Piccoli paesi a rischio abbandono, resistenza e resilienza passano anche dalla farmacia

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Roma, 7 febbraio – Un altro mondo, diverso da quello che raccontano ogni giorno i telegiornali e i giornali, non solo è possibile, ma c’è. Un mondo di cocciuti e coraggiosi resilienti che, senza urla né scalmane, lavorando in silenzio ogni giorno, portano avanti quelle ragioni e quei principi che sembrano non essere più di moda, primi tra tutti il rispetto e l’attenzione agli altri, soprattutto se più deboli.

Si tratta di un mondo che non sale mai agi onori della cronaca (che peraltro è da un pezzo habitat esclusivo di “disonori” ed efferatezze di ogni genere) e che però esiste e resiste, anche laddove le condizioni per esistere e resistere vengono erose giorno dopo giorno. Come ad esempio nei centri più isolati e periferici del nostro Paese, quelli di montagna, penalizzati dalla distanza e dall’orografia e in perenne lotta con la materializzazione dell’incubo-spopolamento, dovuto soprattutto alla progressiva desertificazione dei servizi. Prima spariscono uno a uno gli esercizi di piccolo commercio, poi il bar, quindi l’unico sportello bancario, l’ufficio postale, poi il medico del paese si rende disponibile quando va bene un giorno a settimana e via elencando. Il risultato? I centri cosiddetti “marginali”, senza negozi e opportunità, senza servizi e senza punti di ritrovo. sono inevitabilmente condannati a morire. Soprattutto quelli che – per eccesso di malasorte – hanno magari avuto la sventura di subire calamità naturali come un terremoto o un’alluvione.
Ecco perché va subito portato all’attenzione dell’opinione pubblica – per quanto possibile – ogni segnale o iniziativa che racconta storie virtuose  (e generose) di resistenza. Come quella che, a margine della Giornata nazionale di raccolta del farmaco, è emersa ad Amandola, comune marchigiano assurto a una qualche notorietà anche in ambito farmaceutico grazie a uno dei suoi cittadini più illustri, Renzo Mori, per 40 anni circa presidente di Federfarma Ascoli ma soprattutto a lungo vice presidente nazionale di Federfarma e presidente di Sunifar, il sindacato nazionale dei farmacisti rurali.

Nel paese – che, a proposito delle dinamiche di spopolamento, è passato dai  più di 6500 abitanti degli anni ’50 del secolo scorso ai 300 di oggi – ancora sono attive e vitali persone e associazioni che si impegnano per il bene della comunità e per favorire la ripresa dal rovinoso terremoto del 2016 , “esorcizzando” in qualche modo le continue scosse che ancora si continuano a registrarsi con una certa frequenza, anche di intensità significativa (come quella di magnitudo 3.9 del novembre 2023). In questi giorni, ad esempio, è tornata a guadagnarsi un po’ di attenzione e spazio sulla stampa locale la Scuola di italiano per donne straniere promossa dalla Caritas locale, corso destinato a donne straniere per migliorare la conoscenza della nostra lingua, con “lezioni” differenziate a seconda delle competenze di base delle partecipanti. Un progetto mirato ovviamente a favorire l’inserimento delle “studentesse” e rafforzare i legami sociali. Per questo, oltre l’apprendimento della lingua, sono stati organizzati momenti di socialità e favorita così la conoscenza reciproca delle partecipanti (che superano la decina), in prevalenza donne che già lavorano e che vogliono così migliorare la conoscenza della nostra lingua  e altre che intendono apprenderla per avere un lavoro e inserirsi meglio nella comunità.

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Ma la Caritas di Amandola fa ovviamente altro, soprattutto a favore delle categorie fragili: particolarmente importante, ad esempio, è l’impegno  nell’ambito dei trasporti sociali per anziani, persone sole e persone malate che devono affrontare esami e visite mediche e che non hanno l’autonomia – o semplicemente la possibilità – di raggiungere i centri di erogazione delle prestazioni. Ma la Giornata nazionale di raccolta del farmaco che c’entra, in tutto questo”, si starà legittimamente chiedendo qualcuno. C’entra, perché la Caritas di Amandola, insieme al Centro di Solidarietà dei Monti Sibillini, è subito scesa in campo per garantire nella settimana dal 4 al 10 febbraio tutto il suo impegno per la migliore riuscita dell’iniziativa solidale,  in stretta collaborazione con i farmacisti e con i medici di medicina generale.

Ed è proprio la Grf 2025 che, tra le sue pieghe, ha svelato storie di resistenza e resilienza ammirevoli, come quella della farmacista di Montefortino, Susanna Rossi, che ha lasciato Roma per tornare nel piccolo centro di mille abitanti alle pendici dei Sibillini (una veduta nella foto del titolo), per evitare la chiusura della farmacia, e quella delle due giovani farmaciste Elisa Formentini e Ilenia Bambozzi (nella foto), arrivate nell’aprile del 2024 da Macerata e Corridonia per garantire il servizio della farmacia comunale di Monte San Martino, altro paesino dei Sibillini di nemmeno 700 abitanti. Scelte che – come è del tutto evidente – molto hanno a che fare con le motivazioni etiche e sociali e molto di meno con la convenienza economica, scelte che nascono dalla consapevolezza che assicurare la presenza della farmacia e del suo servizio nei piccoli comuni – in particolare nella zona di montagna – è una scelta decisiva non solo per la propria vita ma per quella degli altri: una farmacia aperta non è un semplice punto di erogazione dei farmaci, ma è un vero e proprio presidio di comunità e di servizi socio-sanitari, dalle prenotazione di visite ed esami diagnostici fino alle vaccinazioni, dal monitoraggio delle terapie croniche fino alla semplice e rassicurante chiacchierata con un professionista che conosce e sa coniugare al meglio il verbo “ascoltare”. Servizi senza i quali gli abitanti di paesi come Montefortino e Monte San Martino, soprattutto i più anziani, forse cederebbero alla tentazione di andarsene, come fanno molti.

C’è anche quest’Italia, insomma, e per quanto inusuale possa sembrare, ci è sembrato giusto ricordarla: perché, anche se nascosta – è (almeno per noi) la faccia più bella del nostro Paese. Non ce ne dimentichiamo e – per quanto possibile – sfruttiamo ogni occasione per farla conoscere. Anche perché, a delinearne i contorni gentili e puliti, contribuisce in modo importante anche l’opera quotidiana e importante delle farmacie e dei farmacisti. E non si può che esserne orgogliosi.



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