Philippe Delhomme: ondata di solidarietà dai No Tav in Francia.

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Di Daniela Bezzi, da Sereno Regis

Philippe Delhomme è un volto ben noto all’interno del movimento che sia in Italia che in Francia si oppone alla Torino-Lione. Da anni lo si incontra spesso in visita in Val di Susa: per assemblee o incontri di particolare importanza, in tutte le manifestazioni, a volte in compagnia di Gabriel Amard di France Insoumise, o Daniel Ibanez, ricercatore, scrittore e ‘storico’ oppositore al TAV da sempre.

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E adesso anche a lui, stimatissimo professore di storia e geografia, portavoce dell’Associazione ambientalista VAM (che sta per Vivre et Agir en Maurienne) toccherà presentarsi al Tribunale d’Albertville per ben due volte per due diversi motivi.

La prima convocazione è proprio imminente: lunedì 10 febbraio, alle h 7.45 della mattina. L’accusa: aver capeggiato, verso la fine d’agosto 2022, un prolungato sit-in nel villaggio di Villarodin Bourget, che ha ostacolato la circolazione delle betoniere dirette ai cantieri della TELT. E vale la pena ricordarla quell’azione di ‘disturbo’ all’incessante via vai dei veicoli su e giù per le strette stradine di una borgata di montagna, perché ne abbiamo scritto anche per questo sito. Fu un’iniziativa particolarmente significativa innanzitutto per la popolazione coinvolta, da tempo esasperata da quel continuo via vai di motori, dall’inquinamento acustico letteralmente incessante giorno e notte: per la prima volta gli abitanti di Villarodin Bourget si mobilitavano con qualcosa di visibile, clamoroso, tutti in sit-in per giorni dal 24 agosto 2022, per opporsi con i loro corpi al rombante assedio dei motori.

Ma non meno significativa fu la partecipazione dal movimento NoTav dall’Italia, non solo dalla Val Susa, anche da Torino. Quel sit-in fu insomma la data inaugurale di una operativa alleanza, tra chi da anni si opponeva alla Torino Lione da entrambi i versanti delle Alpi. E infatti solo un anno dopo, sempre in Maurienne, questo incontro tra movimenti uniti dalla stesso NO al TAV si sarebbe espresso con particolare visibilità proprio in Maurienne, con quella magnifica iniziativa di campeggio e manifestazione che, con il titolo Quando la montagna si solleva abbiamo raccontato con vari articoli nel giugno del 2023.

La seconda convocazione al Tribunale di Albertville sarà il 18 aprile e riguarderà il rifiuto di fornire le impronte digitali quando, nel novembre 2024, Philippe Delhomme venne accusato di aver impropriamente divulgato l’indirizzo del direttore territoriale TELT, Xavier Darmendrail… Ma il ben più grave reato sarebbe la dichiarazione, rilasciata nel corso della manifestazione del 5 ottobre a Saint-Jean de Maurienne, in cui Philippe Delhomme avrebbe pronunciato le parole: Il faut saboter la Tav! Bisogna sabotare la Tav! Questa la frase ‘delittuosa’, citazione peraltro chiarissima dallo scrittore (ben noto in Francia) Erri De Luca, che per la medesima frase-reato subì un processo in Italia nel 2015, senza conseguenze penali.

Erri De Luca è stato naturalmente il primo a esprimere il suo sostegno a Philippe Delhomme:

Bisogna sabotare la TAV è una frase che rivendico e che mi appartiene in pieno, che mi ha visto protagonista di un processo, poi risolto. Ed ecco ora che la stessa frase è oggetto di un altro procedimento giudiziario, questa volta in Francia. Un professore, 60enne, Philippe Delhomme, l’ha pronunciato di nuovo pubblicamente: bisogna sabotare la TAV.

Come può un semplice verbo venir considerato reato, meritevole di censura penale? Perché è il derivato di una semplice osservazione: da decenni, quest’opera tossica per le popolazioni costrette e subirla, oltre che inutile sul fronte dei trasporti, è oggetto della più democratica e civile opposizione da parte delle vallate italiane e francesi.

Questo progetto di spreco monumentale è stato fino ad ora ostacolato, e dunque sabotato, dalla più unanime opposizione e resistenza. Sabotaggio è quindi la parola che ‘rappresenta’ decenni di mobilitazioni. (…) Ecco perché ribadisco e approvo la frase incriminata per la quale il prof Delhomme dovrà rispondere alla giustizia: la Tav dev’essere sabotata!”

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Oltre 300 (ma l’elenco si sta allungando sul sito di VAM) i firmatari che hanno aggiunto il loro sostegno a Philippe Delhomme, dopo queste parole di Erri De Luca. Tra loro dei semplici cittadini di Francia, Italia e persino dalla Germania, parecchi rappresentati di organizzazioni ambientaliste francesi, come Julien Le Guet dei Bassins Non Merci, oltre che dal fronte sindacale (SNES-FSU 73) e naturalmente da quello politico: Pierre Mèriaux, Gabriel Amard… le loro espressioni di solidarietà sono tutte allo stesso link. Oltre a loro, un buon numero di scienziati, come nel caso dell’esperto di ghiacciai Sylvain Jobard, e Xavuer Bodin:

“Sono un ricercatore CNRS, del laboratorio EDUYTEM (Università Savoia Monte Bianco). Grazie al mio lavoro, ho potuto quantificare una (indubbiamente piccola) parte degli impatti della Torino-Lione sul settore Saint-Jean/Saint Michel. Per constatare i rischi d’instabilità dei terreni interessati, oltre alla produzione costante di polvere e rumori. E’ chiaro che l’imposizione di un intervento di queste dimensioni, condiziona gravemente l’insieme del territorio e di tutto ciò che in esso vive (esseri umani e non solo). Per non parlare della deriva anti-democratica motivata dall’imposizione del progetto (…) espressione di una volontà di dominio assoluta nei confronti dell’ambiente, del vivente e dell’intera società nel suo complesso, in nome di una fede cieca in un progresso tecnologico che non ha alcuna considerazione delle emergenze già attualmente evidenti e destinate ad aggravarsi per le generazioni future.”

Un ‘torrenziale sostegno’: così lo definiva ieri in prima pagina il quotidiano La Maurienne.

Da parte di Philippe Delhomme:

“Ricevo questa forte ondata di solidarietà non solo come qualcosa che mi riscalda il cuore, ma come un incoraggiamento per tutto il movimento che da anni si oppone alla Torino-Lione. E’ la dimostrazione che questa lotta non si limita alla Maurienne e alla Savoia in Francia, ma ha ormai raggiunto di fronte all’opinione pubblica francese la stessa rilevanza dell’opposizione ai megabacini, all’imposizione della A69 e varie altre questioni ambientali di pari gravità. Ed è chiaro che vogliono metterci a tacere, solo perché diciamo la verità. E per tornare al progetto TAV: comporta ancora almeno 20 anni di lavori inutili e imposti, deve essere fermato!”

Un’assemblea di solidarietà per Philippe Delhomme è prevista più tardi oggi, h 18.30 alla Sala Prè-Coppet di Sain Jean del Maurienne. E naturalmente ci sarà un folto presidio nella mattinata di lunedì 10 febbraio, dinnanzi al Tribunale di Albertville.

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