Attacco al Green Deal – CosmoPolis

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di Erasmo Venosi

Secondo i dati di Copernicus, il 2024 è stato l’anno più caldo che l’umanità abbia mai vissuto, così come gli ultimi 10 anni, dal 2015 al 2024, occupano i primi 10 posti degli anni più caldi da quando si monitorano le temperature

Un attacco congiunto, in Europa e negli Stati Uniti. Le politiche cosiddette verdi o green sono attaccate, in maniera violenta da Trump e dalla destra europea. Politiche contenute in tre atti il Green Deal, che in soldoni chiede agli stati più energia da sole, vento, calore della terra (geotermia) e acqua, per evitare petrolio e gas che bruciando fanno male al clima. Gli altri due atti collegati sono il Fit for 55 (Pronti per il 55%) cioè ridurre del 55% entro il 2030 quei gas che bruciando petrolio, carbone e metano fanno aumentare la temperatura dell’atmosfera e il rischio di avere alluvioni, siccità, uragani e scarsità di acqua. Perché questo numero 55% ? E’ un numero che scienziati di 181 Stati, presenti in un organismo scientifico dell’ONU, chiamato IPCC (Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici) che di norma ogni 5 anni presenta un rapporto nel quale si fa il punto sulle conoscenze scientifiche, tecniche, sociali ed economiche per capire il clima e i cambiamenti climatici, prodotti per il 90% dalle attività umane.

L’altro atto è il Net Zero cioè entro il 2050  dobbiamo bloccare  le emissioni di gas che trattengono i raggi del Sole quando sono riflessi verso l’atmosfera (gas serra)  cioè diventare  climaticamente neutrali  che, vuol dire che le  emissioni di gas devono essere uguali agli assorbimenti di gas compiuti dall’oceano, dalle foreste e dalla vegetazione in genere.

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Questo  è il cuore del Green Deal europeo ed è un obiettivo  da rispettare perché scritto nella legge dalla quale non possiamo sottrarci. Tutti gli atti discendono dall’Accordo di Parigi,  che fissa l’obiettivo di avere al massimo due gradi di temperatura in più rispetto al 1800, considerato l’inizio della rivoluzione industriale e quindi dell’uso del  carbone che, come abbiamo visto bruciando produce anidride carbonica maggiore responsabile (55%) del cambiamento climatico. Oltre i 2 gradi centigradi non sarebbero gestibili gli effetti devastanti della crisi climatica.

Da più parti si sono levati dubbi e comunque è bene sin da ora domandarsi se lo sforzo europeo abbia un senso, al di là del valore politico, posto che oggi le emissioni UE di CO2 rappresentano poco più del 9% del totale mondiale e al 2050 il contributo sarebbe, a policies invariate, intorno al 6%. Come direpotremmo pure azzerare le emissioni UE, ma se il resto del mondo non farà altrettanto, gli effetti sul cambio climatico saranno pressoché irrilevanti. Perciò, lo sforzo di annullare entro i prossimi 30 anni le emissioni di autovetture, autobus, autotreni, aerei, navi, quelle dell’industria, dell’agricoltura e della generazione elettrica nella sola Unione Europea sarebbe evidentemente privo di senso.

Del resto la stessa comunicazione ci ricorda che “le cause del cambio climatico sono globali” e per questo il Green Deal non potrà essere realizzato se l’Europa sarà la sola ad agire” ma “l’Europa può usare la sua influenza, esperienza e risorse finanziarie per mobilitare altri paesi” e dunque “intende continuare a guidare gli sforzi internazionali contro il cambio climatico”. Tuttavia, poiché non siamo all’anno zero, è legittimo chiedersi quanto efficace sia stata negli ultimi 20 anni la leadership europea nella lotta al cambio climatico. Ora siamo allo scontro e alle strategie di delegittimazione del green sia in USA che in UE. E’ nato lo scandalo del “Green Deal” con attacco contro le Ong ambientaliste, accusate di ottenere fondi UE per azioni lobbistiche sugli europarlamentari, su temi come l’agricoltura e la transizione energetica. Lo chiamano scandalo “Timmermans Gate” (dal nome dell’ex commissario UE Timmermans, il padre del Green Deal), e fatto scoppiare  dal  quotidiano olandese conservatore De Telegraaf. L’accusa è che le ONG avrebbero usato le risorse del programma LIFE per attività di lobbying.

Intanto i dati di Copernicus pubblicati a inizio gennaio hanno confermato che l’anno solare 2024 per la prima volta ha sforato la soglia di 1,5°C di aumento rispetto all’era pre-industriale, raggiungendo l’aumento medio record di 1,6°C. È stato l’anno più caldo che l’umanità abbia mai vissuto, così come gli ultimi 10 anni, dal 2015 al 2024, occupano i primi 10 posti degli anni più caldi da quando si monitorano le temperature.



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