Milan con quattro attaccanti sostenibile? Il commento di Garlando sulla Gazzetta

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Il nuovo Diavolo diverte, ma sarà dura replicare sempre il lunapark offensivo di Empoli. Kean e Retegui, vuoi vedere che Spalletti ha risolto il problema centravanti




Giornalista

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Quando sono entrati quei tre, a inizio ripresa, è cambiata l’aria. Milan in difficoltà nel primo tempo, inconcludente, messo sotto dall’Empoli sul piano del gioco, salvato dalla traversa su perla di Colombo. Poi Conceiçao si è giocato gli assi: Pulisic, Gimenez e Leao. Joao Felix era già in campo. È stato come quando il sole esce dalle nuvole. Il paesaggio non cambia, ma la luce è diversa e sembra tutto più bello. Il pallone si è messo a correre, l’Empoli si è ritirato come una marea. Al posto di uno scolastico 4-4-2 stile Porto, è subentrato un 4-2-Fantasia di leonardiana memoria: Pulisic, Joao Felix e Leao alle spalle di Gimenez.

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A Empoli è nato il Milan che rincorrerà il quarto posto e che cercherà di fare strada in Champions e in Coppa Italia. Il rischio asterisco esiste anche per il Milan a Bologna, ma, con quei 3 punti virtuali, il Diavolo può immaginarsi a 2 soli passi dalla Juve quarta, in lotta con Lazio e Fiorentina. È soprattutto confrontando la qualità di gioco della Juve di Como con quella nuova mostrata a Empoli che il Diavolo prende coraggio. Thiago ha Kolo Muani, ma l’esordio con gol di Gimenez, dopo l’assist a Joao Felix in Coppa Italia, è stato più che incoraggiante: un carrarmato dai cingoli di velluto, un Bobone Vieri più aggraziato, affamato di profondità e generoso senza palla. Pulisic ha mandato in gol Leao. Joao Felix stava per imbucare un altro scavetto. La sfida di Conceiçao, che non è nato per un calcio di bollicine, è rendere sostenibile il lunapark di Empoli contro avversari più competitivi. Significa convincere la squadra che, per permettersi un gioco tanto ambizioso, tutti devono offrire la loro parte di sacrificio, soprattutto senza palla. Anche perché in mediana c’è l’elegante Reijnders, che non ha l’interdizione di Desailly, e Theo spinge di continuo. Fofana non può difendere per tutti. Le panchine imposte a Leao sono state propedeutiche alla proposta tecnica: o lavora con e per la squadra, a tutto tempo e tutto campo, oppure ne giocherà molte il giovane Jimenez che ieri, nel primo tempo, ha sgobbato sulla fascia sinistra. Rotterdam, mercoledì, sarà un test attendibile.

VERONA, ITALY - FEBRUARY 08: Mateo Retegui of Atalanta celebrates scoring his team's fifth goal during the Serie A match between Verona and Atalanta at Stadio Marcantonio Bentegodi on February 08, 2025 in Verona, Italy. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

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Dopo i 2 gol di Kean a Firenze, i 4 di Retegui a Verona. Il ct Spalletti si stropiccia gli occhi. Forse la lunga ricerca del Santo Graal è finita: abbiamo un 9 azzurro. Anzi, due. Nella classifica cannonieri 2022-23, per trovare il primo italiano bisognava scendere fino al 10° posto: Immobile, 12 reti. In quella 2023-24 addirittura al 13°: Scamacca, 12 gol. Oggi, al vertice dei bomber di Serie A abbiamo due azzurri: Retegui (20) e Kean (15). Sperare di tornare a giocare un Mondiale sembra un po’ più facile. Super-Mateo, esecutore gelido, ma anche tecnico, ha esaltato un’Atalanta straripante (5-0 al Verona). Contro Torino (1-1) e Bologna (0-1, Coppa Italia) non era mancato il gioco, ma i gol: eccoli, a pioggia. Ora sono 54, 16 più del Napoli. Due giorni dopo l’operazione di Scamacca, perso per tutta la stagione, in attesa del recupero di Lookman, la Dea si è regalata una goleada per farsi coraggio e mettersi l’abito buono per la Champions, che ama tanto. Gasperini l’ha fatto capire anche ieri. La Dea si eccita in Europa. Scatenato Retegui, ottimo De Ketelaere nel primo tempo, poi uscito perché toccato duro, tornato al top Ederson: Gasp ha lucidato l’argenteria per Bruges. Il che non vuol dire snobbare il campionato. In attesa che la concorrenza scenda in campo, l’Atalanta si è portata a un punto dall’Inter seconda e a 4 dal Napoli capolista; e ha riportato a 7 il vantaggio sulla Juve quarta. Il buon esordio dell’ex bolognese Posch ha allungato la sofferente panchina nerazzurra. La Dea, anche se da lontano, tiene a tiro il sogno. Se quelli davanti bucano, Gasp si alzerà sui pedali.





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