Il Keu, lo scandalo e il processo. L’udienza preliminare si allunga. Da sciogliere il nodo abuso d’ufficio

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Un groviglio di eccezioni e di questioni. Ancora udienze tecniche e lunghe, per il processo scaturito dall’inchiesta della procura antimafia che quattro anni fa mise sotto choc la Toscana e la politica sconvolgendo anche la Valdera e il distretto del Cuoio. Ma a che punto siamo a livello giudiziario con l’inchiesta Keu? I responsabili civili, di fatto, si sono costituiti e hanno formulato ieri al giudice tutta una serie di eccezioni relative alle rispettive “chiamate” sulle quali il gup si è riservato, rinviando – dopo tre ore di aula – alla prossima udienza del 14 marzo. Sono stati citati – non tutti da tutte le parti – come responsabili civili l’Associazione Conciatori, Consorzio Depuratore di Santa Croce, Consorzio Aquarno, Società Lerose Srl, Comune di Santa Croce (questo, si apprende, chiamato da nove parti civili costituite) e anche la Regione Toscana. Questo è infatti un processo con tante parti civili: enti pubblici e associazioni come Lega Ambiente, Libera, Movimento Consumatori, Gruppo Intervento Giuridico, residenti sulla 429 (questi chiedono danni per 940mila euro) e Comitato Vittime Podere Rota. C’è dunque da attendere ancora un’altra udienza affinché possa formalmente completarsi la costituzione di tutte le componenti del processo.

Passaggio quest’ultimo importante per affrontare in aula la discussione del punto che potrebbe fermare per un bel po’ di tempo tutto il processo Keu, ancora in fase di udienza preliminare: uno stop in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale dopo la riforma Nordio che ha abrogato il reato di abuso d’ufficio. La procura fiorentina ha infatti chiesto al gup – e le parti ne sono state tutte informate da settimane – di sollevare la questione davanti alla Consulta e di sospendere il giudizio per tutti gli imputati e la conseguente sospensione della prescrizione per tutti i reati contestati nell’inchiesta, non solo per quelli oggetto della questione di legittimità sollevata. L’abuso d’ufficio è contestato a molti degli indagati dell’inchiesta Keu, in quanto il reato era ancora vigente sia nella fase delle indagini, sia quando la procura ha formulato le richieste di rinvio a giudizio.

L’udienza preliminare a Firenze è aperta da mesi per il procedimento che vede contestati, a vario titolo, capi d’accusa che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alle attività organizzate di traffico illecito di rifiuti e inquinamento ambientale, fino alla corruzione elettorale e anche all’abuso d’ufficio. Se a marzo il giudice deciderà la remissione alla Corte Costituzionale della questione di legittimità, ci sarà da attendere forse mesi per la discussione delle richieste di rinvio a giudizio (la pubblica accusa chiede di mandare a processo 24 persone e 6 società). L’indagine divenne di dominio pubblico nell’aprile 2021 quando emerse il presunto smaltimento illecito del keu ricavato dai fanghi conciari. Nelle carte dell’inchiesta arrivata da tempo in tribunale a Firenzesono 13 i siti ritenuti inquinati in Toscana, tra cui alcuni anche in provincia di Pisa e nel rilevato stradale con cui è stata costruita una parte della strada 429, nel Comune di Empoli. Il keu – secondo quanto ricostruito – in uscita dell’impianto Aquarno di Santa Croce veniva conferito dal 2012 alla ditta Lerose di Pontedera che, nella prospettazione accusatoria, lo riciclava in modo non conforme in riempimenti e sottofondi stradali perché avrebbe potuto rilasciare nel suolo e nelle acque solfati, cloruro e cromo. Invece sarebbe finito a tonnellate in mezza Toscana. E infatti le tonnellate di terre, ritenute avvelenate dal Keu, sono ancora un fronte aperto per i territori. La questione bonifiche è un argomento che è sempre al centro del dibattito.

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I siti interessati sono stati oggetto di un capillare monitoraggio delle matrici ambientali. E per i tre siti di competenza, la Regione ha stanziato complessivamente 15milioni di euro: sono quello di gestione rifiuti inerti Le Rose srl di Bucine ad Arezzo, Le Rose srl di Pontedera in provincia di Pisa e la strada regionale 429 tra Empoli e Castelfiorentino nella provincia di Firenze: solo qui sarebbero finite secondo le indagini circa 8mila tonnellate.

Carlo Baroni



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