Poltronesofà, si sveglia l’Antitrust e apre un’indagine sull’azienda milionaria di Renzo Ricci

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di Angelo Vitale





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Prezzi pieni mai praticati, sconti eterni, un termine per le promozioni “fino a domenica” che era diventato uno slogan, ogni volta rinnovato: del “segreto di Pulcinella” di Poltronesofà si accorge anche l’Antitrust che ha avviato un’istruttoria nei suoi confronti per possibile pratica commerciale scorretta. “Durante le campagne promozionali diffuse attraverso TV, radio, social media e internet, infatti, la società non indicherebbe correttamente i prezzi e gli sconti pubblicizzati”, dice l’Authority.

In particolare, Poltronesofà – nell’ambito di continue campagne promozionali – enfatizzerebbe l’esistenza e la convenienza di prezzi ribassati e di percentuali di “sconto” – tra l’altro “a termine” (ad esempio con lo slogan “termina domenica”) – calcolati rispetto a ben più elevati “prezzi pieni” che, nella sostanza, non verrebbero mai o quasi mai applicati dalla società. In tal modo Poltronesofà indurrebbe il consumatore ad acquistare i divani in promozione e ad assumere una decisione commerciale che altrimenti non avrebbe preso. Per questo i funzionari dell’Autorità hanno svolto un’ispezione presso la sede di Poltronesofà con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust delle Fiamme Gialle.

Il Codacons bersagliava da anni l’azienda di esposti, uno dei quali nel 2021 aveva portato a una multa di un milione di euro della stessa Antitrust. L’aveva denunciata pure l’Unione nazionale consumatori, perfino nella circostanza dell’arrivo delle campagne martellanti dell’azienda forlivese tra le file delle poltrone del Teatro Ariston, dove il titolare dell’azienda – Renzo Ricci – arrivò a investire oltre due milioni di euro, una parte minuscola della sua spesa pubblicitaria televisiva che vale circa 50 milioni di euro, ogni settimana assicurando cachet dall’importo sconosciuto al top dei personaggi televisivi italiani. Sabrina Ferilli, anni fa, contestò all’azienda di Ricci di aver trasmesso un numero superiore di spot rispetto a quello concordato e chiese un risarcimento di 5 milioni di euro, tornando poi – dopo qualche tempo – a farle pubblicità.

Difficile che ora questa istruttoria dell’Autorità guidata da Roberto Rustichelli impensierisca più di tanto Ricci, in un Paese ove le indagini dell’Antitrust sono altalenanti e spesso contrastate dalla magistratura ordinaria e nel quale le pratiche pubblicitarie insidiose o contestate – la vicenda dell’influencer Chiara Ferragni lo insegna – vengono affrontate in ritardo e sempre con una efficacia discutibile. La sua azienda – raccontò il Corriere della sera poco più di un anno fa – va a gonfie vele: controlla il 30% del mercato dei divani in Italia ove ha centinaia di negozi, si è espansa in Europa e in Gran Bretagna ha acquistato il rivenditore Scs per 114 milioni, nel 2022 ha fatto ricavi per oltre mezzo miliardo.


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