L’avvento della tecnologia digitale trascina con sé vantaggi e rischi. La disponibilità di servizi, informazioni e strumenti utili alla vita quotidiana si accompagna con importanti interrogativi sulla sicurezza in rete. Anche per quanto riguarda la tutela dei minori e l’attenzione riguardo un utilizzo corretto da parte loro delle tecnologie. Si pensi anche solo al fenomeno del cyberbullismo. Partiamo proprio da questa ultima riflessione, soprattutto perché il 7 febbraio si celebra la giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, istituita nel 2017 su iniziativa del Ministero dell’istruzione e del merito (Miur) nell’ambito del Piano nazionale per la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo a scuola.
Bullismo e cyberbullismo, qualche numero
Sono disponibili fonti e studi diversi. In particolare l’Osservatorio In Difesa di Terres des Hommes del 2024 ci racconta che il 63% degli adolescenti ha subito atti di bullismo e il 19% di cyberbullismo.
Secondo l’analisi del Centro Nazionale di Documentazione e Analisi per Infanzia e Adolescenza (Dipartimento per le Politiche della Famiglia), bullismo e cyberbullismo, così come le violenze psicologiche e verbali, prendono di mira soprattutto l’aspetto fisico (79%). Segue l’orientamento sessuale (15%), la condizione economica (11%), l’origine etnica e geografica (10.5%), l’identità di genere (9%), la disabilità (5%) e la religione (4%). E, spiega, l’analisi, “le conseguenze di queste violenze sui ragazzi sono pesanti”: la prima è la perdita di autostima, sicurezza e fiducia, vale per il 75% dei giovani; quasi la metà afferma di soffrire di ansia sociale e attacchi di panico, mentre il 45% segnala isolamento e allontanamento dai coetanei. Gli altri effetti negativi sono: difficoltà di concentrazione e basso rendimento scolastico (28%), depressione (28%), paura e rifiuto della scuola (24%), disturbi alimentari (24%), autolesionismo (20%).
E naturalmente nei luoghi più a rischio, dopo la scuola, si parla di mondo online con ben il 39% dei teenager che dichiara di avere subito atti di cyberbullismo. I dati della Polizia Postale, relativi al 2023 (presentati in occasione di Safer Internet Day 2024), infine, dicono che in Italia sono stati trattati 291 casi di cyberbullismo, poco meno di uno al giorno. Gli ultimi aggiornamenti con i dati relativi allo scorso anno invece raccontano che nel 2024 sono stati registrati circa 12mila attacchi informatici, con una tendenza in continua crescita. Il 72% dei ragazzi italiani tra i 13 e i 17 anni è attivo sui social media, con un incremento del 15% rispetto al 2023 (Istat, 2024). Inoltre, oltre il 46% dei minori ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo o cyberbullismo almeno una volta nella vita (EU Kids Online, 2024).
Cybersecurity e cyberbullismo: connubio indissolubile
Cybersicurezza e cyberbullismo, che a prima vista sembrano due concetti ben distinti, si sovrappongono in maniera sempre più evidente nel mondo digitale attuale. Il cyberbullismo rappresenta una forma di violenza psicologica che si manifesta attraverso l’uso delle tecnologie digitali. Esso include comportamenti come minacce, insulti, diffamazione e diffusione di informazioni private a scopo di umiliazione o danneggiamento della reputazione di una persona. Il cyberbullismo naturalmente è considerato principalmente un problema sociale ed educativo, ma in realtà ci troviamo di fronte a forti implicazioni sul piano della sicurezza informatica. Dove i due mondi si incrociano? Per esempio, uno dei principali pericoli del cyberbullismo è la diffusione non autorizzata di informazioni personali. La sicurezza informatica aiuta a prevenire queste situazioni attraverso strategie come l’uso di password sicure, crittografia e impostazioni di privacy avanzate sui social network. I cyberbulli possono sfruttare tecniche di ingegneria sociale per ottenere accesso a informazioni sensibili. La consapevolezza delle minacce informatiche e la capacità di riconoscere tentativi di phishing o manipolazione online sono quindi strumenti essenziali per proteggere le vittime.
Molti strumenti di cybersicurezza sono progettati per proteggere gli utenti dal cyberbullismo. Software di controllo parentale, filtri di contenuti e intelligenza artificiale possono rilevare e bloccare messaggi offensivi o minacce.
I cyberbulli poi spesso agiscono nell’anonimato, sfruttando strumenti come Vpn e profili falsi. Le tecniche avanzate di cyber sicurezza, come il tracciamento degli indirizzi IP e l’analisi forense digitale, possono aiutare le autorità a identificare e perseguire i responsabili.
Come la cybersecurity aiuta a contrastare il cyberbullismo
Per contrastare efficacemente il cyberbullismo, è fondamentale adottare un approccio basato su buone pratiche di sicurezza informatica. Alcune strategie utili includono:
- Educazione digitale: Insegnare a giovani e adulti l’importanza della sicurezza online e dei rischi associati al cyberbullismo.
- Impostazioni di privacy rigorose: Limitare la visibilità dei propri dati sui social media e controllare chi può interagire con i contenuti condivisi.
- Segnalazione e blocco degli utenti: Le piattaforme digitali offrono strumenti per segnalare e bloccare utenti molesti, prevenendo ulteriori episodi di bullismo.
- Utilizzo di software di protezione: Antivirus, firewall e filtri di contenuti aiutano a mantenere un ambiente digitale sicuro.
Il ruolo delle imprese e dell’education
Il bullismo ed il cyberbullismo sono una piaga sociale ancora sottovalutata. La prevenzione, la formazione e l’informazione, pur se negli ultimi anni decisamente migliorate rispetto al passato con iniziative istituzionali, vivono ancora di volontariato di associazioni no profit come Bullismo No Grazie di cui faccio parte nel Comitato Direttivo e per cui mi occupo della parte di marketing & communication e di raccolta fondi.
Bullismo No Grazie, nata a settembre 2021, ha come obiettivo principale la prevenzione, la formazione e l’informazione su bullismo e cyberbullismo con molteplici iniziative tra cui interventi in presenza ed on/line, sia nelle scuole, sia nelle aziende con la partecipazione ai propri incontri, dalla nascita ad oggi, di oltre 100.000 studenti, 40.000 adulti e 3.000 operatori del mondo education.
Mentre è facile intuire la diretta connessione con il mondo della scuola, dove operiamo costantemente e dove comunque tanto va ancora fatto in termini di attenzione, nonostante l’introduzione della figura del referente del bullismo e cyberbullismo, va lanciata una nuova sfida al mondo del lavoro: in questi anni, grazie a qualche azienda “illuminata” che ha consentito di presenziare in azienda o in fiere di settore anche nel mondo education per fare attività di formazione sui dipendenti, abbiamo scoperto quanto potrebbe essere potente il messaggio veicolato anche dalle imprese che, fra i loro collaboratori, annoverano spesso genitori di adolescenti, cosiddetti “nativi digitali”, e che hanno assoluta necessità di comprendere e conoscere i rischi del mondo digitale a cui i figli e le figlie sono potenzialmente vulnerabili. Le aziende, in ottica di benessere sociale, potrebbero – e dovrebbero – nell’ambito di una maggiore e continuativa formazione sulla cybersicurezza, espandere le tematiche formative, non limitandosi solo al “corso sul malware”, ma aiutando i collaboratori a comprendere i rischi esterni, che comunque sarebbero utili anche nel lavoro quotidiano.
Cybersicurezza e cyberbullismo sono due facce della stessa medaglia nel contesto digitale moderno. Proteggere i dati personali, educare gli utenti sui rischi online e sviluppare strumenti di difesa efficaci sono passi fondamentali per creare un ambiente digitale più sicuro. L’integrazione tra strategie di sicurezza informatica e prevenzione del cyberbullismo rappresenta la chiave per una navigazione consapevole e responsabile in rete.
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* Manager e libero professionista, Massimo Perversi sviluppa la carriera nel settore Information & Communication Technology nell’area commerciale b2b. Nel settore IT dal 1986, come direttore Marketing e direttore commerciale di divisione, sviluppa strutture e attività di vendita e marketing nonché progetti Web innovativi nel marketing digitale e nell’e-commerce b2b. Appassionato di tecnologia da sempre, vive l’evoluzione del mondo digitale dal floppy disk all’AI. Si impegna nel sociale come volontario dell’associazione no-profit Bullismo No Grazie.
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