Hamas ha liberato 3 civili ostaggi israeliani – Eli Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Ami – in cambio della scarcerazione, da parte di Israele, di 183 detenuti palestinesi. Lo ha fatto in diretta su un palco sul quale si vedevano gli uomini circondati da combattenti armati. Da Gerusalemme hanno definito lo show “scioccante”, paragonando queste immagini a “quelle dell’Olocausto”.
Hamas libera tre ostaggi israeliani
Sono Eli Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Ami, i tre ostaggi liberati da Hamas nella mattinata dell’otto febbraio. Sharabi, 52 anni, era stato sequestrato insieme al fratello Yossi – poi ucciso – nel kibbutz Beeri, vicino al confine della Striscia di Gaza, il 7 ottobre del 2023. Sua moglie e le sue due figlie erano state anche loro uccise. Levy, 34, era al rave Supernova, quando è stato rapito. Con lui c’era la moglie Einav, uccisa durante l’attacco, non è chiaro se l’uomo sappia della morte della moglie. Ben Ami, che 56 anni, era stato rapito insieme alla moglie poi rilasciata nel novembre del 2023.
Nello scambio, Israele libererà 183 detenuti palestinesi, di cui 18 condannati all’ergastolo. Dall’inizio della tregua sono stati rilasciati già 18 ostaggi mentre Gerusalemme ha liberato 383 detenuti palestinesi.
La folla che attendeva il rilascio degli ostaggi
Il rilascio
Hamas ha liberato gli ostaggi – apparsi dimagriti mentre indossavano tute da carcerati – facendo loro firmare l’accordo su un palco a Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza.
Sul palco era presente uno striscione che raffigurava un pugno con una bandiera palestinese e le parole “vittoria totale” scritte in ebraico.
Era presente anche un’immagine di Netanyahu che aveva pronunciato quelle parole quando aveva giurato che la guerra non sarebbe finita finché Israele non ottenesse la “vittoria totale” su Hamas.
La reazione da Gerusalemme
La scena del rilascio è stata definita scioccante dall’ufficio del premier israeliano, Benjamin Netanyahu. In una nota da Gerusalemme si legge: “Il governo israeliano accoglie con favore i tre rimpatriati, le loro famiglie sono state informate dalle autorità designate che si erano uniti alle nostre forze. Non faremo passare inosservate le scene scioccanti di oggi. Il governo, insieme a tutte le agenzie di sicurezza, accompagnerà loro e le loro famiglie e si impegna a riportare a casa tutte le persone rapite e scomparse”.
Il presidente israeliano, Isaac Herzog, ha fatto eco a questi commenti. “Ecco cosa significa un crimine contro l’umanità! Il mondo intero deve guardare direttamente Ohad, Or ed Eli, che tornano dopo 491 giorni di inferno, affamati, emaciati e addolorati, sfruttati in uno spettacolo cinico e crudele da vili assassini. Ci consola il fatto che vengono restituiti vivi tra le braccia dei loro cari. Completare l’accordo sugli ostaggi è un dovere umanitario, morale. È essenziale riportare indietro tutte le nostre sorelle e i nostri fratelli dall’inferno della prigionia a Gaza, fino all’ultimo”, ha scritto in un post su X.
Sulla vicenda si è espresso anche l’October Council che rappresenta le famiglie coinvolte nell’assalto di Hamas del 7 ottobre del 2023 e che ha parlato delle immagini di oggi. “Riecheggiano le fotografie dei sopravvissuti all’Olocausto e servono come ulteriore promemoria del peggior fallimento nella storia dello Stato e della necessità di indagare a fondo. Come è possibile che i cittadini siano stati rapiti da Israele e condotti nella Striscia di Gaza? Perché ci sono voluti quasi 500 giorni per riportarli indietro? E come è possibile che, ancora oggi, ostaggi viventi siano tenuti in condizioni disumane nei tunnel?”, si legge in un comunicato.
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