Più incentivi a chi investe: la svolta per le startup

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Negli ultimi anni, il numero di startup in Italia è più che raddoppiato, passando da circa 6.000 nel 2016 a oltre 12.000 nel 2024. Tuttavia, nonostante questa crescita, il paese rimane in coda in Europa per gli investimenti in Venture Capital, con un flusso di fondi che rappresenta solo un terzo della media europea.

Per colmare questo divario, il governo ha introdotto una serie di misure normative e fiscali a sostegno delle startup, attraverso la Legge sulla Concorrenza, la Legge di Bilancio e la Legge Centemero. Durante un evento organizzato da Unioncamere e Il Sole 24 Ore, esperti del settore e rappresentanti istituzionali hanno discusso le nuove opportunità offerte alle startup italiane, analizzando gli strumenti finanziari disponibili per sostenere la crescita dell’ecosistema innovativo del paese.

Le nuove misure per incentivare gli investimenti

L’obiettivo principale delle recenti riforme è non solo aumentare il numero di startup, ma anche favorirne la crescita e il consolidamento. Ad oggi, solo il 6,6% delle startup italiane è riuscito a fare scale up, ossia a superare il milione di euro di fatturato o di capitale sociale tra il 2019 e il 2023.

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Per migliorare queste statistiche, il legislatore ha previsto:

  • Aumento delle detrazioni fiscali per investitori privati: la percentuale di detrazione IRPEF passa dal 50% al 65% per gli investimenti in startup e PMI innovative.
  • Coinvolgimento degli enti previdenziali: per incentivare il Venture Capital, viene riconosciuta una deduzione fiscale agli enti previdenziali che investono nelle startup.
  • Credito d’imposta per incubatori e acceleratori: chi supporta la crescita delle startup può beneficiare di un credito d’imposta fino all’8% dell’investimento effettuato, con un tetto massimo di 500.000 euro per periodo d’imposta.
  • Accesso a crediti d’imposta per soggetti incapienti: in caso di incapienza fiscale in un dato esercizio, è prevista la possibilità di trasformare la detrazione in un credito d’imposta da utilizzare negli anni successivi.

Questi strumenti di finanza innovativa mirano ad attrarre più investitori e a stimolare la crescita delle startup italiane, sfruttando la grande liquidità disponibile sui conti correnti e reindirizzandola verso investimenti produttivi.

Il ruolo delle istituzioni e degli enti finanziari

Durante il summit organizzato da Unioncamere e Il Sole 24 Ore, il presidente di Unioncamere Andrea Prete ha sottolineato come gli strumenti di finanza innovativa abbiano contribuito a diversificare le fonti di finanziamento per le startup, migliorandone le competenze manageriali e aumentando la loro visibilità sul mercato. Tuttavia, ha ribadito la necessità di attrarre più operatori specializzati e di stimolare la domanda di finanziamenti da parte degli imprenditori.

Il segretario generale di Unioncamere Giuseppe Tripoli ha evidenziato come la crescita delle startup sia essenziale per mantenere la competitività dell’Italia rispetto agli altri paesi europei. A oggi, il nostro paese vanta solo lo 0,2% degli unicorni mondiali, un valore dieci volte inferiore rispetto al suo peso sul PIL globale.

Per rafforzare il sistema delle startup, oltre agli incentivi fiscali, il governo ha previsto nuovi strumenti di supporto finanziario, tra cui:

  • Un portale agevolazioni, che raccoglie tutte le opportunità di finanziamento disponibili.
  • Una piattaforma di crowdfunding, per facilitare l’accesso ai capitali da parte delle nuove imprese.
  • Applicazioni per l’autovalutazione economico-finanziaria delle startup, con focus sui parametri ESG (Environmental, Social and Governance).
  • Finanziamenti regionali, erogati attraverso le finanziarie locali per integrare il credito bancario tradizionale.

Il Venture Capital in Italia: la strada da percorrere

Nonostante i progressi normativi e fiscali, il Venture Capital in Italia è ancora sottodimensionato rispetto agli standard europei. Nel 2024, gli investimenti in Venture Capital hanno raggiunto 1,1 miliardi di euro, pari allo 0,06% del PIL nazionale. In confronto, in Germania la percentuale è 0,20%, mentre in Francia arriva fino allo 0,26%.

L’Italia ha dunque un forte margine di miglioramento, ma per raggiungere i livelli degli altri paesi europei è fondamentale:

  • Migliorare la cultura imprenditoriale, favorendo la propensione al rischio.
  • Promuovere politiche fiscali ancora più favorevoli, per rendere più attraente l’investimento in startup.
  • Creare un ecosistema di Venture Capital più solido, coinvolgendo anche investitori istituzionali e fondi pensione.

Secondo Alberto Castronovo, capo del Dipartimento Internazionalizzazione del Mimit, gli incentivi fiscali destinati agli enti previdenziali potrebbero rappresentare il vero “game changer” per il Venture Capital italiano, favorendo la canalizzazione di ingenti risorse verso il settore dell’innovazione.

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Conclusioni

L’Italia si trova in una fase cruciale per il futuro delle startup. Grazie alle nuove misure fiscali e finanziarie, il paese ha l’opportunità di colmare il gap con gli altri paesi europei e di costruire un ecosistema innovativo più solido e competitivo.

L’incremento delle detrazioni fiscali, il coinvolgimento degli enti previdenziali e il credito d’imposta per incubatori e acceleratori rappresentano passi concreti per incentivare gli investimenti e favorire la crescita delle startup italiane. Tuttavia, affinché questi strumenti abbiano un impatto significativo, è necessario che gli imprenditori e gli investitori colgano le nuove opportunità offerte dal sistema.

Con un mix di finanza innovativa, incentivi fiscali e supporto istituzionale, l’Italia può finalmente avvicinarsi ai livelli di investimento dei principali paesi europei, contribuendo alla crescita di un tessuto imprenditoriale più dinamico e competitivo.

 



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