Anno di sfida per i venture capital alla prova della discesa dei tassi

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 


Tassi in discesa, criteri di selezione degli investimenti più selettivi, nuove priorità imposte dall’agenda politica. Il 2025 probabilmente si caratterizzerà come un banco di prova importante per il venture capital, che nell’ultimo lustro ha vissuto cambiamenti come mai prima era accaduto. Tra il 2008 e il 2021 abbiamo vissuto in un contesto di tassi a zero, che hanno zavorrato pesantemente i rendimenti del reddito fisso, spingendo gli investitori a puntare su altre classi di investimento. Mentre, in parallelo, le banche centrali inondavano i mercati di liquidità, favorendo l’assunzione di rischi e l’evoluzione normativa semplificava le regole d’accesso ai private markets, cioè al di fuori del quotato. Il picco di attenzione verso le startup si è avuto con l’esplosione della pandemia, che ha reso ancora più centrale il ruolo dell’It nel mondo del lavoro, dell’economia e delle relazioni sociali. La ripresa economica globale, accompagnata da un’impennata inflattiva, ha portato a bruschi rialzi dei tassi di interesse che hanno rivoluzionato lo scenario. Finanziarsi sul mercato è diventato molto costoso e la stretta a livello globale è stata inevitabile. Sono scese le valutazioni e in molti casi anche iniziative valide hanno faticato a trovare risorse finanziare per la crescita e alcune aziende hanno dovuto gettare la spugna non perché caratterizzate da cattivi progetti, bensì ma perché lo schema era cambiato.

L’allentamento monetario intrapreso dalle Banche centrali occidentali dalla metà del 2024 sta di nuovo cambiando lo scenario. Il costo del finanziamento è già sceso in maniera importante, anche se resta elevato rispetto alla media degli ultimi anni, mentre la liquidità è limitata. Per attirare gli investitori, startup e scaleup (aziende nello stadio di crescita successivo a quello iniziale) oggi devono mostrare la capacità di aver avviato un percorso di crescita sostenibile e di essere competitive sul mercato. Con quest’ultimo aspetto che viene testato anche in base alla capacità di adattarsi ai cambiamenti in corso di scenario, come quelli imposti dalle crescenti tensioni a livello geopolitico e la messa in discussione del capitolo Esg (le iniziative aziendali attente all’ambiente e all’inclusione sociale).

Il successo elettorale di Donald Trump alle presidenziali statunitensi ha accelerato un processo che Oltreoceano stava prendendo forza già da tempo, con uno spostamento dell’interesse dai temi della sostenibilità e della responsabilità sociale verso quelli della sicurezza. Un cambiamento destinato a non esaurirsi nel breve, che orienta anche la direzione degli investimenti, come dimostra la scelta di molti gestori dei patrimoni di uscire dalle alleanze globali contro i cambiamenti climatici e in favore di politiche di diversity and inclusion. Uno scenario non certo facile per le imprese che si apprestano ad avviare un nuovo round di finanziamento e che magari avevano percorso questa strada la prima volta tre o quattro anni fa in un contesto completamente diverso. Oggi non basta più prospettare un interessante percorso di crescita, occorre dimostrare di avere fondamentali solidi e quindi poter puntare – in un futuro non troppo remoto – a una buona generazione di cassa.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Quanto ai numeri, il 2024 ha visto crescere gli investimenti in Italia (+7,5% rispetto al 2023), a fronte di un contesto europeo in rallentamento. Tuttavia se si guarda ai valori assoluti, con 1,13 miliardi di euro, quello italiano resta un mercato molto piccolo rispetto a quanto si registra nelle altre grandi economie occidentali.

Grafico a cura di Silvano Di Meo 

Tuttavia, avverte Gianluca Galgano, Startup and Venture Capital Leader di EY, permangono criticità, come le disparità geografiche (le imprese della Lombardia hanno assorbito il 62,1% della raccolta totale) e la concentrazione degli investimenti in round compresi tra uno e cinque milioni di euro o superiori ai 20 milioni, “che mettono in evidenza la necessità di interventi mirati a supporto delle startup e delle Pmi innovative in tutte le fasi del loro sviluppo”. L’esperto sottolinea che l’Italia continua a soffrire un limite strutturale nel mantenimento del talento e nella capacità di trasformare innovazione in crescita economica. “Questo si riflette sia nella fase di creazione delle imprese, dove si osserva una contrazione del numero di startup innovative e un crescente spostamento degli innovatori verso ecosistemi esteri più favorevoli, così come nelle fasi di scalata e maturazione, dove fatichiamo ad attrarre maxi-raccolte di capitali”.

Anche nel 2024, l’Italia resta assente dalle statistiche sui nuovi unicorni (cioè giovani aziende con un valore di mercato non inferiore al miliardo di euro), evidenziando grandi difficoltà nel creare e trattenere grandi imprese tecnologiche in grado di competere a livello globale.

Dunque non si tratta solo di creare un ambiente capace di favorire la nascita di nuove imprese innovative, ma anche che le stimoli a trasformarsi in realtà strutturate, in grado di dare un efficace contributo allo sviluppo e modernizzazione del Paese.

“Occorre facilitare le sinergie con aziende, università, centri di ricerca e società di consulenza. Solo così trasformeremo il potenziale del nostro ecosistema in progresso concreto e sostenibile”, conclude Marco Daviddi, Strategy and Transactions Markets Leader Europe West di EY.



Source link

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link