 ottobre 2015, sui campioni del prodotto prelevati, attestano che l’olio commercializzato da Carapelli Firenze spa presenta caratteristiche organolettiche corrispondenti alla categoria olio di oliva vergine». Da queste conclusioni la multa da 300 mila euro che era stata poi impugnata da Carapelli al Tar del Lazio nello stesso anno, il 2016, che però nel 2022 è stata dichiarata “perenta”, cioè estinta perché la società non aveva inteso proseguire nel giudizio. 

Nel 2015, come si evince anche dalla delibera dell’Antitrust, la procura della Repubblica di Torino prima e quella di Firenze poi, avevano avviato un’inchiesta su alcune società, tra cui la Carapelli, ipotizzando reati di frode. Proprio le analisi effettuate dai carabinieri dei Nas, erano state utilizzate per arrivare alla multa da 300 mila euro per pubblicità ingannevole e pratica commerciale scorretta. Le bottiglie esaminate in pratica non potevano essere etichettate e vendute come olio extravergine d’oliva ma come semplice olio d’oliva.

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4 febbraio 2025 ( modifica il 5 febbraio 2025 | 11:26)

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