davanti a Trump riconquistare autonomia strategica

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«La Francia ribadisce la sua opposizione a qualsiasi spostamento forzato della popolazione palestinese di Gaza, che costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale e un attacco alle legittime aspirazioni dei palestinesi. La Francia continuerà a lavorare per l’attuazione della soluzione dei due Stati, l’unica che può garantire pace e sicurezza a lungo termine per israeliani e palestinesi».

Così l’ambasciata francese riporta la ferma risposta della Francia alle affermazioni di Trump del 5 febbraio. Martin Briens, ambasciatore della Francia in Italia, invitato dall’Associazione Guido Carli all’Università degli Studi Guglielmo Marconi nell’ambito del ciclo di conferenze “Il mondo nuovo” di fine gennaio, si è espresso sulla complicata situazione che la Francia, l’Italia e l’Europa si trovano oggi a dover affrontare.

Oggi più che mai serve una difesa europea che sia comune

L’Europa si trova davanti a enormi sfide: «Le due guerre alle nostre porte, la crisi climatica, il divario tecnologico che cresce ogni giorno rispetto a Cina e Stati Uniti e la messa in discussione della democrazia liberale». Davanti a tutto questo l’Europa non può tirarsi indietro, ma deve sfruttare questo complicato momento storico come «un’opportunità per uscire dal suo stato di vulnerabilità e riconquistare l’autonomia strategica».

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Il settore della difesa, ha affermato l’ambasciatore, deve essere una priorità: «Dobbiamo investire massicciamente nelle nostre capacità militari non perché il presidente americano ce lo chiede, ma perché è fondamentale per il futuro della sicurezza europea. Gli Stati Uniti rimangono i nostri alleati, ma il rischio del loro disimpegno nei confronti della nostra sicurezza esiste e richiede la creazione di un forte pilastro strategico europeo all’interno NATO». Serve, innanzitutto, «un massiccio programma di investimenti nell’industria, oltre alla moltiplicazione delle cooperazioni industriali. L’Unione Europea deve essere in grado di produrre ciò di cui ha bisogno per la sua sicurezza». A questo fine, spiega l’ambasciatore, «la Francia ha deciso di raddoppiare la spesa per la difesa entro il 2030».

Una foto dell’ambasciatore francese in Italia, Martin Briens, dal suo profilo Facebook

La guerra tra Russia e Ucraina

«Una cattiva pace porterebbe al rischio di una futura ripresa delle ostilità e costituirebbe un fattore di instabilità duraturo anche per l’Europa». Un grave pericolo, poiché «manderebbe al resto del mondo il segnale che l’occidente è debole e non affidabile». Su un punto in particolare l’Italia e la Francia trovano pieno accordo: «non possiamo negoziare la sicurezza dell’Ucraina senza gli ucraini o la sicurezza dell’Europa senza gli europei». Quello che si prospetta per l’Europa è uno sforzo in difesa dell’Ucraina che si protrarrà nel tempo, poiché bisogna tenere presente che «la volontà della Russia di aggredire l’Ucraina non cesserà».

Il divario economico tra Europa e Stati Uniti

Davanti alla chiara intenzione dell’amministrazione Trump di sostenere esclusivamente i propri interessi, «l’Europa», ha sostenuto l’ambasciatore, «deve reagire rapidamente. Deve prendere in mano il proprio destino in tutti i settori chiave e investire nella propria sovranità per proteggere i propri valori e i propri interessi». I problemi arriveranno quando l’Ue si troverà a dover affrontare il flusso dei prodotti cinesi non più venduti sul mercato americano. «Per le imprese europee si moltiplicherà la concorrenza» per questo è necessario essere pronti: «serve ripristinare condizioni eque nei settori industriali, in particolare in quelli interessati dai sussidi statunitensi o cinesi. Lo abbiamo fatto nel settore dei veicoli elettrici cinesi e dovremmo farlo se subiremo pressioni commerciali da parte degli Stati Uniti».

Briens nel corso di una conferenza stampa – Foto dal social X

Il problema è trattenere il denaro in Europa: «Abbiamo tanto risparmio privato, ma oggi questo risparmio attraversa l’Atlantico e finanzia l’innovazione degli USA». Per invertire questa tendenza è oggi essenziale «stimolare l’innovazione e semplificare le norme per realizzare un vero mercato unico», la burocrazia è troppa, sia a livello nazionale, che europeo.

La corsa all’intelligenza artificiale

Alcuni progressi sono stati fatti: l’avvio di politiche industriali comuni, i progetti sulla ricerca e l’innovazione dei semiconduttori, delle batterie e dell’idrogeno, ma, ha affermato Briens, «dobbiamo essere più ambiziosi soprattutto nei settori del digitale, dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie pulite». Il 10 e 11 febbraio 2025 è previsto a Parigi un vertice internazionale sull’Intelligenza artificiale. È un’occasione non più rinviabile, perché è urgente «rimettere gli europei al centro dello sviluppo dell’IA». La Francia, da tempo interessata ad affermarsi in questo campo, vanta oggi circa 600 start-up specializzate in IA, mentre in Italia gli investimenti, nonostante le strategie annunciate, sono ancora insufficienti.

L’Europa deve agire unita

L’unico modo per interagire con Trump è «dimostrare fermezza, presentarsi come deboli aprirebbe la porta al fallimento». Il nuovo presidente degli Stati Uniti «potrebbe tentare di dividere l’Unione Europea» e per tale ragione è opportuno ricordare che «per l’Italia e per la Francia trattare in modo bilaterale con gli Stati Uniti sarebbe pericoloso, perché significherebbe trattare in una posizione di debolezza». Quando l’Europa agisce unita, ha dichiarato Briens, i risultati sono eccezionali: «Gli ultimi anni hanno dimostrato che possiamo fare più di quanto immaginiamo. Cinque anni fa abbiamo sviluppato un nostro vaccino e istituito un prestito europeo. Abbiamo acquistato tutti insieme le armi per sostenere l’Ucraina e adottato la prima legge sull’intelligenza artificiale. Ho fiducia nella nostra capacità di continuare ad adattarci».

 

Giulia Maria Giuffra

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