Presidente Occhiuto, purtroppo la Calabria non sta cambiando, anzi… (di Pino Tassi)



PRESIDENTE OCCHIUTO, PURTROPPO LA CALABRIA NON STA CAMBIANDO

di Pino Tassi 

Il presidente Occhiuto al convegno Verso Sud organizzato dalla Thea Group presso l’Università della Calabria ha rilanciato la sua candidatura per un secondo mandato sostenendo che deve portare a termine il lavoro avviato nel primo. A sostegno della sua ricandidatura ha affermato: “Ci sono tante iniziative Zes che cominciano a realizzarsi in Calabria, ce ne saranno altre nei prossimi mesi. Per sviluppare la Calabria bisogna crederci, da tre anni penso di aver cambiato il mood del governo regionale e di aver dimostrato che si può governare questa regione occupandosi dei problemi e facendola entrare nel mercato degli investimenti da parte di imprese nazionali e multinazionali”.

Queste dichiarazioni sono state fatte a margine di un convegno dove si parlava dello stato di realizzazione della Zes unica voluta dal governo nazionale a partire da gennaio 2024. La Zes unica significa che c’è un’unica area speciale unica di intervento che riguarda tutte le regioni meridionali mentre prima vi erano otto aree ben definite che coincidevano in grandi linee con ogni singola regione. Su questa scelta voluta dal governo c’è chi sostiene che la centralizzazione abbia sfavorito i territori più svantaggiati e deboli, a partire dalla Calabria, anche perché nello stesso Sud ci sono aree più forti e altre aree più deboli.

“La voce”, autorevole sito economico, ha pubblicato a fine gennaio un’indagine svolta tra esperti da cui esce fuori che il 44% del campione promuove la Zes unica ma con riserve in quanto “la Zes Unica favorisce l’uniformità delle procedure e una visione di sistema, ma risulta meno efficace per politiche di sviluppo mirate alle singole aree territoriali”. La critica maggiore alla Zes unica, espressa dal 60% degli esperti sottolinea “la necessità di una strategia unitaria, ritenendo però essenziale delegare ai singoli territori l’attuazione operativa delle scelte definite strategiche a livello centrale”.

La preoccupazione degli esperti è confermata dall’analisi dei provvedimenti complessivi approvati al 31 dicembre 2024. A quella data abbiamo avuto 335 domande approvate. Basta andare sul sito ufficiale della Zes unica e troverete l’allegato con le singole imprese: https://www.strutturazes.gov.it/media/10deyhx5/au-2024-270125m.pdf

In un calcolo approssimativo ho calcolato che circa 180/200 domande provengono dalla Campania, la maggioranza dalla provincia di Napoli. Quindi la Campania fa la parte del leone con oltre il 60% del totale. Seguono la Sicilia e la Puglia con circa 50 progetti approvati a testa. E poi veniamo noi, la Calabria con appena 19/20 progetti approvati. Siamo al 6,7% del totale. Di questi progetti approvati 5 sono in provincia di Catanzaro, tutti a Lamezia Terme, 7 in provincia di Cosenza (4 a Corigliano-Rossano); 1 in provincia di Vibo Valentia,a Serra San Bruno; 3 in provincia di Crotone, 2 a Cutro; 3 in provincia di Reggio Calabria. 15 sono progetti di ampliamento e 4 sono nuovi insediamenti.

Certo, ci possiamo consolare che abbiamo superato la Sardegna (11 progetti circa), la Basilicata (3), l’Abruzzo (5) e il Molise (2). ma è una magra consolazione. Se poi andiamo a esaminare i progetti approvati a gennaio 2025, la situazione peggiora. Su 59 progetti approvati ne abbiamo solo uno in Calabria, in provincia di Cosenza. Siamo al 5,9% del totale. Questi dati ci dicono che qualcosa non va nella Zes unica e invece di approfondire questo dato diamo fiato alla propaganda.

Senza alcuno spirito polemico, ma non capisco da dove deriva l’ottimismo del presidente Occhiuto. Lui affferma:“Se mi guardo indietro, dico in questi tre anni abbiamo fatte tantissime cose, ma tre anni sono davvero pochi per cambiare il volto e il futuro di una Regione. Ecco perché spero di poter continuare anche dopo i primi cinque anni per dimostrare che forse in due cicli di governo si può davvero cambiare la Calabria”.

Purtroppo la Calabria non sta cambiando e migliorando nonostante lo sforzo di tanti imprenditori. Non lo dico io ma i dati nudi e crudi. Questi dati ci danno un quadro preoccupante e ci dicono che procedendo così non solo non diminuirà il gap tra noi e le regioni del Nord Italia, ma che andrà ad aumentare il divario tra Campania, Sicilia e Puglia e la Calabria. E dispiace che dal mondo accademico ed economico calabrese si stia quasi tutti zitti e nessuno parli e approfondisca questi aspetti problematici. Eppure basterebbe rileggere le osservazioni fatti dalla Corte dei Conti per aprire un dibattito.



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