Il Pd: «Caro John Elkann, non c’è solo l’America, investi anche a Mirafiori»

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di
Matteo Roselli

I dem lanciano la «Carta di Torino»: ecco l’agenda per il rilancio dell’auto

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Si chiama «Carta di Torino» e ha come obiettivo il rilancio dell’automotive partendo da dove tutto è cominciato. Una convinzione portata avanti dal segretario del Partito Democratico in Piemonte Domenico Rossi, seguito a ruota da tutti i Dem, che sabato hanno presentato il report della Fondazione Demo sul settore con la partecipazione di senatori, deputati ed europarlamentari per uscire dal perimetro piemontese. «Non servono le cattive soluzioni della destra – attacca Rossi –. È il momento di mettere in campo una proposta fondata su due pilastri: ingenti investimenti europei utili a recuperare competitività alle nostre imprese e politiche finalizzate a salvaguardare l’occupazione».

E in questo «il Piemonte può tornare ad essere protagonista – dice il segretario dem –, perché ha la storia e le competenze necessarie». Rossi richiama poi Elkann agli impegni di produzione: «Chiediamo con forza che anche in Italia arrivino gli investimenti che solo pochi giorni fa ha promesso negli Usa».




















































Sempre nella stessa giornata il senatore Pd Antonio Misiani chiede al governo di «fare retromarcia sulle risorse per l’automotive, rifinanziando completamente il fondo per intervenire sulla cassa integrazione e la competitività del paese sul settore». Insomma, il Pd prova a lanciare la sua proposta mettendo in primo piano l’opportunità di accogliere nuovi produttori in Italia, una mediazione sul passaggio all’elettrico e degli incentivi sull’acquisto delle auto sul modello di leasing sociale lanciato in Francia.

Ma allargando lo sguardo verso il campo largo, le posizioni che i Dem definiscono «pragmatiche», non sono condivise dai partiti della possibile coalizione. 

Il Movimento 5 Stelle è attendista sul secondo produttore: «Se Stellantis riporta sul territorio le produzioni a livelli ottimali viene meno la necessità dell’arrivo di altre aziende –– sottolineano i consiglieri regionali pentastellati Sarah Disabato e Alberto Unia –. Ma in caso contrario non vediamo ostacoli per l’arrivo di nuovi produttori». Mentre Alleanza Verdi Sinistra non ha intenzione di trattare sulla transizione ecologica: «Pensare ad altre tecnologie invece dell’elettrico per l’auto privata è solo un modo di lanciare la palla in tribuna – chiosa la capogruppo in consiglio regionale Alice Ravinale –. È da un decennio che si parla di questo passaggio, non è stata una decisione calata dall’alto».

Dall’altro lato dell’emiciclo, il centrodestra guarda con fiducia al rilancio di Stellantis. Per il capogruppo della Lega in Piemonte Fabrizio Ricca «Se Stellantis può essere un punto di riferimento ben venga. Ma è ovvio che nel momento in cui mancano gli investimenti bisogna difendere la filiera». E sulla transizione: «Ognuno deve poter scegliere tra le varie tecnologie, la neutralità energetica è fondamentale». 

Anche da Forza Italia la sottosegretaria della Regione Piemonte Claudia Porchietto tende la mano a Stellantis. E sull’elettrico punzecchia i Dem: «Contenta che il Pd apra alla mediazione, ma non dimentico quando durante il governo Letta ci attaccava dicendo che eravamo contro la tutela ambientale».
Sul tema incentivi rilancia un’idea condivisa con Silvio Berlusconi:«Si dovrebbero immaginare degli investimenti per l’acquisto della prima auto paragonabili a quelli per una prima casa». FdI con il deputato Fabrizio Comba plaude al «Piano Italia, che sancisce un nuovo approccio di Stellantis con investimenti chiari e forti sul nostro paese». Ma anche nel centrodestra c’è una voce discordante. È quella della Lista del presidente del Piemonte Cirio, che con il capogruppo in Consiglio regionale Silvio Magliano puntualizza: «Gli investimenti di Stellantis non dovrebbero escludere l’arrivo di un secondo produttore. Chiunque abbia interesse a investire sulla città è benvenuto». Anche la partita dell’automotive rischia di diventare l’ennesimo terreno dove piazzare le bandierine partitiche.

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9 febbraio 2025

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