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Bari, 6 febbraio 2025 – Più di 3mila interventi chirurgici nel 2024, di cui la metà in urgenza, e un forte potenziamento in campo oncologico.

Cresce decisamente, in volumi e complessità, l’attività chirurgica nella ASL Bari: a certificarlo il report del Controllo di Gestione in relazione alla performance del Dipartimento di Area Chirurgica diretto dal dr. Michele Simone.

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Nel 2024, infatti, dai dati disponibili (ancora in consolidamento) reperiti attraverso l’analisi delle schede di dimissione ospedaliera (SDO), emerge che sono stati eseguiti 3.168 interventi – con 5.916 ricoveri complessivi – nelle sette unità operative di Chirurgia generale degli ospedali aziendali: Di Venere e San Paolo a Bari, Altamura, Corato, Monopoli, Putignano e Molfetta.

Crescita nettissima, dell’82 per cento, rispetto all’anno dell’emergenza Covid-19 (2020), quando le operazioni chirurgiche erano state 1.742, ma anche nel confronto (+28%) con le 2.473 del periodo pre-pandemico (2019).

Il “Di Venere”, in particolare, è cresciuto del 139% dal 2021 al 2024, passando da 296 interventi a 710, a fronte di 1081 ricoveri.

Significativi anche i risultati del San Paolo: +54%, salendo da 452 a 696 interventi tra il 2021 e l’anno appena concluso (con 915 ricoveri complessivi).

Uno scenario comune anche con le chirurgie degli altri Presidi Ospedalieri della ASL (Altamura, Corato, Monopoli, Putignano e Molfetta), che ugualmente tra il 2021 e il 2024 hanno registrato buone performance.

La chirurgia di Altamura è stabilmente attorno ai 400 interventi annui (contro i 267 del 2019), Molfetta è cresciuta del 61% tra il 2021 e il 2024 (da 276 a 446 interventi), così come la chirurgia di Putignano, passata da 294 a 474 (+87%).

Numeri rilevanti che si riflettono nell’attività di urgenza e in quella ad elevata complessità e specializzazione, come è quella oncologica.

Rispetto alla chirurgia d’urgenza, le sale operatorie e le équipe della ASL Bari sono state impegnate a fondo: nel 2024, 1.579 interventi hanno rivestito carattere d’urgenza (50%), a conferma dei livelli già elevati raggiunti negli anni precedenti.

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Il Dipartimento ha impresso una decisa accelerata nel trattamento delle patologie oncologiche, con volumi più che raddoppiati in un lustro e una percentuale di urgenze attestata al 36%. Nel 2019 in tutte le chirurgie della ASL si eseguivano 183 interventi oncologici, mentre nel 2024 si è saliti sino a 422, vale a dire un incremento del 130% maturato grazie ad una quota rilevante garantita dalla Chirurgia Generale dell’Ospedale Di Venere (189 tumori operati nel 2024 contro i 22 del 2019), specializzata nel trattamento dei tumori di stomaco, pancreas, vie biliari e colon-retto e del San Paolo (114 contro i 71 del 2019), impegnato soprattutto su colon e retto.

Segnali positivi, infine, arrivano in ambito di prestazioni ambulatoriali, cresciute nel 2024 oltre la soglia delle 30mila unità (30.188), in forte ripresa (+60%) rispetto all’attività del 2020 (18.910) e a quella pre-pandemica (25.809 prestazioni nel 2019), in questo caso con un rilevante contributo delle strutture di Day Service Polispecialistico Chirurgico di Triggiano e Terlizzi.

«Dietro a questi numeri davvero significativi – commenta il direttore generale Luigi Fruscio – vi è un connubio importante fatto di competenza, professionalità, esperienza, formazione e qualità umane di tantissimi professionisti: chirurghi, anestesisti e rianimatori, infermieri, personale di sala operatoria.

Fondamentale nella gestione ottimale è anche il ruolo dell’organizzazione a livello dipartimentale e nelle singole unità operative di Chirurgia, in ognuna delle quali la ASL Bari ha selezionato e incaricato direttori di provata esperienza e capacità».

«Il marcato incremento di attività nel tempo – aggiunge il dr. Michele Simone – è il risultato della costante e quotidiana applicazione di fattori umani e organizzativi.

In campo oncologico, in particolare, il ruolo delle équipe multidisciplinari da un lato e della Rete Oncologica dall’altro rappresentano un importante valore aggiunto per migliorare l’efficacia delle cure e garantire un risultato tangibile in quanto a riduzione della mobilità passiva: assicurare cure specialistiche e di qualità alle persone, qui da noi a Bari e in Puglia, fa veramente la differenza.

Riuscire ad abbattere i “viaggi della speranza” – conclude Simone – dà ancora più senso al nostro lavoro perché, oltre a garantire la cura dei tumori, può realmente ridurre anche il disagio socio-economico che tocca profondamente la vita delle persone e delle famiglie».

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