Rapporto sulle operazioni di pagamento fraudolente in Italia
La fiducia nei mezzi di pagamento è un bene pubblico il cui perseguimento richiede, tra l’altro, investimenti in tecnologia da parte degli operatori e la definizione di misure e/o regole volte a rafforzare la sicurezza nell’utilizzo degli strumenti di pagamento.
La prevenzione e la riduzione dei rischi da frode nell’uso di strumenti digitali sono infatti punti cardine per le Autorità di sorveglianza europee al fine di assicurare l’integrità dei sistemi di pagamento al dettaglio in Europa.
Analisi dei principali indicatori sulla sicurezza dei pagamenti al dettaglio
Questo Rapporto fornisce un’analisi dei principali indicatori sulla sicurezza dei pagamenti al dettaglio nel nostro Paese, utilizzando le informazioni sul valore e sul volume delle operazioni fraudolente segnalate in bonis dai Prestatori dei Servizi di Pagamento (PSP) che operano in Italia.
Nel loro complesso i casi di frode con strumenti di pagamento elettronici sono eventi rari rispetto alla totalità delle transazioni al dettaglio effettuate nell’economia, e le relative perdite per l’utenza sono in gran parte attenuate da appositi meccanismi di tutela previsti dalla normativa di settore.
Le principali evidenze, elaborate su dati per il periodo dal primo semestre 2022 al primo semestre 2024, sono le seguenti:
- La maggior parte delle operazioni fraudolente in valore riguarda i bonifici iniziati elettronicamente (esclusi quelli eseguiti allo sportello tradizionale) e i pagamenti con carte di debito e credito. Per quanto riguarda i volumi, invece, le carte di pagamento rimangono lo strumento con il maggior numero di operazioni fraudolente, seguito dalla moneta elettronica. Gli importi e la numerosità delle transazioni fraudolente riflettono verosimilmente il diverso caso d’uso di ciascuno strumento e la sua diffusione nel mercato dei pagamenti al dettaglio. I bonifici sono infatti utilizzati prevalentemente per pagamenti di elevato importo nei trasferimenti tra persone fisiche (P2P) e tra imprese (B2B), mentre le carte di pagamento e la moneta elettronica, che in Italia è costituita in larga parte da carte prepagate, sono strumenti impiegati prevalentemente per l’acquisto di beni e servizi al punto vendita fisico o virtuale (P2B), originando pertanto un gran numero di transazioni ma di importo contenuto.
- Il tasso di frode (i.e. l’incidenza delle operazioni fraudolente sul totale) calcolato sul valore delle transazioni risulta contenuto e stabile nel tempo per i bonifici (0,001%), più elevato ma in calo per la moneta elettronica (0,025%). Su livelli intermedi di rischiosità si collocano invece i pagamenti con carta e i prelievi da ATM (0,019% e 0,010%, i rispettivi tassi di frode). Analoghe considerazioni si evincono dall’analisi dei tassi di frode calcolati sui volumi delle operazioni.
- Nel comparto dei bonifici il tasso di frode sia in valore sia in volume risulta molto più elevato per il bonifico istantaneo che per il bonifico tradizionale (0,048% e 0,017%, rispettivamente); questo strumento è tuttavia ancora in una fase di sviluppo ma il suo utilizzo potrà beneficiare, in prospettiva, dell’entrata in vigore della Instant Payment Regulation che introduce requisiti di esecuzione uniformi al fine di renderlo vantaggioso e sicuro per gli utenti.
- Il valore medio delle operazioni fraudolente è di gran lunga maggiore per i bonifici (€3.500), rispetto alle carte di pagamento, alla moneta elettronica e ai prelievi da ATM dove è ben più contenuto, rispettivamente pari a: €86, €39, €462. Queste evidenze nel loro complesso suggeriscono che la probabilità di registrare un’operazione fraudolenta, desumibile dal tasso di frode, è più elevata nei pagamenti con carte e con moneta elettronica, ma la perdita potenziale, catturata dall’importo medio della frode, è più ingente nel caso dei bonifici.
- Il tasso di frode per le carte di pagamento è sensibilmente maggiore nelle operazioni “a distanza” (i.e., e-commerce; 0,072% in valore; 0,052% in volume) rispetto a quelle “non a distanza” (al punto vendita fisico; 0,006% in valore; 0,003% in volume) dove la presenza fisica garantisce un più efficace presidio di autenticazione del cliente. Anche per la moneta elettronica vi è analoga evidenza.
- Con riferimento alle principali tipologie di frodi, quelle con carte di pagamento e con moneta elettronica si riferiscono a operazioni effettuate senza il consenso del legittimo titolare (cd “non autorizzate” o disconosciute). Esse avvengono in larga parte “a distanza” quando il frodatore esegue il pagamento dopo aver raccolto illecitamente informazioni confidenziali o dati riservati (es: phishing); rientrano in questa categoria casistiche quali lo smarrimento, la contraffazione (skimming), la mancata ricezione, il furto della carta e quello dei dati ad essa associati. Per i bonifici rileva invece la cd. “manipolazione del pagatore”, dove il cliente stesso viene indotto a fare un pagamento dal frodatore sfruttando informazioni raccolte tramite social engineering.
- I tassi di frode nelle operazioni con autenticazione forte del cliente (SCA) risultano inferiori a quelli delle operazioni senza SCA soprattutto nel segmento delle transazioni transfrontaliere con carte di pagamento e moneta elettronica. Le operazioni cd. “esenti da SCA”, ovvero ritenute intrinsecamente poco rischiose sulla base delle caratteristiche della transazione (es: operazioni di modico valore o ricorrenti) o della clientela (es: operazioni a distanza valutate tramite la cd. transaction risk analysis), garantiscono tassi di frode pressoché confrontabili con quelli delle operazioni con SCA per tutti gli strumenti di pagamento.
- Una quota rilevante delle perdite viene sostenuta dall’utente del servizio di pagamento, nel caso dei bonifici (90%). Di contro, nel caso delle carte di pagamento, della moneta elettronica e dei prelievi ATM, l’onere risulta maggiormente ripartito tra PSP e utente (la quota a carico di quest’ultimo è pari al 40%, 31%, 51% rispettivamente). La quota di ripartizione degli oneri tra i soggetti coinvolti nel pagamento è influenzata anche dalla tipologia di frode che ad esempio nel caso di “manipolazione del pagatore” non consente di attivare tutti i meccanismi di tutela previsti invece per le “transazioni non autorizzate”.
- Secondo dati meno recenti (2023.S1), i tassi di frode sui diversi strumenti di pagamento in Italia sono pressoché in linea con quelli delle principali giurisdizioni europee. Con riferimento alle carte di pagamento, il nostro Paese riporta un tasso di frode inferiore nel confronto europeo sia in valore che in volume, riflettendo verosimilmente anche il minore livello di sviluppo del commercio elettronico, dove le frodi incidono di più. Nel caso della moneta elettronica, i tassi di frode sono più elevati in Italia dove è molto elevata l’incidenza delle carte prepagate tradizionali, molto utilizzate anche per le operazioni a distanza; il dato più recente per il nostro Paese (2024.S1), tuttavia, è in riduzione e suggerisce una convergenza verso quello medio europeo.
(Rapporto sulle operazioni di pagamento in Italia – Immagine dalla copertina del rapporto di Banca d’Italia)
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