“Stop Edison” manifesta in Provincia, per l’impianto decisione entro l’estate

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ANCONA – Manifestazione di dissenso, stamattina 8 febbraio davanti alla Provincia di Ancona, contro l’impianto di smaltimento di rifiuti pericolosi nell’area Zipa di Jesi. La mobilitazione contro la realizzazione nel territorio jesino, in un’area densamente popolata, dell’impianto di trattamento rifiuti pericolosi, tra cui l’amianto, solleva gravi perplessità su salute pubblica, tutela ambientale e qualità della vita di residenti e lavoratori. Il presidio dell’Assemblea permanente “Stop Edison” di Jesi ha manifestato con slogan e cartelli contro la realizzazione dell’impianto e una delegazione della stessa Assemblea permanente è stata ricevuta dal presidente della Provincia di Ancona, Daniele Carnevali e dal dirigente Sergio Bugatti dell’ufficio tecnico responsabile dell’area rifiuti. I rappresentanti dell’Assemblea permanente hanno ribadito la contrarietà all’impianto di Edison Next Recology, e hanno chiesto all’amministrazione provinciale di mettere in campo tutte le azioni possibili per bloccare il progetto. La delegazione ha anche evidenziato presunte irregolarità nell’iter amministrativo autorizzativo che, a giudizio dell’Assemblea permanente, sarebbero idonee a inficiare il procedimento stesso.

Alla fine dell’incontro, comunque, le parti hanno espresso moderato ottimismo, ma la decisione sull’impianto arriverà entro la fine dell’estate: «Innanzitutto abbiamo dimostrato la disponibilità ad ascoltare il territorio aprendo la sede in un giorno di chiusura – ha dichiarato il presidente della Provincia, Daniele Carnevali –, per cercare di chiarire tutti i dubbi che hanno i cittadini sull’impianto e sulla procedura. Abbiamo cercato di tranquillizzarli sul fatto che abbiamo ben presente la contrarietà del territorio. Tra l’altro sia la giurisprudenza sia le normative prevedono che in sede di conferenza di servizi ne venga tenuto conto. Abbiamo parlato delle tempistiche, della procedura, per cui probabilmente entro l’estate si verrà a definire e chiudere quella che è la conferenza di servizi, e di quelle che sono state negli ultimi giorni le interlocuzioni con il Comune di Jesi, la proprietà Edison e il consorzio Zipa per definire la disponibilità dell’area».

Per la delegazione ha riferito dell’incontro Paolo Gubbi, presidente del comitato di quartiere Smia-Zona industriale di Jesi e membro dell’Assemblea permanente “Stop Edison”: «Abbiamo approfondito tanti aspetti anche tecnici – ha spiegato –. Inoltre abbiamo messo sulla bilancia la preoccupazione del territorio sulle conseguenze che potrebbe avere quest’impianto sulla salute pubblica. Tutto quello che abbiamo fatto finora, anche la manifestazione qui davanti alla Provincia, è stato fatto per sottolineare la grande opposizione popolare a quest’insediamento per le eventuali ripercussioni sulla salute, sul territorio e sull’economia di Jesi e della Vallesina. La risposta che abbiamo ricevuto è che la Provincia terrà in particolare considerazione la nostra preoccupazione, anche perché nella procedura autorizzativa l’elemento della contrarietà del territorio è un aspetto significativo. Comunque non abbasseremo la guardia».

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Sull’argomento anche il sindaco di Jesi, Lorenzo Fiordelmondo: «L’amministrazione comunale che presiedo – ha specificato Fiordelmondo – ha costruito assieme al consiglio comunale, trovandone unanime condivisione e approvazione, la delibera con la quale si afferma chiaramente la contrarietà all’insediamento dell’impianto.
Un “no” motivato non da suggestioni, stati d’animo e men che meno da calcolo politico, ma da elementi emersi anche nel corso dell’approfondito confronto pubblico, che la nostra città ha in questa occasione per la prima volta sperimentato. Questa stessa amministrazione ha formalizzato alla Provincia un’istanza di arresto del procedimento autorizzatorio, convinta che esistano vizi sostanziali che possano determinare tale decisione, ancor prima della formale convocazione della conferenza di servizi. Abbiamo ben chiaro l’obiettivo finale e la strada da seguire, nel rigoroso e combinato rispetto delle volontà espresse dal consiglio comunale della città di Jesi e delle normative a cui un ente pubblico deve rigorosamente attenersi».





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