In mezzo alla bufera che vede coinvolta l’Italia sulla Corte penale internazionale, la mattina del 7 febbraio da Washington arriva un’altra notizia: Donald Trump ha firmato un nuovo ordine esecutivo che impone sanzioni proprio alla Corte. L’accusa è chiara: ha “intrapreso azioni illegali e infondate contro l’America e il nostro stretto alleato Israele.
Le sanzioni
Subito diffuso dalla Casa Bianca, il testo è spiega che dipendenti, funzionari e agenti della Cpi non potranno entrare negli Stati Uniti. Stesso divieto per i loro familiari più stretti. C’è poi un’altra postilla: chiunque “sia ritenuto” aver collaborato al lavoro investigativo della Corte non potrà entrare negli Usa. Fra le sanzioni, il congelamento di tutti i beni che queste persone posseggono negli Stati Uniti. Non c’è ancora la lista delle persone “proscritte”, ma nel precedente mandato il presidente degli Stati Uniti Trump aveva già colpito Fatou Bensouda, allora procuratore della Corte. Il testo diffuso dalla Casa Bianca punta il dito contro le indagini della CPI sui presunti crimini di guerra commessi dai soldati americani in Afghanistan e dal personale militare israeliano nella Striscia di Gaza.
L’Olanda
“Il lavoro della Corte è essenziale per la lotta contro l’impunità“, ha affermato subito il ministro degli Esteri olandese Caspar Veldkamp su X. L’Olanda è infatti il paese che ospita la Corte e ha espresso subito “rammarico”. Certo agli Usa non è piaciuto il mandato d’arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, nonché contro l’ex ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, anche se per i giudici della Cpi ci sono “ragionevoli motivi” per sospettarli di crimini di guerra e contro l’umanità per la guerra a Gaza. Netanyahu aveva definito la decisione antisemita, mentre l’ex presidente Biden, aveva parlato di ordini di arresto “oltraggiosi”. Nè gli Stati Uniti nè Israele sono membri della Cpi.
Israele
Chi stamani plaude alla decisione di Trump, non a caso è proprio Benjamin Netanyahu che su X si affretta a ringraziare Trump per la sua “coraggiosa” decisione di imporre sanzioni alla Corte penale internazionale (Cpi) e al suo personale.
Corte penale internazionale
Scontata anche la reazione della Cpi che un paio d’ore dopo la notizia, su X, esprime tutto il suo disappunto: “La Corte penale internazionale condanna l’emanazione da parte degli Stati Uniti di un ordine esecutivo volto a imporre sanzioni ai propri funzionari e a danneggiare il loro lavoro giudiziario indipendente e imparziale”. Poi sul proprio sito specifica: la Corte “sostiene fermamente il suo personale e si impegna a continuare a fornire giustizia e speranza a milioni di vittime innocenti di atrocità in tutto il mondo, in tutte le situazioni che si presentano”. La Cpi invita poi “i 125 Stati membri, la società civile e tutte le nazioni del mondo a stare uniti per la giustizia e i diritti umani fondamentali”.
The #ICC condemns the issuance by the US of an Executive Order seeking to impose sanctions on its officials and harm its independent and impartial judicial work. https://t.co/wxWxzsih7A
— Int’l Criminal Court (@IntlCrimCourt) February 7, 2025
Ursula Von Der Leyen difende la Cpi
“Sanzionare la Cpi minaccia l’indipendenza della Corte e mina il sistema di giustizia penale internazionale nel suo complesso”, dichiara sui social il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. “L’ordine esecutivo rappresenta una seria sfida al lavoro della Cpi con il rischio di influenzare le indagini e i procedimenti in corso, anche per quanto riguarda l’Ucraina, incidendo su anni di sforzi per garantire la responsabilità in tutto il mondo” afferma invece un portavoce della Commissione europea che “esprime il suo rammarico per la decisione degli Stati Uniti di imporre sanzioni alla Corte penale internazionale”. Su tutte la dichiarazione su X di Ursula von der Leyen: “La Cpi garantisce l’accertamento delle responsabilità per i crimini internazionali e dà voce alle vittime in tutto il mondo. Deve poter proseguire liberamente la lotta contro l’impunità globale. L’Europa sarà sempre a favore della giustizia e del rispetto del diritto internazionale”.
La posizione delle Nazioni Unite
L’Onu chiede agli Stati Uniti di revocare le sanzioni alla Corte penale internazionale.
“Deploriamo profondamente le sanzioni individuali annunciate ieri contro il personale della Corte e chiediamo che questa misura venga revocata”, ha dichiarato la portavoce dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani Ravina Shamdasani.
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