Scalpore a Bologna, per il dato – fatto emergere in consiglio comunale da Francesco Sassone e Samuela Quercioli -, in base al quale la telecamera a presidio dell’angolo tra via Farini e piazza Cavour, attivata solo nello scorso ottobre, avrebbe già rilevato 2500 infrazioni, elevando altrettante multe, per un importo che, a secondo dei casi, può andare a un minimo di 83 euro a un massimo oltre i 300.
Si parla di un tratto di strada che, partendo poco prima delle vetrine di Zanarini, si arresta esattamente all’angolo con via Massimo d’Azeglio, poco più di 60-70 metri, oltre i quali, quando la stessa strada assume il toponimo Carbonesi, qualunque auto può liberamente transitarla.Â
Una preferenziale che fu istituita, per la prima volta, dall’allora sindaco Walter Vitali e che, su richiesta di Alleanza nazionale, fu abolita dall’assessore al Traffico della giunta di Giorgio Guazzaloca, Franco Pellizzer, agli inizi del nuove millennio. Anche all’epoca della sua cancellazione, quella preferenziale fu oggetto di aspre polemiche tra il Centrodestra e il Partito democratico, con reciproche accuse di non aver a cuore la salute dei cittadini.
Come e perché si giunse a togliere il divieto di transito per le auto private in quel tratto di via Farini, lo chiediamo al nostro redattore, Massimiliano Mazzanti (foto sotto), il quale, nel 2000, consigliere comunale, propose e fece approvare dalla giunta l’adozione di quel provvedimento.
C’è di nuovo polemica, in consiglio comunale, per la preferenziale di via Farini: possibile che a Bologna si discuta delle stesse cose per 30 anni?
Quando l’interesse – ieri come oggi, come stanno denunciando i consiglieri dell’opposizione – è soltanto quello di drenare soldi ai cittadini, le soluzioni non possono che essere sempre le stesse: inventare divieti difficili da rispettare, per spennare quelli che ci cascano o sono costretti a cascarci”.
Se una strada, però, viene chiusa, si dovrebbe rispettare il divieto, no?
“Nel caso di via Farini, la trappola è pensata veramente in modo diabolico. Premesso che si sta parlando solo delle auto che già hanno il permesso di circolare nel centro storico, il divieto inizia proprio all’altezza della svolta su piazza Cavour, per immettersi in via Garibaldi. Chi deve andare in zona Saragozza, in piazza Malpighi, in zona Sant’Isaia – essendo pure abituato a percorrere via Carbonesi, entrando dalla parte non pedonale di via d’Azeglio, è naturalmente portato a tirare dritto per quei pochi metri, piuttosto che svoltare a sinistra e fare l’unico percorso alternativo. Per non parlare, poi, della trappola peggiore, il parcheggio privato a uso pubblico di piazza Galvani”.
Cioè?
“E’ noto che, chi non ha il permesso per entrare con l’auto nel centro storico, perché abita in periferia o è di fuori Bologna, può comunque accedere nella Ztl, purché parcheggi l’auto in una delle rimesse a pagamento del centro stesso. In quel caso, il gestore, all’atto di pagare la sosta, rilascia all’automobilista un modulo che ne attesta la presenza, segnalando al Comune di cancellare l’infrazione già registrata dagli occhi elettronici ai varchi per quella giornata. Ora, l’accesso naturale al più noto parcheggio del centro, appunto quello in piazza Galvani, porta l’automobilista a passare anche sotto la telecamera della preferenziale. Tantissimi sono convinti che, accedendo al parcheggio, il gestore faccia cancellare entrambe le segnalazioni – quella per essere entrati in centro e quella per essere transitati nel tratto preferenziale -, ma non è così: l’unica multa cancellata è la prima”.
Quindi, quel parcheggio è di fatto inaccessibile?
“No, ma bisogna ricordarsi di arrivarci da via d’Azeglio, svoltando a destra, transitando davanti al tribunale ed entrandoci dalla corsia veicolare di piazza Galvani, quella che costeggia l’antico palazzo della Zanichelli”.
Tutto molto tortuoso, però…
“… e soprattutto ipocrita. All’inizio degli anni 2000 convinsi Pellizzer a far abolire quella preferenziale, facendo leva proprio sul tema ambientale che – allora all’opposizione, oggi al governo – la Sinistra dice tanto di avere a cuore. Infatti, per evitare la multa, l’automobilista corretto, invece di quei 70 metri, più o meno, per compiere percorso dovrebbe attraversare piazza Cavour; percorrere tutta via Garibaldi; passare davanti al vecchio tribunale ed entrare in viale XII Giugno; salire su per via Rubbiani; svoltare a destra sui viali e rientrare a Porta d’Azeglio, per discendere l’omonima via, fino all’angolo con via Carbonesi”.
Un giro infinito, lunghissimo!
“Precisamente – all’epoca lo misurai col contachilometri, per rafforzare la proposta di abolizione – 1750 metro abbondanti, in luogo di 70. Si parla di 25 volte di più, in termini di mero inquinamento da consumo di carburante per la maggior distanza percorsa; ma, in termini assoluti, è pure peggio, perché, nella strada alternativa, s’incontrano 2 semafori e, nelle ore di punta, si crea maggiore congestione, coi motori accesi per molti secondi o minuti, moltiplicati per decine, centinaia di auto. Tutto smog che viene prodotto e respirato in centro”.
Ci saranno vantaggi, almeno, per la scorrevolezza della mobilità pubblica, però?
“Se ce ne sono, di tratta di roba impalpabile, perché coloro che fanno il giro dell’oca suddetto, incrociano gli autobus esattamente all’angolo tra Farini, d’Azeglio e Carbonesi che, come tutti i frequentatori del centro sanno, è un incrocio tra i più intasati, specialmente nei giorni feriali, intasando tutta la circolazione del comparto”.
Dunque, fanno bene le opposizioni a protestare?
“Certo, ma dovrebbero sollevare anche la questione relativa alla salute pubblica, messa a rischio – i dati matematici e scientifici non si superano con le favolette green della giunta – da questa corsia preferenziale stupida, dannosa e pericolosa. Ma tra un problema di sinistra e una soluzione di destra, c’è una distanza difficilmente colmabile”.Â
Quale, scusi?
“2500 multe sono pari, al minimo della singola contravvenzione, a 207 mila e 500 euro. Alla mia epoca, a 400 milioni di lire in poco più di due o tre mesi. A un miliardo e mezzo delle vecchie lire in un anno. Bei soldi per le casse della giunta. E quando ci sono di mezzo i soldi, il Centrosinistra diventa improvvisamente verde”.
Ecologicamente, color degli alberi?
“No, dei dollari o, meglio, delle banconote da 100 euro”.
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