Vanoli commenta il mercato
Dal mercato chiuso senza un bomber (colui che era considerato la madre di tutte le priorità) all’incontro di stasera col Genoa, sull’onda di un filotto di 6 risultati positivi. E Vanoli cambia la comunicazione, in vista di quattro mesi da aggredire al massimo per raggiungere al più presto una posizione senza rischi e poi tentare una non meglio precisata rimonta in classifica, quanto agli obiettivi finali: si vedrà strada facendo, ha spiegato Vanoli. Resta il fatto che per quasi un centinaio di giorni, in pubblico come minimo dall’inizio di novembre, il tecnico aveva dispensato elettrostimolazioni in serie alla società, invocando l’arrivo di un sostituto di Zapata e qua e là lasciando cadere anche qualche critica: «Mi aspetto rinforzi a inizio gennaio, come tutte i grandi club ci faremo trovare pronti», «ci manca un attaccante al posto di Duvan» (sottolineatura ripetuta manco sappiamo più quante volte per tre mesi), «il club deve comprendere l’importanza di questo mercato», «ho imparato ad avere pazienza», «la società dovrebbe prendere esempio dalla squadra», «avevo solo chiesto un attaccante» e via implorando, se non punzecchiando. L’ultima preghiera appena sabato scorso, subito dopo il pari di Bergamo, quando peraltro aveva già iniziato a elogiare l’opera di Cairo e Vagnati: «Fino a che il mercato non è chiuso ci spero ancora». Poi, ieri, ciò che ai più è parsa come un’inversione a U: «Bene così, sono molto contento».
Il sostituto di Zapata e Salama
E il sostituto di Zapata, mai come adesso leggendario? «Fino all’ultimo sognavo l’arrivo di un attaccante importante, ma non si è potuto. E comunque io ho già due attaccanti forti: Adams e Sanabria, che non è l’ultimo arrivato. E proprio perché avevamo già due attaccanti di un certo spessore, non volevo che si sostituisse Duvan con un giocatore normale solo per fare numero. Non sono un integralista. Per sostituire Zapata sarebbe occorso un giocatore almeno del suo livello, per cui di alto livello. Vero, l’avevo chiesto, ma non era facile e il mercato di gennaio non è facile. Così una settimana fa, parlando con Vagnati, gli ho detto schiettamente: se non si può arrivare a un profilo importante come Sanabria e Adams, lavoriamo per rinforzare la rosa in base a come abbiamo cambiato sistema di gioco (dal 2-5-2 al 4-2-3-1, ndr). Abbiamo preso ragazzi che arrivavano da esperienze importanti come Elmas, che due anni fa aveva vinto lo scudetto, e Biraghi, che ho avuto all’Inter e poi ha disputato delle finali con la Fiorentina, e a sinistra può giocare sia in una difesa a 4 sia a 5. Casadei è un giovane molto maturato rispetto a quando l’avevo conosciuto nell’Inter e può fare molto bene sia in una mediana a 2 sia più avanti negli inserimenti, ha potenzialità, sa anche segnare. Quanto a Salama, è stata una bella sorpresa. Per cui non sono né deluso né arrabbiato o irritato. Tutti gli acquisti sono stati condivisi e la società ha lavorato bene perché sono arrivati giocatori molto motivati e di valore sotto l’aspetto della mentalità. Sanno come si fa a salire uno scalino in più. L’unico più indietro nella condizione è Elmas»: non gioca da inizio novembre, subito dopo una lesione muscolare l’ha bloccato per 2 mesi. «Ma è molto determinato a fare qualcosa di importante e con la sua intelligenza tattica può ricoprire diversi ruoli in attacco, ci porta tanto» «Sono sicuro che abbiamo migliorato la rosa con giocatori funzionali al nostro sistema di gioco. Tatticamente sono molto duttili, ci permetteranno anche di usare altri moduli, volendo». L’autodifesa (giusta, oggettiva, peraltro non richiesta): «Ho dimostrato di saper uscire da situazioni difficili e di saper tenere dritto il timone della nave anche nella burrasca (8 sconfitte in 10 partite Coppa Italia compresa, ndr). Ora ne siamo usciti e io voglio unire, l’ho sempre detto».
L’esclusione di Schuurs
E ancora, sempre sul mancato arrivo di un centravanti di alto livello, ma parlando di Salama, preso lunedì sera dopo 6 mesi deludenti e senza gol a Reims: «Una bella sorpresa. Lo conosco poco, ma me ne ha parlato bene il direttore Vagnati. È sbagliato criticarlo perché non è sicuramente arrivato per sostituire Duvan, ma è stato preso a seguito dell’infortunio di Njie» (3 mesi out: l’allenatore lo ha rincuorato con belle parole, «a Bergamo ha dimostrato di essere un gladiatore restando in campo nonostante il malleolo rotto»). Sarà mia premura aiutare Salama a a capire il calcio italiano. È un esterno offensivo che in caso di necessità può giocare anche da prima punta». «Nei miei giocatori non voglio vedere alibi, ma determinazione. Abbiamo davanti a noi un percorso a ostacoli: ci possiamo togliere buone soddisfazioni. Tutti devono essere pronti per giocare, anche i nuovi» (in panchina, per cominciare). E il lungodegente Schuurs (dall’ottobre del ‘23), finito fuori lista perché non riesce a recuperare dopo la doppia operazione al ginocchio? «Abbiamo ancora due slot, è stata una casualità, abbiamo anche in ballo l’operazione Ilic. Schuurs sta continuando la sua rieducazione. Per aiutarlo nel calvario lo abbiamo mandato direttamente dal suo specialista. Ogni tanto lo sento, è determinato a raggiungerci prima possibile. Poi io non sono un medico, non entro nel merito. Ma averlo tenuto fuori dalla lista non preclude nulla, adesso vediamo come finisce l’operazione in uscita di Ilic» (problemi inattesi con lo Spartak, che adesso sta minacciando di tirarsi indietro. In Russia il mercato è ancora aperto).
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