La discarica tattica di Sant’Urbano si allunga la vita: attività fino al 2031

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Certo, non sarà l’elisir di lunga vita ma sicuramente è invidiabile questa capacità di spostare sempre più in là il proprio orizzonte temporale.

La discarica tattica regionale di Sant’Urbano vede infatti incrementare di altri due anni la propria operatività: vita allungata fino al 2031, un bel passo in là a cinque anni esatti dall’altra grande operazione che gli era valsa l’estensione del ciclo di vita dal 2022 al 2029. Come? Grazie al decreto legislativo n. 121 del 2020, che cambia le regole in fatto di copertura della discarica e, di fatto, garantisce un incremento dei rifiuti smaltibili: 278 mila metri cubi in più, di fatto due anni di lavoro in più.

Ma andiamo con ordine. La discarica tattica regionale di Sant’Urbano, in località Balduina, – lo dice la stessa denominazione – è punto di riferimento per tutto il Veneto per lo smaltimento dei rifiuti urbani.

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L’impianto, oltre all’attività ordinaria, serve anche a tamponare eventuali emergenze in giro per la Regione, vuoi per la chiusura o il guasto di qualche impianto di smaltimento, vuoi per eventuali catastrofi che impongono un’attività eccezionale di gestione dei rifiuti.

Due numeri per comprendere le potenzialità dell’impianto di Sant’Urbano: 500-600 tonnellate al giorno è la capacità di conferimento giornaliera, 156 mila tonnellate quella annua.

I conferimenti, si sa, non possono essere eterni e anche questo impianto ha un fine-vita ben preciso. L’orizzonte iniziale, in realtà, slitta di anno in anno, sia per i progressi tecnologici e chimici del settore, sia per le stesse esigenze che il panorama regionale avanza.

Cinque anni fa la Gea srl, società che gestisce il sito, aveva ottenuto dalla Regione di poter rivedere le pendenze della discarica assicurandosi di fatto un ampliamento notevole: la quota finale della discarica è passata da 16 a 21 metri, con un aumento di capienza dell’impianto di un milione di metri cubi (per un totale di 5 milioni), quanto basta, in definitiva, per allungare la vita della discarica di sette anni, dal 2022 al 2029.

Non erano mancate le polemiche e le proteste, anche da parte dei sindaci del territorio, al motto condiviso di «basta, abbiamo già dato, andate a smaltire in un’altra parte di Veneto».

In questi giorni è arrivato il bonus di altri due anni per l’impianto di Balduina. Una modifica del 2020 (D.Lgs. 121/2020) al decreto legislativo 36/2003 permette infatti di realizzare alcuni strati della copertura finale delle discariche con materiali equivalenti.

Concretamente, spiega Gianluca Brevigliero di Gea srl, «il materiale vergine come il ghiaione viene sostituito da materiale tecnico, materassini drenanti – per esempio di tessuto non tessuto con trama di polietilene ad alta densità – o da materassini bentonitico, e questo riduce lo spessore della copertura stessa, recuperando spazio per lo smaltimento».

I profili finali della discarica non cambiano, lo spessore si riduce e si ricava più spazio per l’apporto di rifiuti: nel caso di Sant’Urbano, 277.800 metri cubi, cifra che permette di prolungare la gestione operativa della discarica di due anni, spostando dunque il fine-vita dell’impianto al 2031.

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Cesserà l’attività la discarica, sia chiaro, e non l’attività generale del sito.

Sottolinea Brevigliero: «Ridurre materiale vergine, dunque attività di cava, è di per sé un risparmio in termini ambientali».

Ma non c’è solo questo beneficio a detta della società che da trent’anni gestisce l’impianto di Sant’Urbano: «Basti pensare ai trasporti del materiale per la copertura: i camion per portare qui ghiaia e ghiaione verranno ridotti del 75%, visto che i materassini arrivano in rotoli e occupano meno volume».

L’adeguamento previsto dal decreto del 2020, inoltre, non comporta alcuna modifica gestionale della discarica.

In questi giorni è arrivato l’ok della Regione Veneto alla richiesta che la Gea srl aveva presentato nel dicembre 2023.

Il 25 settembre scorso, infatti, la Conferenza dei servizi aveva dato parere positivo unanime (dal Comune alla Provincia, passando per Usl 6, Consorzio di bonifica Adige Euganeo, Arpav e via via tutti gli enti chiamati a esprimersi), il 10 dicembre era quindi stato rilasciato l’aggiornamento dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) e del Provvedimento autorizzatorio unico regionale.

All’ultimo ampliamento concesso ci fu chi si oppose ricorrendo (vanamente) al Tar: l’ennesimo prolungamento passerà inosservato? 

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