cattolici mobilitati contro la proposta di legge • Nove da Firenze

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Il Consiglio Regionale della Toscana si occupa in questo periodo di una proposta di legge sul fine vita. La Conferenza di programmazione lavori, che ha fissato al 10 e 11 febbraio discussione e votazione della proposta di legge d’iniziativa popolare depositata dall’associazione Luca Coscioni (“Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito”).

“E’ incomprensibile l’atteggiamento del Pd, che ha bocciato due nostre richieste importanti in vista della discussione sulla proposta di legge di iniziativa popolare sul suicidio assistito, proposta dall’associazione Coscioni e fatta propria dalla sinistra, Pd in testa. Il Presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo ha infatti deciso di respingere la nostra richiesta di voto a scrutinio segreto ai sensi dell’art. 118 comma 3 del regolamento dell’assemblea legislativa regionale, e anche la richiesta di un parere preventivo al Collegio di garanzia statutaria” dichiara il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella “Contestiamo queste scelte, che a nostro giudizio – dichiara Stella – sono dettate dal timore che una parte dei consiglieri del Pd vengano meno ai diktat di partito che arrivano dalla segreteria nazionale, e votino contro la legge, secondo coscienza, come dovrebbe essere in questi casi.

Ancora più clamorosa la decisione di respingere il parere del Collegio di garanzia statutaria. Il Pd sa bene che questa legge non è costituzionale, e cerca di evitare ogni pronunciamento che possa mettere in rilievo questo aspetto e affossarla. Noi daremo comunque battaglia in aula, a cominciare dalla votazione sulla pregiudiziale di costituzionalità da noi presentata, e che aprirà i lavori, per proseguire con i 37 tra emendamenti e sub-emendamenti che abbiamo depositato”.

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“Sui temi etici e morali è necessario aprire al confronto più profondo e ampio possibile, al dialogo con tutte le sensibilità. Oggi ho depositato l’ordine del giorno a cui ho molto lavorato. Dall’approvazione e dalla condivisione di questo atto dipenderà il voto del nostro gruppo sulla proposta di legge” dice Stefano Scaramelli, vicepresidente del Consiglio regionale e capogruppo di Italia Viva “la proposta di legge sul fine vita, come emendata, è un buon testo, mi convince, ma ha bisogno di un’anima”. L’ordine del giorno presentato da Italia Viva punta a contemplare più aspetti a partire da cure palliative, incremento degli hospice, assistenza al dolore domiciliare e rinnovo della Commissione bioetica regionale. “È corretto continuare nelle prossime ore ad approfondire un tema tanto importante che può coinvolgere tutti, sul quale purtroppo il Parlamento e il Governo latitano” conclude Scaramelli.

“Il delicato tema del fine vita e della sua regolamentazione attraverso una legge, non sono competenza dei singoli consiglieri regionali, ma del parlamento. Se infatti ogni regione italiana legiferasse in merito, lo scenario che verrebbe a crearsi sarebbe quello di regole diverse e composite, mentre il tema necessita, certamente, di un’analisi profonda e seria che non può certamente derivare da un insieme di visioni difformi. Condivido il monito dei vescovi toscani sul fine vita, invitando, a mia volta, ad un dialogo approfondito, senza dimenticare il valore della sacralità della vita, uno dei pilastri della nostra azione e del nostro percorso.

Non sono per noi infatti passate inascoltate le esortazioni sul tema di tanti movimenti in difesa della famiglia e della vita, rispetto alle quali la nostra sensibilità è massima. Portare avanti l’iter per la legge sul fine vita rappresenterebbe una sorta di invasione di campo, compiuta attraverso l’appropriazione di una competenza che, alla Regione Toscana, non appartiene” scrive, in una nota, il deputato e vice coordinatore regionale toscano di Fratelli d’Italia Francesco Michelotti. 

“Il rispetto dovuto ad ogni assemblea elettiva e la consapevolezza della drammaticità che riveste questo tema, non possono assolutamente far dimenticare che – come sottolineano i Vescovi toscani in un loro recente documento – la vita umana è un valore assoluto e non esiste un “diritto di morire”. Esiste invece, e non sempre è assicurato con la necessaria tempestività ed efficacia, il diritto alla salute e quindi ad essere curati quando necessario. Questo diritto va affermato e attuato con ancora più forza per tutte le fragilità che non possono essere mai lasciate sole” dichiara la Presidenza Regionale del Mcl.

Anche Comunione e Liberazione Firenze ha preparato un documento che aiuti a guardare quel che sta accadendo nella Regione in merito al tema del suicidio medicalmente assistito.

“La vita è sacra, sempre. La sua tutela è un valore irrinunciabile ed una responsabilità politica che chiama tutti in causa. L’esame da parte del Consiglio Regionale della Toscana della proposta di legge di iniziativa popolare sul tema del “suicidio assistito”, ci appare illegittima perché legifera su una materia che attiene allo Stato e non alle Regioni. Così come crea divisioni in un momento che richiama alla massima unità sui temi etici e sui diritti. Nell’approssimarsi del voto da parte dell’aula, facciamo appello ai cattolici presenti in Consiglio Regionale affinché si oppongano a questa norma che vorrebbe l’introduzione della morte assistita come servizio sanitario pubblico, in contrasto con l’articolo 32 della Costituzione italiana, che tutela la salute dei cittadini” si appella l’Associazione Aldo Moro di Siena “Il tema del fine vita, inteso come possibilità di concorrere alla sua realizzazione da parte di coloro che sono nelle condizioni indicate dalla Corte costituzionale, è tema che chiama in causa la coscienza dei singoli, le loro intime convinzioni.

Pertanto – prosegue l’Associazione Moro – su esso mai potrà e mai dovrà essere invocata alcuna disciplina di partito. Il fine vita è parte della vita stessa. Che merita nel suo insieme di essere tutelata nella sua suprema dignità.” “Alla persona sofferente la società deve garantire tutte le cure in grado di alleviare la pena, sia fisica che psichica. Cura medica e cura emotiva hanno la stessa importanza, e devono essere garantite contestualmente. Solo questo garantisce una reale dignità al momento finale dell’esistenza.

Su questo – incalza l’Associazione dello statista Democristiano ucciso dalla Brigate Rosse – si devono concentrare gli sforzi delle politiche pubbliche. Che hanno enormi margini di miglioramento, sia in termini qualitativi che quantitativi, nonché di parità di accesso per tutti i cittadini.” “La Corte Costituzionale ha posto la questione alla responsabilità del Parlamento. Che deve agire. Facendo tesoro di contributi alti come quello offerto dalla Conferenza dei Vescovi Toscani, a nostro avviso il punto più alto nel dibattito attuale.

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Altre iniziative – conclude l’associazione Senese – come la legge Regionale, anche in ragione della loro incerta legittimità, rischiano di essere fuorvianti contributi di parte, che distolgono dall’obiettivo vero. Garantire a tutti una vita degna, dall’inizio alla fine”.

Alla vigilia del voto sulla proposta di legge regionale “Liberi Subito”, promossa dall’Associazione Luca Coscioni, Laura Santi, 50enne perugina affetta da sclerosi multipla, ormai conosciuta a livello nazionale per la sua battaglia sul tema, rivolge un appello ai consiglieri toscani: “Oggi voglio pensare alla Toscana e voglio anche rassicurarvi su un altro punto, onorevoli consiglieri: io sono già in cure palliative.

Un buon percorso di cure palliative, una buona presa in carico del malato integrata da parte del sistema sanitario nazionale non esclude una buona legge sul fine vita, le due cose non confliggono. State tranquilli di approvare una legge, fatelo senza esitazioni, fatelo senza dilemmi, senza timori, perché aumentare l’esercizio e il godimento di un diritto che, ripeto, già c’è non dà nessuna libertà arbitraria, non porta nessuna deriva, come a volte si sente dire, fa sentire le persone meno sole e meno abbandonate.

Vi prego di non voltarvi dall’altra parte, perché se vi voltate dall’altra parte quei malati là continuano a esistere, continuano a soffrire e sono soli e abbandonati. Mettetevi nei loro panni, vi prego, vi prego, mettetevi nei loro panni e rendeteli liberi di essere padroni della propria esistenza, per quanto questo è doloroso, ma questo non elimina la malattia, non elimina il dolore, quello c’è, rendetevi liberi di decidere se e quando porre fine alle proprie sofferenze con dei tempi certi, con delle modalità esecutive certe.

In mancanza di esse, questo diritto già esistente, grazie alla Corte costituzionale, diventa un’incognita, diventa un percorso a ostacoli burocratici. Io non voglio che per i miei compagni di malattia, o anche altri nella Regione Toscana, ci sia un percorso a ostacoli, perché non deve essere questo. Vi ringrazio tanto perché so che oggi voterete nel migliore dei modi per rispettare i malati e le loro scelte dall’inizio alla fine”.

Laura Santi, affetta da una forma progressiva e avanzata di sclerosi multipla, ha avuto il via libera dalla sua ASL di riferimento per l’accesso al suicidio assistito, dopo due anni dalla sua richiesta, due denunce, due diffide, un ricorso d’urgenza e un reclamo per ottenere una risposta da parte della azienda sanitaria umbra. L’iter, tuttavia, non è ancora concluso perché è ancora in attesa di conoscere modalità di esecuzione della sua volontà e manca l’individuazione del farmaco. 

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