Piscina Cappuccini, ripartirà o non ripartirà a fine febbraio?

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La piscina Cappuccini di Messina è in uno stato di sfacelo nell’area esterna che circonda i due stabili portanti, con entrambi gli impianti natatori serrati, di cui quello da 33 metri coperto con il tetto che è crollato dall’estate del 2019: nessuno lo può confutare. Il soffitto del plesso al chiuso era stato edificato in legno lamellare, durante la ristrutturazione del polo per le Universiadi 1997 e nel periodo del cedimento era sotto la gestione del presidente della Waterpolo Fontalba, Felice Genovese. Noi stessi siamo stati sul posto a sondare il terreno per accorgerci che un catenaccio con lucchetto all’ingresso principale e arrugginito non trasmette certamente l’idea della presenza di un cantiere, come dovrebbe essere allestito in questi giorni. Vegetazione incolta, sterpaglie, strada dissestata con buche più o meno profonde, perdite d’acqua e “reperti” che ci fanno pensare ad un luogo gettonato da coppiette in cerca di privacy.

La restituzione del Polo sportivo, naturalmente solo del complesso esterno, dovrebbe materializzarsi non oltre la fine di febbraio, almeno così è stato riferito dall’assessore di settore Massimo Finocchiaro ma anche con il benestare della caldaia e del suo tragitto tortuoso che ha indotto i problemi nel suo funzionamento e nella conservazione. Come uscire dall’impasse? Era stato segnalato lo scorso settembre che la piscina sarebbe stata consegnata entro ottobre per la variazione di un appalto, a causa di un filtro guasto. Nulla di fatto. Lì si trattava di ultimare i lavori negli spogliatoi al piano terra e di altre opere in piscina. Adesso, pare che ci vogliano altre due/tre settimane per ripristinare la struttura natatoria, considerando che le tubature della caldaia sono state anche sabotate – vandalizzate. Sono trascorse quasi tre settimane, da quando si è cercata una quadra in Commissione consiliare, convocata da uno dei consiglieri di Fratelli d’Italia Dario Carbone ma ricordiamoci che qui non è una diatriba delle fazioni partitiche, bensì di stanziamenti adeguati che vanno trovati per manutenere e gestire l’impianto. Badate bene: due piscine di cui una olimpionica da 50 metri che è al centro del groviglio per farla ripartire e l’altra dove il degrado fa da padrone, addirittura in questo spazio sembra che ogni tanto ci sia un andirivieni di cinghiali, piccioni e quant’altro. Occorre pensare ad un appalto pari a 5 milioni di euro come racconterà l’assessore nell’intervista di StrettoWeb, a cui si sta interessando il dirigente De Francesco del Comune di Messina. Successivamente, si potrà congegnare un appalto per la gestione, magari unico coniughi anche il campo di atletica che non ha mai smesso di funzionare, grazie alle società sportive.

Le novità di ulteriori impianti, comunicate dall’esponente della Giunta Finocchiaro, sono la costruzione di una nuova piscina in zona sud, accanto al PalaMili, con dei fondi ministeriali da intercettare. Nel frattempo, notiamo il perdurare di un’altra chiusura, quella della piscina coperta dell’UniME, un cantiere aperto che doveva avere una risoluzione a gennaio ormai archiviato (180 giorni di lavori preventivati dall’appalto di oltre un milione di euro) ma, a quanto dicono gli uffici tecnici dell’Ateneo e la ditta palermitana che cura i lavori, la nuova scadenza anche per questa è fine febbraio. A supervisionare sulle attività della Cittadella universitaria, anche per la piscina esterna, è il responsabile della Fin regionale Sergio Naccari.

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La Piscina “Graziella Campagna”, alias Comunale, è stata resa accessibile ad ottobre ma chi ha memoria dell’ultimo intervento di ristrutturazione?

Il consigliere Felice Calabrò, in quota PD, si è chiesto addirittura sarcasticamente “ma perché a Messina ci sono impianti natatori? E poi quale la progettazione futura ed esecutiva di tutti i palazzetti?”.

All’unisono il consigliere Alessandro Russo e Carbone: “Lo scheletro della piscina San Licandro in che stato si trova? Vogliamo dare delle risposte alle utenze? Questo impianto da progetto risale addirittura agli anni Novanta con una rivalutazione del suo valore ad oggi di 8 milioni di euro. Situata in un quartiere residenziale della V Municipalità tra una nota pizzeria di zona ed una villetta comunale, la struttura era finita in una situazione economica ostica con la società Asd Pallanuoto Messina che aveva stipulato a marzo del 2005 a Roma un mutuo con l’Istituto di Credito Sportivo. Avendo accumulato notevoli nei confronti dell’Istituto e per non precludersi altri vantaggi futuri, il Comune di Messina ha siglato un accordo transattivo per l’estinzione del debito con un impegno di spesa pari a 2 milioni e 150mila di euro, da saldare entro il 31 dicembre 2024. Ma adesso si deve verificare se tutto è andato in porto. In ogni modo, il Dipartimento allo Sport deve anche stimare se sia ancora il tempo per recuperare una piscina, di cui sono stati realizzati il letto ed i pilastri nell’area prevista, quando è stato reputato di creare al suo posto una strada di collegamento verso il villaggio Tremonti da parte dell’assessorato alla Mobilità e ai Lavori pubblici.

Intanto, concentriamoci sulla piscina Cappuccini “step by step” (come direbbe Finocchiaro) e poi pensiamo agli scheletri degli anni Novanta che possono sempre tornare utili.



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