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“Lo scorso 31 gennaio la Giunta ha approvato gli indirizzi chiave e gli obiettivi dell’Agenda Fvg Manifattura 2030 a supporto del sistema industriale del Friuli Venezia Giulia. Un piano ambizioso redatto in collaborazione con The European House-Ambrosetti. Non è assolutamente un libro dei sogni visto che in appena due mesi abbiamo programmato interventi per 107,5 milioni di euro, grazie ai quali saranno aperti 11 bandi a favore delle nostre imprese”, sono le dichiarazioni dell’assessore alle Attività produttive Sergio Emidio Bini.
“Con i nostri canali contributivi vogliamo favorire i processi di aggregazione, la crescita dimensionale delle imprese e la presenza delle aziende del Friuli Venezia Giulia sui mercati internazionali. Stiamo sostenendo inoltre la transizione digitale, energetica e sostenibile e l’applicazione di tecnologie di intelligenza artificiale per il nostro tessuto economico-produttivo”, ha proseguito Bini.
Le risorse
Queste sono le risorse messe a disposizione dei singoli strumenti: il nuovo bando internazionalizzazione con uscita prevista nel secondo semestre 2025 (2 milioni di euro); il bando per progetti per la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili (15 milioni), con pubblicazione prevista in primavera; il rifinanziamento al bando fotovoltaico (15 milioni); il supporto a progetti di riqualificazione sostenibile relativi al Masterplan dei complessi produttivi degradati, con bando in scadenza a fine mese (2 milioni); il nuovo bando per la crescita in termini manageriali delle micro, piccole e medie imprese, previsto per la seconda parte dell’anno (1,5 milioni); il sostegno dei canali contributivi gestiti dal Cata Fvg (5 milioni); il nuovo bando per gli incentivi all’insediamento nei consorzi industriali del Friuli Venezia Giulia, aperto fino al 14 marzo (9 milioni); le risorse al Frie (5 milioni) e alla Sabatini Fvg per l’acquisto di macchinari (4,5 milioni). “A questi interventi regionali vanno sommati diversi bandi Fesr legati all’Agenda Fvg Manifattura 2030 che ammontano a 50 milioni di euro e che puntano proprio alla crescita dell’innovazione e della sostenibilità nelle nostre imprese, tutti previsti in uscita nel 2025 – ha rimarcato Bini -. Tra questi va citato il bando finalizzato a sviluppare progetti di ricerca industriale o sviluppo sperimentale di nuove tecnologie sostenibili, nuovi prodotti o servizi del valore di 13 milioni di euro con apertura prevista a maggio”.
Ulteriori fondi
“Non possiamo poi trascurare gli incentivi a fondo perduto per la creazione e lo sviluppo di start up innovative, che ha una dotazione di 2 milioni di euro e apertura prevista al 15 maggio. A ciò si aggiungono i due bandi per interventi di transizione verso l’economia circolare, del valore complessivo di 5 milioni di euro, con apertura prevista a ottobre”, ha continuato Bini. “Inoltre è già stato aperto e lo sarà fino al 31 marzo il bando da 15 milioni di euro per le Pmi del settore turistico per interventi legati alla sostenibilità, così come ha una copertura di 5 milioni di euro per la misura a sportello della sezione speciale Fvg del fondo di garanzia per le Pmi”.
Consorzi per lo sviluppo economico
Di seguito alcuni dati riguardanti i Consorzi per lo sviluppo economico del Friuli Venezia Giulia. “Dal 2018 al 2024 la Regione ha stanziato 291 milioni di euro a vantaggio dei Consorzi per attrarre nuovi investimenti e per potenziare infrastrutture e servizi alle imprese in Friuli Venezia Giulia. E i risultati sono tangibili: oggi registriamo una sostanziale saturazione delle aree D1 disponibili per nuovi insediamenti, con soltanto il 7,65% dei lotti ancora libero”, ha dichiarato Bini. “Grazie a questa misura, tra il 2018 e il 2024 è stato attivato un volume di investimenti privati pari a 477 milioni di euro, con un effetto moltiplicatore pari a cinque volte le risorse stanziate dal pubblico e in grado di generare un aumento dell’occupazione stimabile in 1317 unità”. In conclusione, l’Assessore ha delineato gli obiettivi futuri per il sistema dei Consorzi, perseguiti già con la legge Sviluppoimpresa e al centro anche della nuova Agenda 2030: da un lato garantire nuove aree alle aziende che intendono insediarsi in Regione, dall’altro il passaggio dall’essere gestori di un patrimonio immobiliare a erogatori di servizi per aziende e lavoratori.
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