- L’esonero contributivo per il Sud è parziale e prevede due sgravi: uno destinato alle micro, piccole e medie imprese con non più di 250 dipendenti, l’altro alle grandi imprese.
- L’agevolazione spetta alle imprese del Sud con specifici requisiti di tipo dimensionale e di fatturato o bilancio annuo, con contratti di lavoro in essere dal 2024.
- L’esonero è spalmato su cinque anni e prevede un sostegno decrescente, in base alla data di assunzione e all’anno di riferimento.
Decontribuzione Sud, così come concepita fino al 31 dicembre 2024, non è più attiva. A partire dal 1° gennaio 2025 infatti, la Legge di Bilancio 2025 ha approvato nuove condizioni e limiti, in confronto alle precedenti versioni, per l’esonero contributivo in favore delle imprese del Sud.
Questo è quanto emerge dalla circolare n. 32 del 30 gennaio 20251 in cui l’INPS rende noti requisiti e modalità di fruizione di Decontribuzione Sud PMI, che di fatto va a sostituire la precedente versione.
Nella pratica quest’anno ci sono due esoneri contributivi parziali: uno destinato alle micro, piccole e medie imprese con non più di 250 dipendenti, l’altro alle grandi imprese. Nel dettaglio, le caratteristiche degli sgravi, gli ambiti di applicazione e le modalità per richiederli.
Esonero contributivo per il Sud: cos’è e come funziona
L’esonero contributivo per le imprese del Sud Italia, noto come Decontribuzione Sud, è un’agevolazione rivolta ai datori di lavoro privati operanti in otto regioni specifiche, ovvero Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Questo implica che la sede di lavoro sia ubicata in una delle regioni citate, (mentre la sede legale può collocarsi anche in una regione non ammessa, previa autorizzazione Inps con codice 0L).
Questa misura nasce inizialmente con l’obiettivo di arginare gli effetti sull’occupazione derivanti dalla pandemia da Covid-19 e punta a incentivare l’occupazione stabile in aree economicamente svantaggiate, riducendo il costo del lavoro e favorendo crescita e competitività.
Il datore di lavoro ha diritto a un contributo per ogni dipendente assunto a tempo indeterminato, fermo restando che il trattamento pensionistico per il lavoratore resta il medesimo, non subendo dunque ripercussioni negative.
Decontribuzione Sud PMI, dal 2025 al 2029: le percentuali
La circolare INPS, a seguito delle ultime novità con la manovra 2025, ha comunicato che l’esonero contributivo per le MPMI (micro, piccole e medie imprese) del Mezzogiorno avrà effetto fino al 31 dicembre 2029. La fase iniziale prevedeva la scadenza al 30 giugno 2022, in seguito la misura è stata prorogata fino al 31 dicembre 2024.
Le MPMI con meno di 250 dipendenti e un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro o un bilancio annuo inferiore a 43 milioni di euro, possono beneficiare di un esonero contributivo decrescente, così ripartito nel tempo in base alla data di assunzione e all’anno di riferimento:
Anno | Esonero | Data ultima contratto di lavoro |
2025 | 25% | 31 dicembre 2024 |
2026 | 20% | 31 dicembre 2025 |
2027 | 20% | 31 dicembre 2026 |
2028 | 20% | 31 dicembre 2027 |
2029 | 15% | 31 dicembre 2028 |
La durata dell’agevolazione è pari a dodici mensilità; pertanto, le mensilità aggiuntive (tredicesima e quattordicesima) non rientrano nella base di computo, a meno che non siano erogate mensilmente come ratei, rispettando i massimali mensili previsti. Inoltre, non rientrano, nello sgravio dei contributi previdenziali, quelli dovuti all’INAIL per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.
Nel caso di imprese con meno di 250 dipendenti, l’esonero rientra nel regime del De minimis come da Regolamento (UE) 2023/2831 (massimale di 300 mila euro nell’arco di tre anni) e non necessita di approvazione in sede comunitaria. Laddove siano presenti lavoratori in somministrazione, è sempre il datore di lavoro a dover rispettare la regola, che non ricade sull’agenzia di somministrazione.
Le imprese che invece impiegano più di 250 dipendenti devono attendere l’approvazione della Commissione Europea per ottenere l’agevolazione. In più sono tenute a comprovare l’incremento occupazione in azienda, per quanto concerne i rapporti di lavoro a tempo indeterminato, entro il 31 dicembre di ogni anno.
Decontribuzione Sud 2025: requisiti e condizioni
Come già evidenziato, i datori di lavoro privati, che vogliono beneficiare dell’esonero contributivo, devono tenere in considerazione tre fattori principali:
- dimensioni dell’impresa e relativo fatturato o bilancio annuo;
- sede di lavoro;
- data del contratto di lavoro instaurato.
La durata dell’agevolazione fiscale è annuale, dal 1°gennaio al 31 dicembre 2025. Per le nuove assunzioni in corso d’anno, la decontribuzione si applica a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo.
Per accedere alle agevolazioni, le imprese devono:
- essere in regola con il Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC);
- rispettare le normative in materia di lavoro e sicurezza;
- applicare trattamenti economici e normativi non inferiori a quelli previsti dai contratti collettivi nazionali, territoriali o aziendali;
- assolvere agli obblighi di assunzione di persone con disabilità previsti dalla legge n. 68/1999.
Risultano esclusi dal beneficio i settori agricolo e domestico, oltre ai contratti di apprendistato.
È importante notare che la Decontribuzione Sud PMI non è cumulabile con gli incentivi all’assunzione previsti dal Decreto Coesione, come il Bonus Giovani o il Bonus Donne, il Bonus ZES unica e l’esonero per autoimprenditorialità.
Come richiedere l’esonero contributivo
Per usufruire dell’agevolazione, i datori di lavoro devono effettuare le necessarie comunicazioni attraverso il flusso Uniemens, utilizzando il codice specifico “DPMI”. Si ricorda che la misura è applicabile solo ai contratti di lavoro già in essere al 31 dicembre 2024.
Per ulteriori informazioni e aggiornamenti, è consigliabile consultare il sito ufficiale dell’INPS e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Esonero contributivo per le imprese del Sud – Domande frequenti
Per usufruire dell’agevolazione, la sede di lavoro deve essere ubicata in una delle regioni incluse, in riferimento all’unità operativa presso la quale sono denunciati i lavoratori nel flusso Uniemens. La sede legale invece può collocarsi anche in una regione non ammessa, previa autorizzazione Inps con codice 0L.
Le assunzioni devono essere a tempo indeterminato e risultare in essere già al 31 dicembre dell’anno precedente. L’agevolazione si estende anche ai lavoratori somministrati.
Secondo le istruzioni Uniemens e l’avviso INPS, il contribuente può recuperare l’agevolazione relativa al mese di gennaio 2025 esclusivamente nella denuncia contributiva dei mesi di febbraio, marzo e aprile 2025.
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