Prezzo dei trattori, la voce degli agricoltori – Agrimeccanica

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Il mercato delle macchine agricole italiano ha registrato negli ultimi anni un significativo aumento dei prezzi trainato, a monte, dal passaggio alle motorizzazioni Stage V e, a seguire, dall’incremento dei costi delle materie prime, dalla crisi energetica e dalle difficoltà di approvvigionamento. 

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Tutto ciò ha causato non pochi malumori tra i protagonisti del settore agricolo. Analizzare le pluralità che compongono e vivono il settore delle macchine agricole, ognuna con le proprie criticità e motivazioni, è l’obiettivo di questa serie di tre approfondimenti, nei quali AgroNotizie® indaga le diverse percezioni sul mercato dei mezzi agricoli da parte di agricoltori, costruttori e rivenditori.

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In questo primo approfondimento, diamo voce agli agricoltori e analizziamo la situazione attuale del mercato dal punto di vista dei clienti finali.

 

Prezzi delle macchine agricole: cosa ne pensano gli agricoltori?

Iniziamo provando a farci un’idea del peso che hanno per gli agricoltori tre aspetti inevitabilmente coinvolti nel processo di acquisto di un trattore: la tecnologia, l’usato e i finanziamenti pubblici.

 

Per farlo, facciamo riferimento in primis ai risultati forniti dalla ricerca di Nomisma, realizzata ad ottobre 2024 mediante un questionario online proposto alla community di Image Line® e AgroNotizie, su un campione eterogeneo di 361 aziende agricole e presentata durante la scorsa Eima International. In aggiunta, proponiamo esperienze dirette derivanti dai commenti dei nostri lettori sui nostri principali canali social (Facebook, Instagram, YouTube) e dalle voci di alcuni agricoltori che abbiamo incontrato tra i padiglioni dell’ultima edizione di Eima International.

 

Ai visitatori dell’ultima Eima International 2024 abbiamo chiesto: i trattori costano troppo?

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Tecnologia e prezzi alti: un binomio solo per grandi aziende

La tecnologia è un argomento molto controverso nel mondo agricolo: in un settore dove l’età media degli agricoltori è molto elevata l’utilità della tecnologia non sempre è riconosciuta. Molti agricoltori incontrati nei padiglioni di Eima 2024, hanno confermato che in un nuovo mezzo cercano versatilità e assistenza più che tecnologia.

 

La tecnologia può essere vista come un accessorio molto costoso funzionale all’ottenimento di un credito, ad esempio la 4.0, ma anche un approccio vincente alla competitività aziendale. 

Andiamo da commenti on line fatti ad un video di un trattore ultimo modello del tipo: (il trattore è ndr.) troppo caro di questi tempi. Tutta l’innovazione che ha, lascia il tempo che trova…” al pensiero di un giovane agricoltore da poco subentrato nell’azienda di famiglia secondo il quale “investire in nuove tecnologie sarebbe l’ideale per aumentare la nostra efficienza, ma dobbiamo tenere sott’occhio i costi d’investimento, non sempre possiamo permettercelo”. 

 

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I giovani agricoltori si confermano essere più attenti al livello tecnologico delle nuove macchine. In ogni caso però, ad emergere è il binomio maggiore tecnologia – aumento del costo d’acquisto, con la conseguenza che, anche laddove il vantaggio viene riconosciuto, le economie sono un ostacolo e investire in nuove macchine diventa una scelta più facilmente percorribile per realtà strutturate (maggiori dimensioni e approccio imprenditoriale) o con maggiore disponibilità di capitali da investire.

 

In tal senso, è importante considerare che in Italia, in termini assoluti (fonte Istat), per ogni azienda con fatturato che supera i 100mila euro ne troviamo dieci con un fatturato inferiore, per le quali l’investimento in macchine agricole, può rappresentare un grande onere finanziario.

 

Usato: una scelta quasi obbligata?

Il mercato dell’usato è un’alternativa spesso obbligata per molte aziende agricole. I risultati della nostra ricerca condotta con Nomisma, indicano che un agricoltore su tre preferisce l’usato perché costa meno.

 

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“Con un po’ di ricerca è possibile trovare delle vere occasioni nell’usato, anche mezzi semi nuovi probabilmente sostituiti per accedere a uno dei tanti crediti o fondi disponibili”, ci spiega un agricoltore. “Ma oggi i prezzi sono aumentati anche qui” aggiunge.

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Usato vs nuovo, non solo una questione di prezzo

 

Scegliere l’usato non è sempre e solo una questione di risparmio. In particolar modo per le realtà più piccole o per gli operatori meno tecnologici che preferiscono mezzi meccanici più semplici da utilizzare e manutenere, è anche una questione di praticità. Non a caso, negli ultimi anni, il prezzo dei mezzi più vecchi e privi di elettronica è salito invece di diminuire.

 

Qui però il mondo agricolo si spacca nettamente in due. Da un lato, piovono commenti (fonte: Tractorum) favorevoli all’usato, specialmente quello più datato, che sostengono vantaggi pratici e di affidabilità costruttiva: “Se non si arriva a comprare il nuovo meglio ripiegare su uno di trent’anni dove vale la pena fare riparazioni perché più semplici e meno costose. Per non parlare poi dell’ordinaria manutenzione”.

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Dall’altro, l’usato genera scetticismo e vengono sollevati non pochi dubbi che spaziano dai ricambi: “se compri ora una macchina usata tra qualche anno non troverai chi la ripara” e ancora “sulle macchine vecchie iniziano a venir meno i ricambi”, alla salute e non solo: “è vero, i trattori più vecchi vanno sempre e sono facili da riparare, ma al giorno d’oggi credo ci sia da guardare anche alla salute, […] (dopo una giornata di lavoro su un vecchio mezzo ndr.) ho preso tanta polvere, la gamba sinistra era dolorante per via della frizione e avevo uno spiacevole fischio alle orecchie. Il nostro già è un lavoraccio se poi non badiamo neanche alla salute diventa dura sul serio. I tempi sono cambiati e se si vuole essere produttivi alcune cose vanno cambiate”.

 

Trattori usati: c’è chi si accontenta e chi li vuole

In molti casi, gli agricoltori non acquistano il nuovo solo perché l’usato costa meno e, potremmo azzardarci a dire che parte della crescita dell’usato, più che una causa, è una conseguenza della mancata vendita di macchine nuove.

 

L’aumento del prezzo dei trattori nuovi, da un lato influisce sull’andamento delle vendite dell’usato, dall’altro, la valorizzazione di mezzi, anche estremamente datati, sottrae numeri alle vendite del nuovo. Ma per tante realtà del nostro paese, l’usato rimane l’unica scelta a fronte di un mercato poco accessibile senza il sostegno di finanziamenti pubblici.

 

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L’aumento dei costi ha trasformato il settore in un “vorrei ma non posso” e un commento pragmatico scovato sui nostri social, riassume lo stato d’animo degli addetti ai lavori: “in pochi riescono a prendere il nuovo, ma se vuoi lavorare il trattore ti serve…”.

 

La chimera dei finanziamenti pubblici 

La disponibilità di aiuti pubblici è una forte leva d’acquisto ed è la prima per molte piccole realtà. Soprattutto negli ultimi anni, la presenza di incentivi è stata la motivazione più forte nel preferire il nuovo all’usato.

 

Oggi si respira un forte clima di attesa: molte aziende scelgono di non acquistare nuove macchine aspettando che vengano resi disponibili finanziamenti più vantaggiosi. 

“Senza contributi o spalle coperte, ormai è impossibile acquistare macchinari nuovi ricavando soldi solo dal terreno” ci dice un altro agricoltore incontrato ad Eima.

 

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Per avere un’idea dell’impatto che gli incentivi hanno sul mercato, possiamo leggere i dati. Non si tratta di un’analisi esaustiva perché andrebbero presi in considerazioni molti altri fattori ma, un’idea posiamo farcela.

Nel 2021 il Credito 4.0 ha messo sul piatto un contributo fino al 50% per l’acquisto di nuovi trattori e le vendite di macchine agricole sono schizzate dalle 17.944 macchine immatricolate nel 2020 a 24.385 unità nel 2021. A fine 2024, i dati hanno disegnato una caduta drastica delle vendite che si sono fermate a un valore di poco superiore alle 15mila unità. Vedremo cosa accade in questo 2025 dove, per ora, gli incentivi sono ancora disponibili, ma con percentuali di aiuto inferiori e – come commenta un nostro lettore riferendosi ai fondi Ismea – compensano solo in parte l’aumento dei prezzi: “Ti danno gli incentivi, ma poi salgono i prezzi e non di poco”.

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Un mercato “drogato”

Il boom degli anni precedenti e l’innalzamento dei listini hanno causato un brusco arresto del mercato. Il pensiero diffuso tra gli agricoltori – e pienamente condiviso dalle realtà produttive – è di un mercato eccessivamente “drogato” che sta subendo un colpo di frusta non indifferente.

 

“Con la 4.0 stanno vendendo moltissimi mezzi, quasi tutti i miei vicini hanno cambiato uno o più trattori. Quasi tutti gli acquisti non erano strettamente necessari e i trattori nuovi sono spesso sovradimensionati. In futuro ci sarà ben poco fabbisogno di nuovi trattori, mentre ci sarà invece una grande offerta di mezzi usati anche in buono stato”, è il commento di un agricoltore sui social che esprime il sentiment che si respira nel mondo agricolo: non è il momento per acquistare nuove macchine agricole. 

 

Incentivi: un aiuto ai piccoli pensato per i grandi

Con il proliferare di bandi, crediti e nuovi fondi, molti agricoltori parlano di forte complessità burocratica per l’accesso agli aiuti economici.

 

“Ogni bando richiede una documentazione diversa, ci sono requisiti simili ma non uguali e i tempi sono spesso ristretti. Ci troviamo tante volte costretti a scegliere su quale ‘cavallo’ puntare senza sapere se rientreremo o meno tra i beneficiari” lamenta un agricoltore critico sugli aiuti pubblici.

 

L’accesso agli incentivi, soprattutto quelli basati sul credito d’imposta, richiede una preparazione non banale dal punto di vista burocratico e fiscale rendendoli più accessibili alle grandi realtà agricole o a chi si affida a consulenti tecnici esterni dai costi, purtroppo, non indifferenti.

 

“Non tutti i finanziamenti sono pensati per le piccole aziende o i piccoli investimenti aggiunge un agricoltore.

 

Problema di prezzo o di marginalità?

Dopo aver parlato di tecnologia, usato e incentivi, è giunto il momento di ritornare sulla domanda iniziale: i trattori costano davvero troppo?

Per quanto visto fin’ora e ascoltando gli stessi agricoltori, potrebbe sembrare che le macchine agricole abbiano registrato un’impennata dei listini e la percezione del cliente finale sia di un aumento spesso non giustificato.

 

In realtà, ciò che preoccupa fortemente le aziende agricole oltre al prezzo dei beni (macchine agricole) è la marginalità (differenza complessiva tra spese e ricavi). Dalla nostra ricerca con Nomisma, emerge chiaramente che proprio quest’ultimo aspetto frena gli agricoltori (61% del campione intervistato) che valutano seriamente l’acquisto di una macchina agricola nuova solo se la propria disponibilità economica al momento lo consente.

 

L’agricoltore vuole guadagnare il giusto, non spendere meno

In un contesto dove i costi produttivi aumentano e la redditività diminuisce, lo spazio per l’investimento è sempre più limitato. “Con le quotazioni di questi tempi, non esistono margini per realizzare investimenti. Non si compra più nulla, altrimenti si va a gambe all’aria” scrive un nostro lettore.

Sono diversi poi, a pensare che gli incentivi abbiano solo un effetto placebo temporaneo: “invece di inventare nuovi contributi – commenta un lettore – sarebbe meglio adottare una politica sui prezzi dei prodotti agricoli. Più si va avanti e più i guadagni sono risicati”.

 

Il contesto nel quale si inserisce l’incremento dei prezzi dei mezzi agricoli è complesso e va a pesare su una situazione già di per sé molto fragile, generando malcontento più o meno diffuso tanto per i prezzi in netto aumento quanto e, soprattutto, per un potere d’acquisto in costante calo.

 

L’appuntamento è ora per il prossimo approfondimento dove diamo spazio ai costruttori e al loro punto di vista. 



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