il restauro di tre sculture con il sostegno di Italia Nostra

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Sala 7 dopo il restauro delle statue 3 – © Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano

MILANO – Il Museo del Duomo di Milano arricchisce il suo percorso espositivo con tre sculture del XVI secolo restaurate grazie al sostegno di Italia Nostra, che continua la sua missione di tutela del patrimonio artistico. Si tratta di San Sebastiano, Bacco e Virtù, opere realizzate in marmo di Candoglia, che tornano nuovamente visibili al pubblico nella Sala 7 del Museo, restituite alla loro originaria bellezza dopo un delicato intervento di conservazione.

Un restauro “a vista” nel cuore del Museo

Il restauro è stato condotto in loco, permettendo ai visitatori di osservare il lavoro degli esperti mentre riportavano alla luce i dettagli e la lucentezza del marmo. L’intervento è stato affidato alla Magistri S.r.l. di Eros Zanotti, su incarico della Veneranda Fabbrica del Duomo, con la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Milano. Un’operazione complessa ma necessaria, considerando che il marmo di Candoglia, lo stesso utilizzato per la costruzione della Cattedrale, ha subito per secoli l’azione del tempo e degli agenti atmosferici.

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Mons. Gianantonio Borgonovo, Arciprete del Duomo e Direttore dell’Area Cultura e Conservazione della Veneranda Fabbrica, ha sottolineato l’importanza di questa operazione:

«Siamo molto felici del restauro appena concluso sulle tre sculture Bacco, Virtù e San Sebastiano, reso possibile grazie al sostegno di Italia Nostra, al fianco della Veneranda Fabbrica del Duomo già in altre occasioni. Per il Museo del Duomo, è stata un’opportunità importante “ritrovare” la bellezza di tre splendide opere che necessitavano di un intervento di pulitura, per tornare a farsi ammirare in tutto il loro splendore. Un segno concreto di un lavoro costante per la valorizzazione delle collezioni del nostro museo».

La collaborazione tra Italia Nostra e il Duomo di Milano

Non è la prima volta che Italia Nostra affianca la Veneranda Fabbrica del Duomo nel recupero delle sue opere. In passato l’associazione ha già contribuito al restauro della Porta Pogliaghi (1998) e del grande Modello ligneo del Duomo (2006). Edoardo Croci, Presidente nazionale e della sezione milanese di Italia Nostra, ha dichiarato:

«Italia Nostra è da sempre impegnata nella tutela e valorizzazione del patrimonio storico, culturale e artistico del Paese, attraverso una serie di restauri promossi dal Fondo Monti, frutto di un importante lascito testamentario. È la terza volta nella nostra storia che collaboriamo con la Veneranda Fabbrica del Duomo e, questa volta, abbiamo promosso il restauro di tre importanti statue del ‘500 che sono presenti all’interno del Museo del Duomo. Siamo particolarmente orgogliosi di collaborare con la Fabbrica per rioffrire ai milanesi la visione di queste opere».

Grazie a questi interventi, le sculture sono state restituite ai visitatori non solo fisicamente, ma anche in una nuova versione digitale. Il Catalogo online del Museo del Duomo, disponibile sul sito ufficiale duomomilano.it, permette di consultare schede dettagliate sulle opere, approfondendone storia e contesto artistico.

Tre sculture tra sacro, mito e allegoria

Le tre opere restaurate raccontano storie diverse, ma condividono la stessa origine: il cantiere della Cattedrale milanese nel pieno del XVI secolo, un periodo in cui la ripresa dei modelli classici si affiancava alle esigenze liturgiche e decorative del Duomo.

  • San Sebastiano (Scultore ignoto, primo decennio del XVI secolo): un giovane soldato martire trafitto dalle frecce, è attribuito a un maestro lombardo influenzato da Cristoforo Solari. L’opera, un tempo collocata in un finestrone absidale del Duomo, presenta forti richiami alle statue del Cristoforo Solari, soprattutto nelle forme dei capelli e nella torsione del corpo.
  • Bacco(Scultore ignoto, quarto decennio del XVI sec. circa): il dio romano del vino, era in origine parte della decorazione di un pilone della Cattedrale. L’ignoto scultore, probabilmente lombardo ma influenzato dall’ambiente michelangiolesco, ha saputo donare alla statua un’eleganza classicheggiante, pur senza il languore tipico della celebre versione di Michelangelo.
  • Virtù (Prudenza) (Scultore ignoto, primi decenni del XVI secolo):  è una figura femminile imponente, caratterizzata da uno sguardo assorto e un diadema che ne esalta la regalità. Questa scultura, un tempo collocata nel tiburio del Duomo, è un esempio del classicismo lombardo che si affermava in quel periodo grazie ad artisti come Benedetto Briosco, Cristoforo Solari e Andrea Fusina.

Le sculture, esposte per secoli all’esterno del Duomo, hanno subito un processo di degrado dovuto all’inquinamento e agli agenti atmosferici. La patina di sporco aveva compromesso la leggibilità dei dettagli e oscurato la luminosità del marmo di Candoglia. Il restauro ha previsto tecniche di pulitura avanzate, con impacchi tradizionali e l’impiego di laser a bassa intensità, che hanno permesso di rimuovere con precisione le incrostazioni senza alterare la superficie originale.

www.duomomilano.it



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