“Un attacco alla salute americana e globale”. Così l’autorevole rivista scientifica britannica The Lancet bolla in un editoriale sull’ultimo numero le scelte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Lo fa sulla base di un’analisi del discorso di insediamento e poi delle possibili conseguenze generate dai primi decreti firmati, qui è possibile scaricare l’intera edizione.
“Le azioni di Donald Trump a livello nazionale e globale non sono una rivalutazione misurata delle priorità degli Stati Uniti. Sono un attacco radicale e dannoso alla salute del popolo americano e di coloro che dipendono dall’assistenza degli Stati Uniti”, si legge nell’editoriale. La rivista parla anche di un attacco alla comunità della ricerca medica al livello globale. “La capacità dei ricercatori di lavorare è stata gravemente limitata o interrotta del tutto. La libertà di parola è limitata. L’uso di alcuni termini è vietato”.
Secondo la rivista è giunto il momento che tutte le altre riviste e le istituzioni sanitarie prendano una posizione, senza timore: “Le istituzioni sanitarie possono essere riluttanti a criticare pubblicamente la nuova amministrazione, ma questa timidezza è un errore. Le azioni di Trump devono essere giudicate per il danno che stanno facendo”, aggiunge l’editoriale. “Il risultato immediato è stata caos, divisioni e disorientamento, ma la risposta non può essere dettata dalla paura o dalla rassegnazione”, conclude l’editoriale.
Trump sta mettendo a rischio la ricerca medica e la sorveglianza epidemiologica con tagli ai fondi e restrizioni alle agenzie sanitarie. Ad annunciare la stretta è il National Institutes of Health, spiegando che il taglio riguarda miliardi in fondi per i costi “indiretti” legati alla ricerca, ossia i requisiti amministrativi che gli scienziati ritengono essenziali. L’azione consentirà di risparmiare più di quattro miliardi di dollari l’anno secondo Trump.
Secondo quanto si legge nel documento dell’Ufficio Gestionale della Casa Bianca la sospensione in vigore a partire dal 28 gennaio consentirà all’amministrazione di controllare che i soldi pubblici vengano spesi secondo le priorità dell’attuale presidenza. Quello che si intende colpire, in particolare, sono le regole legate alla diversità di genere e per favorire l’equità e l’inclusione delle minoranze, ma anche i fondi destinati a progetti al di fuori degli Stati Uniti e agli studi sul cambiamento climatico.
Nei giorni scorsi le riviste Nature e Science avevano denunciato che diversi atenei stanno sospendendo le spese per viaggi, nuovi progetti di ricerca e attrezzature, con conseguenze che potrebbero essere catastrofiche.
La rettrice dell’Università di Chicago in Illinois, Katherine Baicker, ha scritto una email ai membri della sua facoltà: “Per ora dobbiamo procedere partendo dal presupposto che le spese sostenute mentre questo memorandum è in vigore potrebbero non essere coperte dai finanziamenti federali”.
Ad allarmare la comunità scientifiche c’è anche il divieto di comunicare con l’esterno per ricercatori e membri del personale di numerosi istituti e agenzie. Questa decisione ha portato, ad esempio, alla cancellazione delle periodiche riunioni che si tengono normalmente presso i National Institutes of Health e la National Science Foundation e che servono proprio a decidere le assegnazioni dei finanziamenti che le Agenzie distribuiscono a laboratori di tutto il Paese. Una decisione che mina le fondamenta della comunità scientifica globale, cioè la diffusione delle informazioni utili al progresso della ricerca.
Tra le prime decisioni di Trump, lo ricordiamo, c’è stata l’uscita degli Usa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’uscita degli Usa era già avvenuta nel 2020, durante il primo mandato presidenziale di Trump, ma era stata poi revocata da Joe Biden il 20 gennaio 2021, nel suo primo giorno da presidente.
Possibile raffica di licenziamenti in arrivo nelle agenzie sanitarie
La Casa Bianca ha negato che sarebbe in preparazione un ordine esecutivo per licenziare migliaia di dipendenti dei dipartimenti della Salute degli Stati Uniti, la notizia degli imminenti licenziamenti era stata riportata dal Wall Street Journal.
A tagliare una fetta consistente di dipendenti sarebbero la Food and Drug Administration (l’ente regolatorio), ai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc). Secondo le fonti, l’ordine esecutivo potrebbe essere emanato già la prossima settimana, dopo che ai dipendenti verrà offerta una buonuscita.
I tagli ai posti di lavoro in discussione colpirebbero il Dipartimento della Salute e dei Servizi umani, che impiega oltre 80.000 persone e comprende l’Istituto nazionale della salute (Nih) e i Centri per i servizi Medicare and Medicaid, oltre alla Fda e al Cdc. Le agenzie sono responsabili di una serie di funzioni, dalla approvazione di nuovi farmaci alla tracciatura delle epidemie di influenza aviaria e alla ricerca sul cancro.
Il provvedimento rientrerebbe nei tagli alle agenzie federali suggeriti da Elon Musk tramite il suo DOGE (Department of Government Efficiency), come la controversa sospensione dei fondi per le attività umanitarie dell’agenzia Usaid. Questo provvedimento potrebbe mettere a rischio anche molte ONG italiane, che dipendono da tali finanziamenti.
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